Biorepack presenta il nuovo marchio per il corretto smaltimento degli imballaggi compostabili
Il nuovo marchio collettivo esprime l’appartenenza al sistema Epr, attraverso cui i produttori adempiono agli obblighi in materia di responsabilità estesa. E semplifica il contributo dei cittadini alla raccolta differenziata.
Una mano rivolta verso un cestino dei rifiuti organici che stringe un torsolo di mela e sotto la scritta “Organico Biorepack”. È il design del nuovo marchio collettivo lanciato da Biorepack, il sistema consortile europeo di responsabilità estesa del produttore (Epr) dedicato agli imballaggi in bioplastica compostabile.
A cosa serve
Il nuovo marchio collettivo esprime l’appartenenza al sistema Epr Biorepack, attraverso cui i produttori adempiono agli obblighi in materia di responsabilità estesa e si occupano del fine vita degli imballaggi in bioplastica compostabile. È stato progettato anche per aiutare le persone nel corretto conferimento degli imballaggi in bioplastica compostabile all’interno dell’umido domestico. Tra gli obiettivi, la tutela e la valorizzazione di un’eccellenza italiana nella bioeconomia circolare, in linea con il Ppwr (Packaging and packaging waste regulation) che consente di comunicare volontariamente l’appartenenza a un sistema Epr e garantisce i requisiti per l’appartenenza la sistema Epr Biorepack.
Un buon conferimento
Il marchio serve a ricordare che quello italiano è il primo sistema Epr al mondo che si occupa della gestione del fine vita delle bioplastiche compostabili. Un sistema che si prende cura dei prodotti che rientrano nel circuito di gestione e di riciclo, espressione tangibile dell’economia circolare, e che valorizza il ruolo positivo degli imballaggi compostabili nell’aumentare qualità e quantità della raccolta dell’organico.
Il marchio aiuta a identificare con immediatezza e semplicità dove conferire gli imballaggi in bioplastica compostabile nel momento della raccolta differenziata dei rifiuti. Una corretta raccolta si traduce in una riduzione degli errori che sporcano l’organico e, di conseguenza, in un migliore trattamento negli impianti e dei tassi effettivi di riciclo.
Il nuovo marchio, registrato presso l’Ufficio italiano brevetti e marchi, è frutto di 24 mesi di analisi e studi approfonditi, a cui ha contribuito anche Deloitte. Ed è in linea con il nuovo Regolamento imballaggi e rifiuti da imballaggio (Ppwr) – verso l’applicazione ad agosto di questo anno – che consente di comunicare in maniera volontaria l’appartenenza a un sistema Epr.