Tutti pazzi per il petrolio. Ma non era finito? Ecco altri giacimenti nuovi
Equinor festeggia in Brasile. Ordine della ExxonMobil in Guyana per la Saipem. L’Eni e la Bp scoprono petrolio e gas al largo della Namibia e manovrano in Libia. Accordi con Egitto e Cipro. La compagnia spezzina Antonini ha realizzato un modulo di compressione nella piattaforma Sabratha.
Non accennano a diminuire
le scoperte e gli investimenti nel mondo fossile anche da parte degli operatori italiani. È notizia di questa settimana di scoperte e nuovi investimenti di Eni in Namibia, Cipro e Libia. Il gruppo Antonini ha ultimato la piattaforma Sabratha, nell’offshore. Ma anche Saipem nelle profondità della Guyana. Ecco alcune delle notizie salienti degli ultimi giorni.
Eni e Bp in Namibia
Bp ha confermato una scoperta di petrolio e gas nel bacino di Orange, al largo della Namibia, dove le grandi compagnie petrolifere hanno effettuato diverse importanti scoperte negli ultimi anni. Il colosso energetico britannico – che partecipa alla licenza esplorativa tramite la sua società 50/50 con Eni, Azule Energy – può confermare i risultati preliminari del pozzo esplorativo Volans-1X, come riportato dall’operatore Rhino Resources all’inizio di questo mese. La licenza di esplorazione petrolifera 85, dove è stato perforato il pozzo, è gestita da Rhino Resources con una partecipazione del 42,5%. I co-venturer sono Azule Energy con il 42,5%, Namcor con il 10% e Korres Investments con il 5%. “Il pozzo esplorativo ha incontrato 26 metri di payout netto in giacimenti ricchi di gas condensato, con il giacimento che mostra eccellenti proprietà petrofisiche e nessun contatto con l’acqua osservato”, ha dichiarato Bp.
Eni e Total in Egitto e Cipro
Eni, TotalEnergies e le autorità egiziane e cipriote hanno firmato una serie di accordi chiave per l’attuazione del progetto di sviluppo e di esportazione delle risorse del blocco 6 Cronos di Cipro, nel quadro dell’Host Government Agreement sottoscritto lo scorso 17 febbraio 2025. Lo riferisce la compagnia energetica italiana in una dichiarazione, definendo gli accordi “un passo decisivo verso l’avvio della fase esecutiva del progetto”. Secondo Eni, gli accordi “coprono la gestione, il trasporto e la lavorazione delle risorse del Blocco 6 negli impianti di Zohr, la loro successiva liquefazione nell’impianto Gnl di Damietta per l’esportazione sui mercati internazionali, nonché il quadro fiscale che regola il transito del gas cipriota attraverso la Repubblica araba d’Egitto”.
Eni in Libia
Eni e Saipem, sono ora di nuovo operative in territorio libico per raggiungere i 3.200 metri di profondità in un pozzo a 95 chilometri dalla costa, vicino il giacimento di gas di Bahr Es Salam (gestito in parte sempre da Eni). In stand-by dal periodo Covid, e dopo 5 anni di pausa forzata, questo progetto ha preceduto la ripresa delle attività esplorative di Eni in Libia.
Al contempo Bp, partner britannico di Eni in altri progetti del Paese, ha accelerato il passo e vuole tagliare fuori la nostra compagine. Bp ha aperto una sede in Libia a luglio 2025, ed in questo tempo, ha firmato un memorandum of understanding con Noc per la valutazione di potenziali giacimenti petroliferi.
La nuova intesa consolida un legame che per la Libia, con Bp va avanti da tempo: nel 2007 aveva stilato un programma Epsa (Exploration and Production Sharing Agreement), nel quale Eni entrò accordandosi come socio paritario di Bp.
Antonini in Libia
Entro la fine dell’anno si concluderà il lavoro di gruppo Antonini – realtà spezzina, attiva nel settore oil&gas con la fornitura di servizi in grandi piattaforme – nell’ambito del progetto per la piattaforma Sabratha, nell’offshore libico. La società si era aggiudicata la commessa – relativa alla realizzazione di un modulo di compressione, necessario per mantenere la pressione del gas estratto dal giacimento – nel 2023 da Mellitah oil & gas, joint venture tra Eni e la National Oil Company libica. Il relativo contratto, di tipo epcic (engineering, procurement, construction, installation and commissioning), ha un valore complessivo di 217 milioni di euro. Strategico per la fornitura di gas alla Libia e all’Italia, il progetto – si legge in una nota della società – rappresenta una delle realizzazioni più significative del gruppo Antonini nell’ultimo decennio ed è parte della fase 2 dello sviluppo del giacimento offshore Bahr Essalam, principale sito di produzione di gas e condensati del paese, situato 120 chilometri a nord-ovest di Tripoli.
Saipem in Guyana
Saipem ha completato con successo le attività previste per lo sviluppo del giacimento Yellowtail, operato da ExxonMobil Guyana, situato a circa 1.800 metri di profondità all’interno dello Stabroek Block, al largo della Guyana. Saipem, che si è aggiudicata il contratto nel 2022, si è occupata dell’ingegneria, del procurement, della costruzione e dell’installazione (epci) del sistema subsea umbilical, riser e flowline (surf) per il giacimento Yellowtail. La nave posatubi FDS2 J-lay, una delle unità di punta di Saipem, ha eseguito l’installazione della flowline rigida e dei riser in acciaio a configurazione “lazy wave” durante una campagna avviata all’inizio del 2024. Il progetto si è concluso nel 2025 con il mezzo navale Saipem Constellation, che ha installato riser flessibili, ombelicali e ha effettuato il collegamento del riser rigido pre-posato alla FPSO.
Equinor avvia la produzione in Brasile
Equinor, insieme ai partner ExxonMobil Brasil, Petrogal Brasil e Pré-sal Petroleo, hanno avviato la produzione di Bacalhau, in Brasile il più grande giacimento offshore internazionale mai sviluppato dalla compagnia norvegese.
Situato nella regione pre-salina del bacino brasiliano di Santos, in acque ultra-profonde che superano i 2mila metri, Bacalhau è dotato di una delle più moderne unità di produzione, stoccaggio e scarico galleggiante (Fpso) del mondo, che ha una capacità produttiva di 220mila barili di petrolio al giorno.



