In breve. Svitare il tappo ci inonda di nanoplastiche. Vetro: la campagna Coreve
L’analisi di 103 studi scientifici sulla contaminazione della plastica sugli alimenti; perfino affettare un alimento sul tagliere di plastica contaminerebbe i cibi di particelle polimeriche. La campagna del consorzio riciclo vetro per le strutture ricettive sulle modalità di conferimento.
Nanoplastiche
Gli imballaggi alimentari sono una fonte di micro e nanoplastiche nei cibi. Lo afferma l’ennesima ricerca, questa di tipo compilativo, la quale ha analizzato altri 103 studi scientifici che avevano come oggetto di indagine queste particelle invisibili rilevate negli ultimi anni in qualunque ambiente, in diversi organi del corpo umano, persino nel cervello. Gli autori della ricerca, pubblicata sulla rivista Npj Science of Food -leggiamo su AdnKronos - prendono in considerazione sia gli imballaggi che in generale quegli articoli che in qualche modo entrano a contatto diretto con gli alimenti. Perfino l'apertura di una bottiglia di plastica o il taglio su un tagliere di plastica, si spiega nel lavoro, possono contaminare gli alimenti con micro e nanoplastiche.
Coreve non va in vacanza
Il riciclo non va in vacanza grazie a Coreve, consorzio di recupero del vetro, che lancia la campagna di sensibilizzazione sul corretto riciclo del vetro di turisti e villeggianti di località balneari e mete turistiche, durante l’estate. La campagna coinvolge info point, strutture ricettive, b&b, hotel, bar e ristoranti e attività locali che saranno forniti di cartoline, materiali informativi che illustrano quali sono le regole del riciclo del vetro in quel preciso comune. Spesso, infatti, le modalità di conferimento cambiano di comune in comune, generando confusione nei turisti.