torna alla home
Visitaci anche su:

Notiziario ambiente energia on-line dal 1999

Studio Teha. Servono 4,4 miliardi per rendere sostenibile la moda prima del 2030

where Venezia when Gio, 30/10/2025 who roberto

Presentata a Venezia “Just fashion transition 2025”, la ricerca di The European House – Ambrosetti che analizza la trasformazione del settore della moda in chiave competitiva e sostenibile. I numeri, i trend, i commenti.

La moda europea sta compiendotehavenezia.jpeg progressi in materia di circolarità, specialmente sul fine vita, ma la sfida del sovraconsumo è aperta. La produzione globale di fibre è più che raddoppiata in due decenni e i consumatori dell’Unione europea acquistano il 60% in più di vestiti rispetto al 2000, conservandoli però per metà del tempo: un “usa e getta” che genera quasi 7 milioni di tonnellate di rifiuti all’anno. E sebbene i tassi di raccolta e riciclo siano migliorati (rispettivamente del 51% e del 20%), metà dei tessuti scartati finisce ancora nell’indifferenziata.
Sono questi alcuni degli elementi chiave dello studio “Just fashion transition 2025”, a cura di The European House – Ambrosetti, che analizza la trasformazione del settore della moda in chiave competitiva e sostenibile; la ricerca è stata presentata nel corso del quarto Venice sustainable fashion forum di Venezia (23-24 ottobre; nella foto).
 
I dati
L’analisi ci dice che, pur essendo percepita come ostacolo alla competitività del settore, la ricetta europea per la transizione sostenibile della moda dimostra di rappresentare una leva efficace per favorire sia la crescita economica che la decarbonizzazione: rispetto al periodo pre Covid, i ricavi complessivi sono aumentati dell’11,4% mentre le emissioni si sono ridotte del 17%. La decarbonizzazione rappresenta una sfida decisiva per le filiere, specialmente in Italia, dove la pressione economica e le ridotte dimensioni delle imprese rendono gli investimenti addizionali richiesti non sostenibili in autonomia per circa il 58% delle aziende.
Più nel dettaglio, le cleantech disponibili nel settore sono già mature, ma la loro adozione è limitata a causa degli elevati costi iniziali. Quasi la metà dei brevetti europei in ambito tecnologia green riguarda materiali avanzati. La finanza, secondo Teha, è la chiave per aiutare le aziende della filiera che non possono permettersi da sole gli investimenti necessari per la decarbonizzazione; così, il raggiungimento degli obiettivi climatici fissati per il 2030 richiederà almeno 4,4 miliardi di euro investimenti aggiuntivi. Il calo della marginalità nel settore, però, rende questi investimenti attualmente insostenibili per – si diceva – quasi il 60% dei marchi italiani.
Intanto, mentre gli approcci istituzionali alla sostenibilità stanno cambiando in tutto il mondo, la moda Ue è caratterizzata da due trend: crescente frammentazione e progressivo incremento della produttività del lavoro. Entro il 2030, la moda europea potrebbe crescere del 12%, nonostante un aumento dei costi. E sebbene il numero di imprese continui a crescere, quasi 293mila posti di lavoro sono a rischio.
 
I commenti
“Sostenibilità, legalità e innovazione devono camminare insieme”, ha sintetizzato Luca Sburlati, presidente di Confindustria Moda, “solo armonizzando valori e regole la moda italiana resterà un modello di eccellenza per l’Europa e per il mondo”. Flavio Sciuccati ha invece messo l’accento sul fare: “Non è più il tempo del dire, ma dell’agire. Servono standard comuni e azioni concrete per rendere la sostenibilità una leva di competitività reale”, ha detto il partner & director global fashion unit di The European House – Ambrosetti.
Da Venezia è partita “la sfida unitaria di una transizione sostenibile, responsabile e competitiva della moda che è la seconda industria del Paese e del Veneto e va difesa e valorizzata a ogni costo”, ha concluso Paolo Carron, presidente di Confindustria Veneto Est:
 
Il forum
Il Venice sustainable fashion forum 2025 è promosso da Confindustria Moda, The European House – Ambrosetti e Confindustria Veneto Est. Al centro della quarta edizione, dal titolo “Harmonizing values”, è stato il tema della necessità di un nuovo modello industriale europeo capace di coniugare sostenibilità, legalità e innovazione lungo l’intera filiera.
 
Foto: ufficio stampa Teha

immagini
teha-venezia