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Le truffe sui carburanti. Sicilia: dalla mafia la nafta navale per le auto

where Palermo when Lun, 15/01/2018 who roberto

Veniva spacciato per gasolio il cherosene usato per i motori delle navi. Nove arresti della Finanza

I finanzieri del gruppo e del nucleo nafta.jpgdi polizia economico-finanziaria della Guardia di finanza di Palermo hanno arrestato nove persone (per due è stato disposto il carcere, per 7 i domiciliari), sequestrato 5 distributori di carburante capoluogo e notificato 13 obblighi di presentazione alla polizia giudiziaria, 8 dei quali integrati dall'obbligo di dimora a Palermo, in esecuzione di un'ordinanza emessa dal Gip del Tribunale di Palermo.
I provvedimenti nascono da una indagine della Procura e hanno permesso alle Fiamme gialle di denunciare 43 persone sospettate di far parte di una organizzazione criminale che faceva trasferimento fraudolento di valori, frode in commercio e frode fiscale. Le indagini hanno consentito di evidenziare l'interesse di "cosa nostra" nel settore dei distributori. 

Le indagini nascono da una verifica fiscale condotta nel 2013 dal gruppo della Guardia di finanza di Palermo nei confronti di uno dei distributori stradali coinvolti. Durante le attività ispettive i finanzieri hanno scoperto che il sistema di misurazione delle quantità erogate era stato manomesso, così da far apparire di aver venduto un numero di litri superiore rispetto a quello effettivamente consegnato al cliente. Inoltre, nell'occasione è stata trovata un'importante documentazione, che ha svelato l'esistenza di una centrale criminale che si occupava della frode in commercio di carburanti e della frode fiscale.
I successivi accertamenti hanno permesso di confermare l'esistenza di una associazione per delinquere che, attraverso la fittizia intestazione a prestanome di una serie di distributori, ha realizzato una grossa frode fiscale.
Dalle raffinerie, che non sono coinvolte nell'indagine, uscivano grosse quantità di carburante che veniva acquistato da società cartiere e che formalmente doveva finire all'estero, sulle navi o essere destinato a uso agricolo. Il carburante sul quale non si pagava Iva e accise finiva invece nei cinque distributori coinvolti nell'inchiesta.
Anche i consumatori venivano truffati. Nelle auto finiva dal 5 al 7 per cento in meno di carburante.
Le colonnine, molte delle quali sono ormai gestite attraverso sistemi informatici, erano taroccate con sofisticati sistemi con schede e cpu che sono state trovate anche nascoste sotto l'asfalto nei pressi dei distributori.
Erano state emesse fatture per operazioni inesistenti per quasi 38 milioni di euro e, in conseguenza, è stato causato un danno allo Stato da mancato incasso di Iva per quasi 7 milioni di euro.
Inoltre, veniva importato lubrificante taroccato dall'Albania e veniva venduto come gasolio per auto l’olio combustibile destinato al rifornimento delle navi.

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