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Le interviste di e-gazette - Club Carta e Cartoni: cresce l’attenzione al green nel packaging cosmetico

where Milano when Lun, 30/05/2016 who michele

Con Eliana Farotto, responsabile Ricerca e Sviluppo di Comieco, abbiamo parlato delle principali novità di mercato, dell’azione del Club Carta e Cartoni e della consapevolezza del consumatore

eliana-farotto-comieco.pngDella sostenibilità e degli argomenti a cui essa è legata fa parte il tema del confezionamento del prodotto, ma non sempre le aziende più piccole ne colgono a pieno le potenzialità, considerando il packaging in cartone riciclato solo in termini di costi rispetto a imballi più tradizionali. e-gazette ha voluto fare il punto della situazione sul futuro e sull’innovazione degli imballaggi per uso cosmetico e, più in generale, sul lavoro svolto dal Club Carta e Cartoni. Ne abbiamo parlato con Eliana Farotto, Responsabile Ricerca e Sviluppo del Consorzio Comieco.
 
Quanto conta per le imprese, a suo giudizio, disporre di una confezione “green” per un prodotto cosmetico?
Sicuramente in buona percentuale. Come evidenziato da un'indagine messa a punto dal Club Carta e Cartoni di Comieco e da diversi studi di settore, il packaging costituisce il primo biglietto da visita di un prodotto ed è sempre più determinante nei processi decisionali di acquisto. Tenendo conto del fatto che i consumatori, anche in ambito cosmetico, sono sempre più attenti agli aspetti "green" legati ad un determinato prodotto, dalla formulazione alla selezione delle materie prime, le aziende puntano a valorizzare sempre di più tali informazioni. E un packaging in linea con questo orientamento, concepito quindi con criteri di sostenibilità, è una scelta assolutamente coerente con questo trend e con le nuove esigenze dei consumatori.
 
Il tema della sostenibilità del packaging è sentito tra le aziende?
L'attenzione alla sostenibilità è un driver sulla cui base le aziende stanno sempre più orientando le loro scelte, in particolare per quanto riguarda le realtà di maggiori dimensioni, solitamente strutturate con divisioni aziendali e risorse dedicate. Detto questo, permangono realtà e situazioni in cui ancor oggi risulta difficile conciliare sostenibilità e bilanci economici: spesso è colpa di una percezione errata da parte di imprese medio-piccole, poco strutturate e non preparate a fondo su questi aspetti, le quali ritengono che una maggiore attenzione alla sostenibilità coincida con maggiori costi per l'azienda. Comieco, attraverso il Club Carta e Cartoni, si propone di fare leva proprio su questo aspetto: la sostenibilità non è tanto un costo, quanto un'opportunità e un vantaggio per le aziende.
 
È cresciuto il ricorso nelle confezioni a colori vegetali, compostabili e biodegradabili?
Nel settore cosmetico il principale orientamento, parlando nello specifico di carta e cartone, si lega al concetto di prevenzione e al principio delle 3R: ridurre, riutilizzare, riciclare. Lo illustriamo molto bene nella sezione Best Pack presente sul sito di Comieco (www.comieco.org), che raccoglie oltre 400 casi di imballaggi cellulosici. In riferimento all'ambito cosmetico non mancano esempi significativi: confezioni di profumo in cartone riciclato proveniente da fonti miste, contenente un minimo del 50% di fibra da foreste gestite in modo sostenibile, prodotti sfruttando fonti rinnovabili come l'energia eolica; e ancora, contenitori biodegradabili e compostabili, semplici da riciclare senza doverli smontare, come nel caso del contenitore statunitense Eco Push per balsami labbra e corpo.
 
Quali sono le principali innovazioni legate al packaging cosmetico?
La principale innovazione riguarda il modo di conciliare estetica, funzionalità e sostenibilità. Sono sempre di più le aziende che puntano ad una riduzione del materiale di imballaggio che salvaguardi la piacevolezza estetica del pack, attraverso soluzioni di design di impatto, come avviene ad esempio per noti profumi o per prodotti di ambito health care. Da segnalare, inoltre, lo sforzo di alcuni designer che hanno progettato prototipi di packaging cellulosici primari molto accattivanti che, se usati dalle aziende, potrebbero portare alla sostituzione di volumi importanti di materiali altrimenti non riciclabili.
 
Quali sono i mercati internazionali più rilevanti?

