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L’Italia del riciclo: cresce il recupero di imballaggi prodotti dall’industria

where Roma when Lun, 19/12/2016 who michele

Lo evidenzia lo studio annuale “L’Italia del Riciclo”, il Rapporto promosso e realizzato da FISE Unire

L’industria nazionale del riciclo dei rifiuti si rafforza ulteriormente, mostrando indici in forte crescita nel settore degli imballaggi: nel 2015 il 67% è stato avviato a riciclo. italia-riciclo-2016.jpg
È quanto emerge dallo studio annuale “L’Italia del Riciclo”, il Rapporto promosso e realizzato da FISE Unire (l’Associazione che rappresenta le aziende del recupero rifiuti) e dalla Fondazione per lo Sviluppo Sostenibile. Il riciclo si conferma attività cruciale per l’economia circolare, trasformando annualmente oltre 15 milioni di tonnellate di rifiuti di carta, vetro, plastica, legno e organico in 10,6 milioni di tonnellate di materie prime seconde. Nel 2015 il riciclo degli imballaggi ha registrato una sensibile crescita complessiva (+ 5% in termini assoluti), che conferma la capacità del settore, sia pure nell’attuale contesto di crisi economica, di intercettare e avviare a recupero quantitativi crescenti di rifiuti: 8,2 milioni di tonnellate, contro le 7,8 del 2014 e le 7,6 del 2013. Tutte le filiere evidenziano indici in crescita, ad eccezione dell’alluminio che vede diminuire le tonnellate avviate a riciclo (- 1%) e la percentuale di riciclo sull’immesso a consumo (- 4%). Si confermano le eccellenze nel tasso di riciclo di carta (80%), acciaio (73,4%), vetro (71%) e alluminio (70%), mentre registrano le percentuali di crescita più elevate i quantitativi avviati a recupero di plastica (+10%) e legno (+5%).

“Il Rapporto evidenzia come l’Italia abbia compiuto notevoli progressi nel campo del riciclo”, ha dichiarato Andrea Fluttero, Presidente di UNIRE, “grazie a un settore virtuoso e dinamico; una vera circolarità delle risorse non è stata ancora pienamente realizzata. Potrà esserlo solo a patto che si affrontino e si risolvano alcuni nodi da tempo irrisolti.
Tra questi le regole, che devono essere certe, chiare e stabili nel tempo, la semplificazione complessiva del settore, la migliore definizione del sistema consortile, che deve diventare sempre più sussidiario al mercato, il problema delle esportazioni e la necessità di sviluppare ricerca ed innovazione tecnologica. Tutti elementi indispensabili per dare ulteriore slancio al settore e senza i quali sarà difficile migliorare i risultati del nostro settore sia dal punto di vista economico che ambientale”.

“L’uso efficiente dell’energia e dei materiali sono ormai indispensabili fattori non solo di qualità ambientale, ma di competitività economica. Occorre quindi produrre sempre meno scarti e meno rifiuti e riciclare il massimo possibile. Le imprese italiane hanno ormai raggiunto il livello di eccellenza in Europa con il riciclo del 72% dei rifiuti speciali, lo stesso livello di eccellenza deve essere raggiunto anche nel riciclo dei rifiuti urbani (al 43%), sulla scia positiva di quello degli imballaggi, oggi al 67% dell’immesso al consumo”, ha affermato Edo Ronchi, Presidente della Fondazione per lo Sviluppo Sostenibile.“Ciò richiederà politiche mirate per recuperare i ritardi in alcune Regioni del Sud - ha concluso - e maggiore attenzione alle filiere industriali del riciclo per il loro ruolo strategico”.

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Presentazione dello studio Fise Unire l'Italia del Riciclo 2016
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