torna alla home
Visitaci anche su:

Notiziario ambiente energia on-line dal 1999

Rapporto Eurispes, cresce nel mondo il recupero dei rifiuti in plastica

where Milano when Mar, 24/09/2013 who redazione

Lo studio ha aperto la quinta edizione del Forum Internazionale PolieCo sull’economia dei rifiuti

Di tutta la plastica richiesta dal mercato nell’UE-27, è stato intercettato un quantitativo di rifiuti pari a 25,1 milioni di tonnellate, in aumento del 2,4% rispetto al 2010, più che doppio rispetto al tasso di crescita della domanda di plastiche vergini (+ 1,1). In discarica sono finite 10,2 milioni di tonnellate, mentre la quota residua è stata destinata a recupero di materia o energetico, con un tasso pari al 59,1% di tutti i rifiuti raccolti e al 31,7% dei materiali vergini immessi sul mercato.
È quanto emerge dal rapporto: “Da rifiuti a risorse. Il futuro della gestione delle plastiche”, realizzato dall’Eurispes in collaborazione con il Consorzio PoliEco (il Consorzio per il riciclaggio dei rifiuti dei beni a base di polietilene) e presentato a Ischia in occasione della V edizione del Forum internazionale sull’economia dei rifiuti.
La ricerca, da cui emerge che la produzione di materie plastiche a livello mondiale segna un incremento in 10 anni del 3,7% e dell’1,7% in Europa, analizza le problematiche europee e nazionali legate al riciclo dei prodotti plastici, evidenziando, da un lato, una mappatura che vede i Paesi Ue come diversamente riciclatori, intermediari o rinunciatari (e l’Italia è fra quest’ultimi). Il rapporto evidenzia inoltre un aumento delle problematiche (anche di salute, oltre che economiche) legate all’importazione di beni prodotti con rigenerato di dubbia origine: circa il 25% delle spedizioni di rifiuti inviate dall’Ue ai Paesi in via di sviluppo di Africa e Asia avviene in violazione delle normative internazionali ma, allo stesso tempo, un’ingente quantità di beni contraffatti o diversamente pericolosi arrivano in Europa proprio grazie all’esportazione illecita di una diffusa miniera di materiali che, adeguatamente riciclati in loco, darebbero luogo ad un risparmio notevole e ad un minor depauperamento di ambiente e risorse nell’ottica della sostenibilità e di un approccio etico all’attività umana. In Italia, le stime sul mercato della contraffazione parlano di un giro di circa 7 miliardi di euro, che comporta minori entrate fiscali per 1,7 miliardi e una perdita di 110mila posti di lavoro.
Tra i settori più colpiti ci sono abbigliamento e accessori (2,5 miliardi di euro), seguiti da cd, dvd, pirateria informatica e dal comparto agroalimentare (1,1 miliardi di euro). Nel 73% dei casi i beni sequestrati risultano di origine cinese.

Per leggere il rapporto Eurispes vai qui

 

leggi anche: