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Previsioni 2016, il mercato del packaging italiano cresce, ma non troppo

where Milano when Mar, 31/01/2017 who roberto

Per l’Istituto Italiano Imballaggio il 2016 dovrebbe chiudersi con un + 1,5% per la produzione di imballaggi espressa in peso

Il settore del packaging italiano cresce, ma con cautela. Secondo leimballaggi.jpg primissime analisi dell’Istituto Italiano Imballaggio, il 2016 dovrebbe chiudersi con un + 1,5% per la produzione di imballaggi espressa in peso. Sul finire dell’anno tutti gli indicatori previsionali si sono ridimensionati rispetto alle previsioni, compresa l’attività manifatturiera che, secondo Prometeia, crescerà dell’1,2% e non del 2% come si ipotizzava a maggio, rallentando quindi la crescita in atto.
Di questo fenomeno risentirà anche il settore del packaging, strettamente legato all’attività manifatturiera, frenando il proprio trend di crescita. Per il 2016 è quindi ipotizzabile una variazione rispetto all’anno precedente del +1,5%, determinata non solo alla frenata previsionale degli indicatori economici nazionali, ma anche dall’andamento del commercio estero. Infatti, analizzando i primi 10 mesi dell’anno le importazioni dovrebbero chiudere con un +9%. Ad influire su questa crescita abbiamo, da una parte, le politiche di mercato delle multinazionali che decidono le movimentazioni interne, basandosi su decisioni puramente commerciali, dall’altro - per certi settori - l’appetibilità di alcuni mercati di utilizzo italiani. L’area vetro registra per esempio, sempre con riferimento ai primi 10 mesi dell’anno, un aumento delle importazioni di circa il 10%. Se da una parte questo è dovuto alle scelte commerciali dei grossi gruppi internazionali, che decidono di importare imballaggi vuoti dalle consociate estere, dall’altra c’è anche da considerare l’appetibilità di alcuni mercati italiani, come il vino, che attirano molti competitors esteri. In un settore come il vetro, quando ragioniamo in termini di peso, questo influisce in maniera importante. D’altro canto, le esportazioni crescono di poco, solo 1% rispetto al 2015. Il consumo apparente, che deriva dal classico calcolo produzione + import - export, chiuderà con una crescita di circa il 2,5%.
La crescita contenuta del settore rispecchia pienamente la situazione economica nazionale e internazionale, dove la ripresa risulta essere un pochino più rallentata rispetto a quello che ci si aspettava. Un altro aspetto da considerare nell’area packaging è l’andamento dei prezzi delle materie prime.
Per il 2016 si registrano andamenti differenti per i vari materiali: in calo i polimeri per la produzione degli imballaggi in plastica, sia per quanto riguarda i polimeri materia prima vergine che per quelli provenienti da riciclo. I primi registrano un calo medio dell’8% e gli altri del 5%. In flessione anche le quotazioni di alcune materie prime per imballaggi cellulosici, dove il cartone ondulato registra un - 4%; sostanzialmente stabili fogli e cartoncini, in aumento dell’1,1% la materia prima per la produzione dei sacchi ad uso industriale. Diverso l’andamento delle quotazioni relative ai metalli, che crescono sia per l’acciaio che per l’alluminio. Per il primo si registrano variazioni de quotazioni a due cifre - +18% - guidata soprattutto dalla crescita del prezzo del lamierino per fusti, importanti anche le crescite della materia prima proveniente da riciclo. Per quanto riguarda l’alluminio, la crescita è del 5%.

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