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Tutto-Eni - Descalzi ai dipendenti: in Nigeria siamo stati corretti

where ​San Donato Milanese (Milano) when Lun, 22/09/2014 who michele

L’amministratore delegato afferma in diverse interviste di essere estraneo alla corruzione di cui è accusato il vertice. Una lettera ai dipendenti

L’amministratore delegato dell’Eni, Claudio Descalzi, in diverse interviste rilasciate nei giorni scorsi (per esempio all’Huffington Post e alla Repubblica) afferma di essere estraneo alla corruzione di cui è accusato il vertice dell’Eni. Per esempio in Nigeria “ci siamo comportati correttamente ed eticamente, come sempre facciamo”, afferma in una lettera ai dipendenti pubblicata da Huffington Post.
Descalzi è indagato per l’ipotesi che possa essere stata pagata una tangente da 1 miliardo e 92 milioni per ottenere un'importante concessione petrolifera in Nigeria.
“Cari colleghi, leggete questi giorni sui giornali notizie che mettono in discussione l'operato di Eni in Nigeria e che mi toccano personalmente. Voglio che voi sappiate con certezza - scrive Descalzi - che l'acquisto del blocco OPL 245 è stato condotto correttamente e nel rispetto di ogni normativa da parte di tutti coloro che ci hanno lavorato, a cominciare da me”.
Inoltre, “nel 2011 con Shell, nostro partner al 50%, abbiamo sottoscritto accordi unicamente con il Governo nigeriano, per il rilascio della licenza, versando il corrispettivo della stessa al governo nigeriano, entità sovrana nel definire la titolarità delle licenze minerarie”.
“Tutti i colleghi che lavorano nelle direzioni coinvolte per valutazioni, analisi, negoziazioni e verifiche relative all'acquisizione della licenza, hanno agito nel rispetto dei nostri processi aziendali, come in ogni altra transazione. Nessuno meglio di voi sa come lavoriamo in Eni. Nessuno meglio di voi sa che ogni attività segue procedure rigorose e che si lavora in team tra varie funzioni aziendali, ognuno contribuendo per la propria competenza”.
Infine, Descalzi scrive di confidare nel lavoro della magistratura, la quale confermerà “la correttezza del nostro operato. Le inchieste faranno il loro corso: mi auguro che ciò avvenga nel più breve tempo possibile, perché una grande azienda come la nostra non può aspettare a lungo. Anche perché dobbiamo rimanere concentrati e impegnati nell'affrontare una situazione di mercato con uno scenario difficile, che incide profondamente nei nostri business: ripensiamo attività, rinegoziamo contratti e tagliamo i costi - anche attraverso una nuova struttura più compatta ed efficiente - per recuperare valore alle nostre competenze”.
 
 

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Amministratore delegato Eni
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