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​Studio Conai al Meeting di Rimini, dal riciclo dei rifiuti urbani un impulso all’occupazione

where Rimini when Mar, 02/09/2014 who michele

Lo studio sull’occupazione nel settore del riciclo rileva che in uno scenario realistico di sviluppo della filiera del riciclo si potranno creare entro il 2020 circa 90.000 nuovi posti di lavoro

Lo studio “Ricadute occupazionali ed economiche nello sviluppo della filiera del riciclo dei rifiuti urbani”, realizzato da CONAI – Consorzio Nazionale Imballaggi – in collaborazione con Althesys è stato illustrato al  Meeting di Rimini nell’ambito del convegno “Creare Occupazione Quali Garanzie?”, alla presenza del ministro del Lavoro Giuliano Poletti.
L’obiettivo dello studio è quello di valutare le ricadute occupazionali ed economiche per il nostro Paese del conseguimento dal raggiungimento degli obiettivi europei al 2020, che fissano al 50% il riciclo dei rifiuti urbani e domestici.
Lo studio simula due possibili scenari, il primo definito teorico, poco realistico, che prevede il raggiungimento del 50% del riciclo dei rifiuti urbani nelle tre macro aree Nord, Centro e Sud, e il conseguente sostanziale superamento del ricorso alla discarica. Un secondo scenario, definito prudente, tiene conto delle differenti situazioni di partenza delle tre aree e valuta in modo più realistico le possibili evoluzioni; in tale quadro, è possibile ipotizzare un tasso medio nazionale di riciclo dei rifiuti urbani del 50%, con punte minime al 40% e punte massime al 61%. In questo scenario, la discarica si ridurrebbe di 4 milioni di tonnellate al 2020, ovvero del 20% rispetto al 2013 al Centro Sud e del 10% al Nord.
Lo studio suggerisce quali iniziative intraprendere per incrementare lo sviluppo del riciclo: industrializzazione della filiera e introduzione di sistemi per il suo finanziamento, investimenti in ricerca e sviluppo sia nelle fasi di raccolta e selezione che naturalmente in quelle di riciclo e l’adozione di strumenti e iniziative per favorire il consumo dei prodotti verdi.
Effetti occupazionali - Cogliere gli obiettivi UE di gestione dei rifiuti potrà portare consistenti ricadute in termini di occupazione. Nello scenario prudente, gli addetti aggiuntivi della filiera del riciclo (parliamo di raccolta differenziata, trasporto, selezione e riciclo al netto dell’occupazione persa in altri settori, come per esempio le discariche) sarebbero circa 76.400 e gli addetti per le costruzioni di impianti (di selezione, compostaggio, riciclo intermedio e termovalorizzazione) circa 12.600, per un totale sull’intero territorio nazionale di circa 89.000 nuovi posti di lavoro.
Gli effetti occupazionali, in entrambi gli scenari, sono in proporzione maggiori al Centro e al Sud, soprattutto nelle attività di raccolta differenziata in ragione del ritardo che caratterizza tali aree. Al contrario la maggior concentrazione di industrie del riciclo al Centro Nord determina in tali aree un incremento occupazionale percentualmente superiore per tali attività.
Lo studio stima che l’incremento di posti di lavoro sarà minore, pari a circa 60.000 unità, nell’ipotesi che l’intensità della mano d’opera incrementale nelle attività di raccolta al Centro e al Sud si allinei agli standard del Nord.
Le ricadute economiche complessive - Il volume d’affari incrementale della filiera (si fa riferimento a raccolta differenziata, trasporto, selezione, produzione di semilavorati per il riciclo, compostaggio, termovalorizzazione) nello scenario prudente è stato valutato pari a circa 6,2 miliardi, gli investimenti in infrastrutture (impianti di selezione, produzione di semilavorati per il riciclo, compostaggio e termovalorizzazione), ammonterebbero a circa 1,7 miliardi, mentre il valore aggiunto è stato quantificato in circa 2,3 miliardi.
Rilevanti potranno essere i benefici economici netti, cioè la differenza tra i benefici generati dal sistema CONAI e i costi. Un precedente studio di Althesys ha valutato che, per la sola filiera del riciclo degli imballaggi da rifiuti urbani, dal 1998, anno della fondazione di CONAI, al 2012 i benefici netti sono risultati pari a circa 12,7 miliardi di euro.

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