torna alla home
Visitaci anche su:

Notiziario ambiente energia on-line dal 1999

Con il coronavirus la produzione di rifiuti urbani è andata indietro di 20 anni

where Roma when Mar, 14/07/2020 who roberto

Secondo la Commisione Ecomafie, con il lockdown si è registrato un meno 10%, in linea col Pil

Una riduzione della produzione cassonetti-rifiuti.jpgdei rifiuti urbani - in linea con le previsione sul crollo del Pil - potrebbe portare la quantità totale a fine pandemia ai livelli di venti anni fa, e cioè a 28,7 milioni di tonnellate; a fianco di questo dato bisogna però calcolare il raddoppio, se non di più, dei rifiuti sanitari. A scattare una fotografia dell'impatto del coronavirus sulla filiera del settore è la relazione “Emergenza epidemiologica Covid-19 e ciclo dei rifiuti”, portata avanti dalla commissione Ecomafie.

"Nella fase di applicazione delle più stringenti misure di contenimento - spiega la commissione bicamerale - si sono osservati una decisa contrazione nella produzione dei rifiuti speciali di origine industriale e un aumento dei rifiuti domestici e del rifiuto organico. Nel complesso, i rifiuti urbani sono diminuiti per effetto della forte riduzione" di quelli provenienti da commercio, turismo e terziario.

In base all'analisi dei dati dell'Istituto superiore per la protezione e la ricerca ambientale (Ispra) "i rifiuti urbani nel bimestre marzo e aprile 2020 sono diminuiti di circa il 10%", pari a "meno 500mila tonnellate". E, seguendo la linea del Pil, "la produzione dei rifiuti urbani alla fine del 2020 potrebbe ammontare a circa 28,7 milioni di tonnellate, dato confrontabile con quello del 2000", mentre sono aumentati "i rifiuti sanitari a rischio infettivo"; e, anche se ancora non è possibile fare una valutazione corretta, "i dati mostrano una capacità degli impianti pari a 340mila tonnellate, a fronte delle 144mila trattate nel 2018".

immagini
cassonetti-differenziata
leggi anche: