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Trivelle. La prossima riforma dei parchi vieterà le perforazioni

where Roma when Lun, 20/03/2017 who roberto

Il Ddl sarà discusso in Aula il 27 marzo. Per le royalty sugli impianti estrattivi già esistenti per il primo anno è prevista un'una tantum e poi si passerà al pagamento dei servizi ecosistemici (Pse)

Niente nuove trivellazioni nei parchi, criteri trasparenti per laparco-nazionale-gran-sasso.jpg scelta dei dirigenti e quote rosa negli organi direttivi. Le aree protette italiane potranno farsi pagare per l'uso del proprio marchio e potranno ricevere il 5x1000 dai cittadini. Sono questi alcuni dei punti della riforma della legge sui parchi (la 394 del 1991), nella nuova veste assunta dopo il passaggio in commissione Ambiente alla Camera. Ora il testo del disegno di legge è pronto per l'approdo in Aula, previsto per il 27 marzo.
Il provvedimento viene aspramente criticato dalle associazioni ambientaliste e da Sinistra Italiana, che parlano di "scempio normativo" e di "sanatoria degli abusi". Per il presidente della Commissione Ambiente, Ermete Realacci (Pd), la riforma fa dei parchi un elemento dello sviluppo del paese.
Tra i punti principali del testo approvato ci sono "la reintroduzione del Piano triennale" per la programmazione, con priorità nei finanziamenti per le aree protette regionali e marine, una "maggiore trasparenza" per "la selezione pubblica" dei direttori dei parchi nazionali e "requisiti più rigorosi per la scelta dei presidenti".
Nel ddl viene "introdotto il divieto di trivellazioni nei parchi e nelle aree contigue" e di "allevamento di cinghiali" per il ripopolamento, e viene proibito l'eliski.
Quanto alle royalties sugli impianti estrattivi già esistenti, per il primo anno della riforma è prevista un'una tantum. Dal secondo anno ci sarà il pagamento dei cosiddetti servizi ecosistemici (Pse). Il metodo dovrà essere introdotto dal governo entro un anno dall'approvazione della legge. I Piani dei parchi saranno sottoposti "a Valutazione ambientale strategica, facendo entrare così nel procedimento i ministeri dell'Ambiente e dei Beni culturali".
Per la prima volta si terrà conto delle quote rosa per la composizione degli organi direttivi, ed entreranno nei consigli direttivi degli enti parco nazionali un rappresentate delle associazioni scientifiche e uno degli agricoltori o dei pescatori. È poi previsto che "il ministero dell'Ambiente emani linee guida per la nomina dei direttori delle aree marine protette". Il testo prevede anche che il ministro dell'Ambiente convochi entro gennaio 2019, e poi ogni tre anni, la Conferenza nazionale “La Natura dell'Italia”. I parchi avranno la facoltà di concedere a pagamento il proprio marchio e gli enti gestori delle aree protette vengono inclusi nell'elenco dei soggetti beneficiari del 5x1000.
"L'obiettivo della riforma è rendere i parchi protagonisti dello sviluppo del Paese - ha osservato il presidente della Commissione Ambiente, Ermete Realacci - , coniugando la tutela e la valorizzazione del territorio e della biodiversità con la buona economia".
Per Serena Pellegrino, deputata Si e vicepresidente della commissione Ambiente alla Camera, il testo licenziato è "uno scempio normativo", che "consegna alle lobby le aree protette".
Per il Wwf il provvedimento è "una sanatoria di tutte le applicazioni distorte della legge", "un pericoloso passo indietro".

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parco gran sasso
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