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Trivelle. Si perfora o no? Ambientalisti all’attacco, il Ministero smentisce

where Roma when Lun, 10/04/2017 who roberto

Nessuna nuova trivellazione entro le 12 miglia: il decreto stabilisce le procedure operative per le sole attività previste dal codice ambiente

Ma si riprende a trivellare? Oppure non è vero? Qualche giorno fa è stato pubblicato un decreto che, secondo alcune associazioni ambientaliste, riapre in modo surrettizio le perforazioni. Replica il ministero dello Sviluppo Economico: fraintendimento, il decreto è solamente un’applicazione di norme europee. Va ricordato che comunque un anno fa il referendum per fermare le perforazioni in mare è stato un flop: non fu raggiunto neanche lontanamente il quorum necessario alla sua validazione. trivellegreenpeace.jpg
Cominciamo con il Ministero dello Sviluppo economico. Il decreto recentemente pubblicato in Gazzetta Ufficiale, che aggiorna le modalità operative per la ricerca e la produzione di idrocarburi, “non modifica in alcun modo le limitazioni per le attività consentite dal Codice Ambiente nelle aree marine comprese nelle 12 miglia dalla costa e dalle aree protette”. Secondo il ministero, nel decreto si regolamentano solamente le attività già consentite dalla legge all'interno di queste aree, e cioè le attività funzionali a garantire l'esercizio e il recupero delle riserve di idrocarburi accertate per la durata di vita utile del giacimento, nel rispetto degli standard di sicurezza e salvaguardia ambientale. Sono quindi escluse altre attività, quali in particolare quelle di sviluppo e coltivazione di eventuali nuovi giacimenti. “Si precisa inoltre che la previsione di possibili modifiche dei programmi di lavoro è finalizzata unicamente a consentire sia interventi di manutenzione e aggiornamento delle infrastrutture, sia - al termine della coltivazione - la chiusura mineraria dei pozzi e la rimozione delle piattaforme. Queste attività, anche se non previste nel programma originario (caso che si verifica, ad esempio, per i piani di chiusura e ripristino), dovranno comunque essere sottoposte a iter approvativo e autorizzativo e conseguentemente a Via”. Aggiunge il ministero: “Non si tratta quindi di alcuna deregolamentazione, ma al contrario della fissazione di precise procedure di approvazione e autorizzazione dei programmi a garanzia della sicurezza e dell'ambiente, proprio nel rispetto del Codice Ambiente”.
Di parere opposto alcune associazioni ambientaliste. Inaccettabile per Greenpeace, Legambiente e Wwf Italia: secondo loro il decreto ministeriale “deroga al divieto di nuovi pozzi e nuove piattaforme entro le 12 miglia”. Per le associazioni, questa “è la smentita definitiva di tutte le parole spese dal governo durante il periodo referendario di aprile scorso per dire che il referendum sollevava questioni di lana caprina, in particolare perché la legge escludeva già nuove trivellazioni entro le 12 miglia dalla costa”. Per le tre associazioni ambientaliste è gravissimo che il governo proceda in questo modo su una questione così delicata, escludendo il Parlamento e non tenendo minimamente conto della volontà chiarissima espressa al referendum. Aggiunge il parlamentare ecologista Ermete Realacci, presidente della commissione Ambiente della Camera: "Ho chiesto agli uffici della Camera dei Deputati di verificare se in punta di diritto è fondata l'interpretazione delle strutture del Ministero dello Sviluppo Economico”. A suo parere, “sicuramente non è quanto è stato detto durante la campagna referendaria, non è utile all'economia del Paese, contrasta con la volontà di larga parte dei cittadini. Errare humanum est, perseverare autem diabolicum".

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trivelle greenpeace
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