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Economia circolare, il riciclo degli imballaggi in vetro al 70,3%

where Roma when Lun, 22/02/2016 who redazione

A tracciare il quadro è il rapporto “Il riciclo del vetro e i nuovi obiettivi europei per la circular economy”, realizzato dalla Fondazione per lo Sviluppo Sostenibile per conto di Assovetro

Aumenta in Italia la raccolta differenziata degli imballaggi di vetro, che è arrivata al 77%. Il tasso di riciclo, nonostante la difficile congiuntura economica, che ha visto crescere ben poco la quantità di bottiglie e vasetti immessi sul mercato italiano, è cresciuto: negli ultimi 5 anni (dal 2010 al 2014) è passato dal 68,3% al 70,3% (+2%), creando nuova materia rinnovabile per produrre contenitori in vetro. A tracciare il quadro è il rapporto “Il riciclo del vetro e i nuovi obiettivi europei per la circular economy”, realizzato dalla Fondazione per lo Sviluppo Sostenibile per conto di Assovetro, l’Associazione nazionale degli industriali del vetro aderente a Confindustria.

assovetro.jpgI dati del report - Il rapporto offre una panoramica sul presente e sul futuro del settore, che conta 20.200 occupati, produce 1,4 miliardi di Pil e ha il 70% degli investimenti green. Il settore della produzione e riciclo del vetro è anche un importante driver economico per tutta l’Europa: ha generato 125.000 posti di lavoro, contribuendo con 9,5 miliardi al Pil europeo e riducendo del 48% l’utilizzo di materie prime. In particolare, dal rapporto emerge che, con il riciclo del rottame di vetro reimpiegato nei forni delle aziende vetrarie italiane (comprese le importazioni e il rottame di vetro non da imballaggio), nell’ultimo anno sono state risparmiate materie prime tradizionali per circa 3.020.000 tonnellate, energia per 316 milioni di metri cubi di metano ed emissioni per circa 1,9 milioni di tonnellate di CO2.

Differenziata più di qualità - Di fronte ai nuovi target di riciclo posti dal recente pacchetto Ue sull’economia circolare (75% nel 2025 e 85% nel 2030) sarà però necessario fare maggiori sforzi per migliorare la qualità e la quantità delle raccolte differenziate. Oltre 512.800 tonnellate di vetro finiscono ancora nei rifiuti indifferenziati, mentre altre perdite emergono negli impianti di selezione e trattamento dei rottami di vetro, dove ben 150.000 tonnellate di scarti, per il 90% di vetro, finiscono in discarica insieme ai materiali di scarto a causa della scarsa qualità della raccolta.

L’economia circolare - ha dichiarato il Ministro dell’Ambiente, Gian Luca Galletti - è la scelta strategica che l’Italia ha compiuto per uno sviluppo che sia sostenibile e, in prospettiva, a rifiuti zero e de-carbonizzato. Tale scelta è diventata una sfida globale dopo l’intesa mondiale sul clima siglata a Parigi nel dicembre scorso. In questo ambito il settore del vetro, riciclabile al 100%, è certamente un’avanguardia virtuosa per le alte performance di recupero e riuso di materia. L’Italia, con Assovetro, è in prima linea per rafforzare il ruolo di eccellenza che questa filiera rappresenta sia dal punto di vista ambientale che economico e occupazionale”.  

Il vetro - ha detto il Presidente della Sezione Vetro cavo di Assovetro, Marco Ravasi - è un materiale che realizza alla perfezione il concetto di economia circolare, che si basa su produci-consuma-riproduci e permette di riprodurre sempre contenitori che hanno caratteristiche identiche a quelli originali. Di fronte ai nuovi obiettivi europei sarà necessario ora aumentare e migliorare le raccolte differenziate e rafforzare l’innovazione nel settore per ottenere rottami di qualità che alimentino un ciclo virtuoso”

Dalla ricerca, osserva Edo Ronchi, presidente della Fondazione per lo sviluppo sostenibile, “emerge che il vetro, che può essere riciclato più volte e reimpiegato per rifare lo stesso tipo di prodotti è un modello di riferimento per l’economia circolare. Un nuovo modello di sviluppo industriale il cui obiettivo è quello di preservare e mantenere il più a lungo possibile il valore dei prodotti e dei materiali, riducendo al contempo la generazione di rifiuti, nonché l'eccessivo consumo di risorse primarie e di energia”.

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