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Trivelle scomparse. Greenpeace: l’affondamento di Ivana D era prevedibile, la struttura era a fine vita

where Roma when Lun, 01/02/2021 who roberto

Il recente affondamento della piattaforma di gas metano Ivana riapre la questione dei vecchi impianti, ancora molto numerosi nell’alto Adriatico

Dopo l'affondamento della piattaforma piattaforma.jpgdi gas metano Ivana D, avvenuto nell'alto Adriatico, Greenpeace si domanda se sia corretto parlare di incidente o se sia meglio parlare di evento prevedibile, visto che la struttura era considerata a fine vita poiché progettata per durare vent’anni.
 
L'incidente
Il 5 dicembre scorso è affondata una piattaforma di trivellazioni in Adriatico venduta da Eni alla croata INA nel 2018. Si trovava a una cinquantina di chilometri al largo di Pola, a meno di ottanta dalla costa ravennate. Si chiamava Ivana D, non c’erano persone sopra, ed era congiunta via condotta sottomarina alla piattaforma “madre”, Ivana A, a sua volta collegata, sempre via condotta, alla piattaforma Garibaldi K (a venti chilometri al largo di Porto Corsini). L’Ivana D, il cui impianto di chiusura dell’erogazione aveva funzionato regolarmente impedendo fuoriuscite, si è inabissata durante una “forte sciroccata” ed è stata ritrovata (sul fondo a poco più di 40 metri di profondità) dopo 10 giorni di ricerche. Era considerata a fine vita in quanto realizzata nel 2000, con un periodo di servizio previsto di vent’anni.
 
Le polemiche
Non sono mancate polemiche per l’affondamento della “Ivana D” anche oltre Adriatico. La proprietaria INA esclude ci sia stata un problema di manutenzione: “Nell’ottobre di quest’anno – rende noto l’azienda in una nota - è stata condotta l’ultima ispezione coordinata della struttura di sfruttamento offshore Ivana D, e la struttura operava con un certificato valido di sicurezza. L’ispezione della porzione subacquea di Ivana D è stata effettuata nel 2018, in presenza di un ispettore del Registro Navale Croato [Croatian Register of Shipping, ndr]. Inoltre, la struttura è stata ispezionata per l’ultima volta da personale di INA il 1° dicembre 2020, come annotato nel report giornaliero”.
 
Piattaforma con 20 anni di vita
Secondo il briefing di Greenpeace "Volano Trivelle", "la piattaforma Ivana D era ai limiti del previsto periodo di esercizio: 20 anni. Nei mari italiani esistono tuttavia molte altre piattaforme che non solo sono assai più vecchie, ma da tempo non producono nulla e che è urgente smantellare.  Nel mar Adriatico sono 98 le piattaforme italiane e 17  quelle croate. E molte sono piuttosto vetuste. Anche molto più di “Ivana D”. Alcune hanno superato il mezzo secolo e molte di esse sono improduttive: noi le abbiamo chiamate le “vecchie spilorce” (perché non danno nemmeno un euro di royalty alle casse dello Stato da anni)”. “Dopo anni di discussione, cui hanno partecipato le amministrazioni, ma anche associazioni ambientaliste e petrolieri, - continua l’associazione ambientalista -  era anche stato messo a punto dal Ministero Sviluppo Economico un elenco di ben 34 impianti da smantellare, rimasto nel cassetto. Ovviamente, a causa di fenomeni meteo sempre più estremi dovuti al cambiamento climatico, queste ferraglie, arrugginite da decenni di permanenza in mare, sono a rischio. Come detto, la “Ivana D” aveva una durata operativa prevista di venti anni (appena compiuti). Cosa potrebbe succedere ora a strutture molto più anziane?
 
Un report completo realizzato da Greenpeace dell’avvenuto lo trovi qui https://www.greenpeace.org/static/pl...

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