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Sondaggio. Otto italiani su dieci vogliono un turismo più verde

where Firenze when Gio, 26/06/2025 who luca

Campeggi, agriturismi e rifugi guidano la classifica dell’ospitalità green, secondo l’osservatorio di Bva Doxa per Human Company. L’80% dei viaggiatori è consapevole dell’impatto delle proprie scelte e (a parole) si dice pronto a cambiare abitudini in chiave sostenibile.

Cresce la turismohumancompany.jpgconsapevolezza ambientale tra i viaggiatori italiani. L’80% riconosce l’impatto delle proprie scelte turistiche sulla sostenibilità dei luoghi visitati, mentre oltre il 60% si dice disposto a modificare le abitudini, almeno per quanto riguarda comportamenti semplici e quotidiani. Lo rivela la nuova edizione della survey “Turismo & sostenibilità” realizzata da Bva Doxa per Human Company su un campione di mille persone rappresentativo della popolazione italiana.
 
Solo il 13% sceglie strutture certificate
A raccogliere maggiore consenso sono le azioni a basso impatto: il 36% degli intervistati è disposto a rispettare flora e fauna locali, il 33% a ridurre i rifiuti e il 32% a risparmiare energia e acqua. Più complesse invece le scelte strutturali: solo il 13% è pronto a privilegiare strutture certificate e altrettanti a modificare la propria dieta per ridurre l’impronta ambientale.
Tra le strutture percepite come più sostenibili, campeggi (84%), agriturismi (91%) e rifugi (86%) si posizionano in cima alla classifica. Nel turismo urbano, il 95% crede che anche le città possano essere “green” se supportate da scelte consapevoli come la visita in bassa stagione, l’uso dei mezzi pubblici e l’acquisto di prodotti locali.
Che cosa definisce una struttura davvero sostenibile? Secondo gli intervistati: uso di energie rinnovabili (100%), impiego di prodotti locali (98%), conservazione del paesaggio e del territorio (96%), raccolta differenziata (92%) e politiche plastic free (88%). Rilevante anche la presenza di aree verdi, percorsi ciclabili e misure di risparmio idrico.
Il turismo sostenibile, inoltre, è percepito sempre più come un’esperienza autentica, a contatto con la natura e le comunità locali. Un trend in crescita soprattutto tra i più giovani, pragmatici e attenti al rapporto qualità-valore, e spinto da un turismo “phygital” (che integra esperienze fisiche e digitali) in costante espansione (+15% l’anno fino al 2030).
 
Il piano di sostenibilità
Human Company - azienda italiana dell’hospitality, attiva da oltre quarant’anni nel turismo open air, che ha promosso l’indagine - conferma l’integrazione della sostenibilità nel proprio modello di business: bilancio integrato, mappatura degli alberi per la stima della CO2 assorbita, colonnine di ricarica, energia 100% rinnovabile certificata e progetti sociali su formazione e inclusione. A sostegno, un finanziamento esg di Unicredit legato a obiettivi concreti: riduzione delle emissioni e aumento della formazione interna. Tutte misure contenute nell’aggiornamento al 2027 del piano di sostenibilità aziendale. “Sostenibilità non è una meta, ma un processo continuo che condividiamo con le nostre persone, i partner e gli ospiti”, tira le somme Mattia Rosati, chief corporate services officer del gruppo.
 
Nella foto, un’eco-struttura turistica di Human Company (ufficio stampa)

 

 

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