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Arriva l’Eco Menù di Greenpeace con i consigli su come fare una spesa amica del pianeta

where Roma when Gio, 21/11/2019 who roberto

Tra i consigli di Greenpeace: contenere al minimo gli imballaggi e la “strada” percorsa dal nostro cibo. Scegliere sempre stagionale e locale, e preferire sempre il biologico

Il cibo è sempre più al centro della ecomenu_0.jpgnostra attenzione. Oltre ai temi del gusto, della salute e della tradizione, c’è un altro argomento che è sempre più associato al cibo: quello dei cambiamenti climatici e della sostenibilità ambientale. Il sistema alimentare è responsabile di circa un quarto delle emissioni di gas serra, e questo “peso” è in particolare da attribuire alle diete più diffuse nei paesi ricchi, in cui è presente un elevato consumo di prodotti di origine animale e cibi ultra-processati.
 
Greenpeace, con il nuovo Eco Menù, offre una serie di consigli semplici e concreti per una spesa amica del clima e del Pianeta. Consigli su come guardare al futuro, ma ben radicati nel passato, soprattutto per chi vive in un Paese come l’Italia culla di quella dieta mediterranea che è stata riconosciuta dall’UNESCO come bene protetto e inserito nella lista dei patrimoni orali e immateriali dell’Umanità.
 
Tra le indicazioni: aumentare verdure e proteine vegetali, ridurre prodotti di origine animale (ma quei pochi, buoni e genuini), contenere al minimo gli imballaggi e la “strada” percorsa dal nostro cibo. Scegliere sempre stagionale e locale, e preferire sempre il biologico.
Un impegno quotidiano per combattere i cambiamenti climatici, ma anche per mandare un messaggio all’intero sistema agroalimentare, nel quale pochi grandi attori fanno profitti sempre più grandi, mentre le piccole aziende spariscono.
 
“Come consumatori possiamo fare molto per invertire questa tendenza attraverso le nostre scelte quotidiane” dichiara Federica Ferrario, responsabile campagna agricoltura di Greenpeace Italia.  “Anche la politica deve fare la sua parte. Servono scelte chiare ed efficaci: utilizzare i fondi pubblici della Politica agricola comune (PAC) per il sostegno delle produzioni ecologiche e non per quelle intensive, approvare una normativa europea per fermare il commercio di materie prime prodotte distruggendo le foreste, e impegnarsi ad istituire una rete di santuari marini per proteggere almeno il 30 per cento dei nostri mari”.

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