Rapporto Cobat 2015: un modello all’avanguardia per l’economia circolare in Italia
La fotografia illustra i risultati ottenuti nella gestione dei rifiuti tecnologici, con uno sguardo agli ambiziosi obiettivi da raggiungere
Oltre 146 milioni di chili di rifiuti tecnologici raccolti solo nel 2015. Una montagna di smartphone, tablet, elettrodomestici e batterie che, vittime dell’usura o dell’incessante innovazione tecnologica, sono stati gettati e successivamente trasformati in nuove materie prime. Sono i dati di Cobat – Consorzio Nazionale Raccolta e Riciclo, che oggi ha presentato a Roma il Rapporto di attività 2015.
Una testimonianza concreta del fatto che l’economia circolare in Italia esiste e funziona, grazie alla fruttuosa collaborazione tra chi quei beni li fabbrica o li distribuisce e chi li raccoglie, una volta giunti a fine utilizzo, per trasformarli nuovamente in materie prime di cui l’industria italiana ha bisogno.
Di questo, e del fatto che grazie a modelli di gestione simili l’Italia può e deve raggiungere i target di raccolta europei, si è parlato nel corso della tavola rotonda moderata da Maurizio Melis, Radio 24, dal titolo “Per ogni fine c’è un nuovo inizio, l’economia circolare come modello di sviluppo per il nostro Paese”, alla quale hanno partecipato Giancarlo Morandi, Presidente Cobat, Ermete Realacci, Presidente VIII Commissione Camera dei Deputati, Rossella Muroni, Presidente Legambiente e Filippo Bernocchi, Delegato ANCI alle politiche per la gestione dei rifiuti e all’energia.
In apertura Michele Zilla, Direttore Generale Cobat, e Claudio De Persio, Direttore Operativo Cobat, hanno presentato nel dettaglio i dati relativi al 2015. Anche quest’anno il Consorzio conferma la sua leadership nel settore pile e batterie. A impressionare è la forte crescita nella gestione dei RAEE (Rifiuti di Apparecchiature Elettriche ed Elettroniche), con un incremento di oltre il 150%.
“Risultati ottimi - ha commentato Giancarlo Morandi, presidente di Cobat, rieletto fino al 2019 dall'assemblea dei soci - , ma gli obiettivi che ci prefiggiamo sono ben più ambiziosi. Siamo in prima fila per trovare una perfetta sintesi tra economia circolare e mobilità sostenibile, raccogliendo e riciclando tutte le componenti delle auto del futuro, quelle ibride e soprattutto elettriche, stando al passo con le innovative batterie che le alimentano.”
Nel 2015 oltre 700 produttori e importatori di pile e accumulatori, apparecchiature elettriche ed elettroniche e moduli fotovoltaici hanno affidato a Cobat la responsabilità della gestione del fine vita dei propri prodotti, per un immesso al consumo pari a oltre 160 mila tonnellate.
Pile e batterie - Cobat si conferma anche quest’anno Sistema d’eccellenza in Italia nella raccolta e riciclo di pile e accumulatori esausti, con il 53% dell’immesso al consumo nel settore degli accumulatori industriali e per veicoli (più di 126 milioni di kg) e il 29% in quello delle pile e degli accumulatori portatili (1 milione 150 mila kg). Il Molise è la regione che registra il maggiore incremento dei quantitativi di raccolta (+912,2%), mentre in termini assoluti è la Lombardia, seguita da Emilia Romagna e Campania, a raggiungere i migliori risultati con oltre 18 milioni.
Raee - Nel 2015, i 1.176 punti di raccolta in tutta Italia, cresciuti del 34% rispetto al 2014, hanno generato una raccolta di circa 19 milioni di kg di RAEE (+151% sull’anno precedente). Gli incrementi più significativi si sono avuti nei Raggruppamenti R2 (grandi bianchi) e R4 (piccoli elettrodomestici). Il maggiore quantitativo raccolto appartiene al Raggruppamento R3 (TV e monitor), con più di 11 milioni e mezzo di kg.
Moduli fotovoltaici - Cobat ha raccolto circa 56mila kg di moduli fotovoltaici giunti a fine vita; il consorzio mantiene la leadership nel settore, conquistata anche grazie al sistema che permette una totale tracciabilità dei moduli e alle solide garanzie finanziarie: servizi che ha offerto ai Soci ben prima che questi diventassero un requisito di legge.
È possibile scaricare il Rapporto 2015 qui