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Al via #migliaiadivite per chiudere tutte le centrali a carbone in Italia entro il 2025

where Roma when Lun, 17/07/2017 who roberto

La raccolta firme di WWF, Greenpeace e Legambiente chiede un impegno concreto al Governo. Il link della petizione è www.stopcarbone2025.org

È partita in questi giorni la petizione #migliaiadivite, capifila WWF Italia,migliaiadivite.jpg Greenpeace Italia e Legambiente, per chiedere a gran voce al Governo italiano una chiusura definitiva di tutte le centrali a carbone entro il 2025.
 
L’iniziativa nasce nei giorni in cui si sta definendo la strategia energetica dell'Italia (SEN), il cui documento è in consultazione fino al 31 agosto.  Con la SEN, l'Italia ha l'occasione di decidere di uscire dal carbone, salvando così migliaia di vite e cambiando le sorti del futuro energetico del nostro Paese. In Italia, le 12 centrali a carbone esistenti nel 2013 causavano circa 10 morti premature a settimana e costavano agli italiani ogni anno 1,4 miliardi di euro di spese sanitarie. Oggi, di quelle 12 centrali ne restano operative 8, tra cui le più grandi e inquinanti; gli impatti sono appena ridotti.
 
Il carbone, infatti, è tra i combustibili fossili quello che, se bruciato, emette più CO2 ed è quindi tra i principali responsabili del cambiamento climatico, le cui devastanti conseguenze toccano la vita di noi tutti. Negli ultimi 6 anni in Italia sono state circa 3600 le vittime dei disastri provocati da eventi meteo estremi, e a livello globale si parla di 2 miliardi di potenziali "rifugiati" climatici nel 2100.
Nella bozza di strategia nazionale presentata a metà giugno, per la prima volta si prende in esame l'uscita dal carbone come fonte di energia elettrica, ma purtroppo il Governo non è riuscito ad assumere una posizione netta e ambiziosa a favore di una data certa e possibile: per i promotori della petizione, il carbone in Italia deve chiudere entro il 2025.
 
La proposta di strategia prevede: uno scenario base, con il mantenimento di 4 centrali su 10, tra cui quella di Brindisi, la più inquinante d'Italia; uno intermedio, con la chiusura anche di Brindisi, e uno più avanzato, che prevede la chiusura di tutte le centrali entro il 2030, e non al 2025, come necessario. Il Governo, però, cerca in qualche modo di disincentivare questo ultimo scenario paventando alti costi e frapponendo ostacoli.
 
Posporre questo passo di 5 anni, far sopravvivere il carbone fino al 2030, costerebbe invece migliaia di vita umane e comporterebbe costi sanitari maggiori dei 2,7, miliardi preventivati per l'abbandono di quel combustibile al 2025. Per non parlare dei costi altissimi per il clima, delle migliaia di ettari di terreni agricoli avvelenati. Uscire dal carbone è l'occasione per creare nuovi posti di lavoro con una vera e giusta transizione verso le energie rinnovabili e l'efficienza energetica. Oggi abbiamo a disposizione tutte le tecnologie e conoscenze per guardare a un futuro 100% rinnovabile.
 
Al Governo preoccupano forse i costi degli indennizzi alle grandi aziende. I promotori della petizione, invece, sono preoccupati per i costi in termini di vite e di emissioni dannose per il clima che l'Italia dovrebbe continuare a pagare per una pericolosa mancanza di coraggio. Audacia e leadership, fieramente esibite durante i G7 e il Summit di Taormina, che il nostro esecutivo deve saper dimostrare non solo sul palcoscenico internazionale ma anche a casa nostra.
 

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#migliaiadivite
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