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Economia circolare, per raggiungere le nuove sfide europee più prevenzione e più riciclo

where Milano when Mar, 03/10/2017 who roberto

La transizione a una circular economy e il futuro degli imballaggi in Italia al centro di un convegno organizzato alla Bocconi di Milano

Per raggiungere i nuovi obiettivi europei convegnoconai.jpgsul riciclo imballaggi, ovvero 65% al 2025 e 75% al 2030, occorrerà migliorare le politiche di prevenzione e di riutilizzo, migliorare la riciclabilità in alcune filiere, potenziare lo sbocco dei materiali riciclati e rafforzare e migliorare qualità e quantità delle raccolte differenziate. È quanto emerso al convegno “La transizione ad una circular economy e il futuro del riciclo degli imballaggi in Italia”, organizzato all’Università Bocconi di Milano dalla Fondazione per lo Sviluppo Sostenibile, Conai, Iefe-Bocconi ed Enea.

Cinque regioni del Sud (Basilicata, Puglia, Molise, Calabria, Sicilia) - è stato detto - non arriverebbero al 65% di raccolta differenziata entro il 2025, necessario per avere un riciclo del 60%, senza un’iniziativa nazionale coordinata per recuperare i ritardi. Questi nuovi obiettivi di circular economy sollecitano, dunque, anche innovazioni tecnologiche e organizzative.
“L’Italia - ha rilevato Gian Luca Galletti, Ministro dell’Ambiente e della Tutela del Territorio e del Mare - è fra i Paesi che punta con più decisione ad una rapida transizione verso l’economia circolare, che sarà un potente driver di sviluppo economico nei prossimi decenni. I target in discussione in sede comunitaria sono alla nostra portata perché abbiamo un sistema che funziona, il sistema consortile, che è un’esperienza italiana che in Europa è considerata un modello da imitare. Gli obiettivi dell’Unione Europea sono molto ambiziosi, fra il 75 e l’80% di riciclo al 2030, ma il trend di crescita di differenziata e riciclo degli imballaggi è tale da farci guardare al futuro con la fiducia di chi ha creato un buon sistema che va implementato e sostenuto”.
”L’Italia - ha affermato Edo Ronchi, Presidente della Fondazione per lo Sviluppo Sostenibile - si trova in una posizione favorevole per raggiungere i nuovi target europei di riciclo degli imballaggi. Il sistema Conai-Consorzi di filiera ha già raggiunto e superato l’obiettivo del 65% al 2025, essendo già al 67%. Ma gli obiettivi 2030 sono più impegnativi da centrare in particolare visto il trend di crescita delle quantità immesse al consumo”.
"Nel quadro della transizione verso l'economia circolare - ha osservato Roberto Morabito, Direttore del Dipartimento Sostenibilità dei sistemi produttivi e territoriali dell’ENEA - ENEA è impegnata in interventi e attività per il miglioramento delle performance relative all'intero ciclo di vita degli imballaggi, dalla scelta delle materie prime al fine vita, a supporto di consorzi, imprese e PA”.

Rilevante è anche il tema degli investimenti che saranno richiesti per raggiungere i nuovi target di riciclo al 2030: aumentando sia le quantità di rifiuti di imballaggio che la quota che dovrà essere raccolta e avviata a riciclo, i costi della corretta gestione dei rifiuti tenderanno ad aumentare in modo significativo. Questo in un contesto in cui il riciclo è economicamente conveniente solo per alcuni materiali e dipende, sempre e comunque, dai prezzi di mercato delle materie prime vergini equivalenti, generalmente molto variabili. Un’ulteriore sfida è data dal fatto che maggiori quantità riciclate richiederanno mercati in grado di assorbire questa nuova offerta. La selezionabilità e riciclabilità degli imballaggi e le caratteristiche qualitative delle materie prime seconde ricavate saranno elementi chiave per lo sviluppo di tali mercati. L’aumento del riciclo comporta rilevanti vantaggi ambientali (risparmi di materiali, di energia, di emissioni di gas serra e di altre emissioni), ma questi vantaggi ambientali non sono riconosciuti, o lo sono solo in parte, dai prezzi di mercato. Una riflessione sulle prospettive future non può quindi trascurare le attuali dinamiche di mercato né le possibili soluzioni per assicurare la corretta valorizzazione delle materie prime seconde derivanti dal riciclo degli imballaggi.
“Il raggiungimento degli obiettivi di riciclo al 2030 posti dall’Unione Europea per il settore degli imballaggi comporterà un aumento dei quantitativi di rifiuti da gestire, ma anche importanti benefici occupazionali ed ambientali - ha affermato Edoardo Croci, coordinatore di GEO-Green Economy Observatory dello IEFE-Università Bocconi - . Dai risultati del nostro modello, il raggiungimento dei target nel 2030 comporterà un aumento dell’occupazione diretta nel settore di circa 15.000 unità rispetto al 2015 e il risparmio di circa 18 milioni di tonnellate di CO2eq. Se monetizzato, tale risparmio ammonterebbe a circa 1 miliardo di euro di esternalità evitate”
“Guardare al futuro del riciclo degli imballaggi significa anche riconoscere i fattori di successo che in 20 anni hanno portato l’Italia a essere una delle best practice europee nel settore, con il riciclo da parte della gestione consortile di circa 50 milioni di tonnellate di imballaggi in acciaio, alluminio, carta, legno, plastica e vetro” ha commentato Giorgio Quagliuolo, Presidente di CONAI (Consorzio Nazionale Imballaggi). “Tra questi, la natura privatistica e imprenditoriale di Conai, da cui deriva la sua autonomia d’azione per il perseguimento degli obiettivi di riciclo e recupero, e il suo carattere no profit, che consente di incidere sull’intera filiera con misure di prevenzione. Da qui si può e si deve partire per raggiungere i nuovi ambiziosi obiettivi di recupero che stanno per essere fissati in sede europea”.

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