L’Antitrust multa Novamont per abuso di posizione dominante. La replica:abbiamo creato un settore
L’azienda controllata da Eni avrebbe creato accordi con clausole di approvvigionamento esclusivo con i trasformatori e la grande distribuzione sui sacchetti della spesa. Novamont: Questo provvedimento disincentiva la ricerca scientifica, la tecnologia, la ricerca di prodotti sostenibili.
L’Antitrust ha irrogato a Novamont due sanzioni per oltre 32 milioni di euro di cui una parte in solido con la controllante Eni per abuso di posizione dominante. I fatti, leggiamo da una nota di Agcm, risalgono al periodo tra gennaio 2018 e dicembre 2023.
L’accusa
L’autorità ha accertato dopo un’istruttoria aperta più di un anno fa che Novamont - che opera nei mercati nazionali delle materie prime bioplastiche e compostabili per la produzione di shopper (tipo i sacchetti della spesa) e di sacchetti ultraleggeri (quelli utilizzati per l’ortofrutta) - ha sviluppato un prodotto a norma (noto come Mater-Bi) acquisendo una posizione dominante nel mercato nazionale della produzione di bioplastiche per shopper e per sacchetti ultraleggeri, con una quota sempre superiore al 50% nel primo caso e al 70% nel secondo caso.
In questi mercati, Novamont avrebbe creato un doppio sistema di accordi con clausole di approvvigionamento esclusivo a due livelli della filiera: con i trasformatori che comprano bio-compound per produrre shopper e sacchetti ultra-leggeri, vincolati a rifornirsi esclusivamente di Mater-Bi, precludendo ai concorrenti l’accesso al mercato (questi trasformatori rappresentano, in media, circa il 52% della domanda nazionale di bio-compound per shopper e il 70% di quella per sacchetti ultra-leggeri); con la grande distribuzione organizzata che diventa cliente dei trasformatori in quanto principale acquirente dei sacchetti in questione, vincolata a comprare solo prodotti realizzati con il materiale Mater-Bi dai trasformatori partner di Novamont. Le catene della grande distribuzione contrattualizzate da Novamont hanno rappresentato nel periodo di riferimento fino al 44% della domanda di shopper e sacchetti ultra-leggeri espressa dalla gdo (grande distribuzione organizzata, cioè le catene di supermercati) e una quota essenziale di fatturato (sino al 51%) dei trasformatori partner di Novamont.
Questo sistema ha determinato,secondo l’Antitrust “una politica abusiva escludente per i concorrenti di Novamont, attraverso un meccanismo circolare tra i due gruppi di operatori che provoca alcuni effetti: finché i principali operatori della gdo si vincolano a rifornirsi solo da trasformatori partner di Novamont di sacchetti realizzati in Mater-Bi, i trasformatori stessi sono incentivati ad accettare le clausole di approvvigionamento esclusivo richieste da Novamont; finché la maggioranza dei trasformatori che serve la grande distribuzione organizzata è legata a Novamont da un’esclusiva, la gdo ha convenienza a stipulare con Novamont contratti che prevedono vincoli di esclusiva remunerati e/o meccanismi incentivanti”.
Gli effetti, secondo l’Antitrust
Gli effetti che derivano dal sistema escludente attuato da Novamont avrebbero “precluso lo sviluppo di una sana concorrenza nei mercati nazionali della produzione e vendita di bio-compound a norma per shopper e sacchetti ultra-leggeri, perché di fatto hanno impedito ai concorrenti di Novamont di trovare sbocchi effettivi per i loro prodotti e di operare efficacemente in tali mercati. L’ostacolo al pieno sviluppo di prodotti alternativi al Mater-Bi non ha solo un impatto anticoncorrenziale, ma anche un risvolto di tipo ambientale: un processo competitivo aperto nel settore delle bioplastiche è imprescindibile per raggiungere gli obiettivi di tutela ambientale perseguiti dal legislatore europeo e nazionale. Una sana concorrenza potrebbe far emergere bioplastiche alternative e più efficienti e favorire anche lo sviluppo di prodotti eco-compatibili più economici o di miglior qualità”.
Novamont: un disincentivo alla ricerca
In merito alla sanzione, Novamont ha espresso sorpresa e dissente fermamente dalle conclusioni dell’Agcm e tutelerà le proprie ragioni in sede giurisdizionale.
Novamont, oggi società di Versalis (Eni), è nata – si legge in una nota – “come start up in un settore, quello delle bioplastiche, che non esisteva. Ha investito in ricerca scientifica e messo a punto nuove tecnologie, reindustrializzando 6 siti dismessi, e costruito una rete di collaborazioni creando così un modello di sviluppo produttivo più sostenibile, integrato nei territori italiani per generare le materie prime per bioplastiche biodegradabili e compostabili in direzione di modelli di consumo più sostenibili, con particolare attenzione alla valorizzazione del rifiuto organico. In tale ottica, Novamont accompagna i suoi partner nello sviluppo di nuove applicazioni e soluzioni, dando loro assistenza tecnica, supporto in attività di certificazione dei prodotti finiti e accesso a nuovi materiali sperimentali. In un contesto in cui – secondo l’istituto di ricerca indipendente Plastic Consult – almeno un sacchetto su quattro è fuori legge, Novamont si è impegnata per valorizzare qualità e sicurezza, assicurandosi che i trasformatori partner osservassero i rigidi capitolati previsti per i prodotti a marchio, e per sensibilizzare la grande distribuzione riguardo all’importanza di veicolare ai consumatori prodotti affidabili e ambientalmente sostenibili”.
“L’Agcm, nel provvedimento finale, non ha tuttavia tenuto in alcun conto le logiche tipiche dell’innovazione, nonostante Novamont abbia compiutamente illustrato nel corso dell’intero procedimento le ragioni per cui le contestazioni mosse dovevano considerarsi infondate e abbia presentato tutte le evidenze che confermano la correttezza della propria prassi commerciale finalizzata a proteggere innovazione, qualità e valore nel mercato italiano. Questo provvedimento disincentiva la ricerca scientifica, la tecnologia, la ricerca di prodotti sostenibili in linea con la transizione ecologica nel territorio italiano, favorendo invece l’importazione di prodotti non sempre di qualità paragonabile”.