In base ai dati di un recente rapporto di Cosmetica Italia, la top 10 dei Paesi esportatori di cosmetici vede ai primi posti Francia, Germania, Stati Uniti, Regno Unito. L'Italia figura al quinto posto. Sempre in base ai dati del rapporto di Cosmetica Italia, le aziende italiane hanno saputo tenere testa alla crisi economica, grazie a capacità competitive solide e a investimenti per lo sviluppo.
 
Cosa chiedete, più in generale, ai soci del club Carta e Cartoni?
Il Club Carta e Cartoni si propone di riunire le aziende che utilizzano carta e cartone per confezionare e movimentare i loro prodotti, promuovendo in primis una cultura della sostenibilità e fornendo strumenti utili per l'aggiornamento professionale. Alle aziende chiediamo soprattutto di fare tesoro degli strumenti e delle informazioni che mettiamo a loro disposizione. In parallelo, il Club si impegna ad ascoltare le esigenze e le criticità messe in luce dalle aziende, incentivando un dialogo all'interno della filiera del packaging. Solo attraverso una sinergia tra le parti in gioco sarà infatti possibile ottenere risultati concreti.
 
Qual è il futuro delle carte ottenuti da scarti vegetali?
Il futuro di questi materiali è sicuramente vincente, in quanto costituiscono un perfetto esempio di economia circolare: un modello che pone al centro la sostenibilità del sistema, in cui non ci sono prodotti di scarto e in cui le materie vengono costantemente riutilizzate. In base a tale modello tutte le attività, a partire dall'estrazione alla produzione, sono quindi organizzate in modo che i rifiuti di qualcuno diventino risorse per qualcun altro. In particolare, tra le proposte della Commissione Europea ce ne sono alcune che dovrebbero diventare giuridicamente vincolanti: il riciclo del 70% dei rifiuti urbani e dell'80% dei rifiuti di imballaggio entro il 2030 e, a partire dal 2025, anche il divieto di collocare in discarica i rifiuti riciclabili e biodegradabili.
 
Che consapevolezza ha il consumatore in termini di recupero quando getta la confezione di un prodotto?
Negli ultimi anni sono stati compiuti passi molto significativi in termini di sensibilizzazione del consumatore finale all'importanza di una corretta raccolta differenziata, con risultati concreti. Parlando nello specifico di imballaggi in carta e cartone, il tasso di riciclo è ad oggi dell'80% e quello di recupero dell'88%: questo significa che la maggior parte degli imballaggi cellulosici immessi al consumo viene recuperata o avviata a riciclo.
 
A proposito della rilevanza di un packaging green nella decisione d'acquisto del consumatore. Sono state fatte indagini a riguardo? C'è qualche dato da citare?
Il Club Carta e Cartoni ha condotto una ricerca focalizzata sul ruolo che gli imballaggi rivestono nella conservazione dei prodotti, alimentari e non alimentari, limitando significativamente gli sprechi. In fase di acquisto, ben un terzo degli italiani include tra i criteri per la scelta anche le caratteristiche della confezione. Altri dati significativi riguardano la percezione che i consumatori italiani hanno nei confronti degli imballaggi: il 38% degli italiani li apprezza in particolare per la loro capacità di garantire l'igiene di un prodotto, il 17% per la funzione di protezione da urti e rotture, il 21,6% per la loro funzione informativa nei confronti del consumatore. Un altro dato importante riguarda, nello specifico, il packaging in carta e cartone: secondo un'altra ricerca condotta dal Club Carta e Cartoni, per il 98% degli italiani apprezzano gli imballaggi cellulosici, in quanto pratici e convenienti (85,1%), sicuri e igienici (91,8%) e sostenibili (88,9%).
 
Nelle confezioni mancano spesso le istruzioni di smaltimento o almeno una semplice dichiarazione del materiale che lo compone. Specie nelle piccole confezioni multilingue, ci si limita ai simboli internazionali di riciclo. Perché non compaiono spiegazioni più precise? 
Sicuramente diciture più semplici e chiare potrebbero aiutare il consumatore, dalla data di scadenza di un prodotto posta in una posizione più leggibile alle informazioni utili per un corretto riciclo della confezione. Molto ancora possono fare le aziende in questo senso: ad esempio nel settore cosmetico non tutti sono a conoscenza del fatto che i prodotti per il make up o le creme presentano un'icona PAO (Period After Opening), frutto di una direttiva europea del 2003 che indica quanti mesi il cosmetico mantiene le sue caratteristiche dopo essere stato aperto. Rendere più chiara e comprensibile questa informazione potrebbe agevolare le consumatrici, evitando di gettare via un prodotto ancora in buone condizioni o viceversa.

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Responsabile Ricerca e Sviluppo del Consorzio Comieco
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