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​Studio Federambiente, è cresciuto negli anni il costo della differenziata (+ 48%)

where Roma when Mar, 03/12/2013 who michele

Il dato emerge dall'edizione 2013 dello studio “Analisi dei costi della raccolta differenziata” realizzato da Bain & Company. Tra il 2007 e il 2012 il costo medio “è cresciuto da 134 a 198 euro a tonnellata”, per l'effetto combinato dell’inflazione e dei maggiori costi della raccolta “porta a porta”

Crescono i costi della differenziata, a fronte di un calo della produzione complessiva dei rifiuti. È quanto emerge dall'edizione 2013 dello studio “Analisi dei costi della raccolta differenziata” realizzato da Bain & Company per Federambiente. Tra il 2007 e il 2012 il costo medio della raccolta differenziata “è cresciuto del 48%, da 134 a 198 euro a tonnellata”, per l'effetto combinato dell'inflazione e dei maggiori costi della raccolta “porta a porta”, la cui incidenza sul complesso della raccolta differenziata degli imballaggi è passata dal 28 al 49%. Mentre la produzione complessiva annua di rifiuti urbani nello stesso periodo ha subito un calo dell'8%, passando da 32,541 a 29,962 milioni di tonnellate, e la raccolta differenziata è fortemente cresciuta in termini di peso (da 8,960 a 11,965 milioni di tonnellate, +34%) e in percentuale sul totale (dal 27,5 al 39,9%, con un incremento del 45%)”.  
Negli stessi anni, la raccolta differenziata dei rifiuti da imballaggio è passata dal 17 al 21 % sul totale dei rifiuti; la crescita dei volumi è stata di oltre 870.000 tonnellate, corrispondente a un incremento del 16%. L’incremento effettivo dei costi tra il 2007 e il 2012 è stato però più contenuto - segnala lo studio - grazie all'aumentata efficienza delle performance delle imprese, che ha consentito un recupero dell'11%, pari a 15 euro a tonnellata, portando così il costo medio effettivo della raccolta differenziata a 183 euro/tonnellata (+37% rispetto al 2007)".
I contributi che i consorzi di filiera del Conai riconoscono alle imprese “sono non solo significativamente inferiori ai costi della raccolta differenziata dei singoli materiali, ma negli ultimi cinque anni la loro crescita è stata largamente inferiore all’incremento dei costi - spiega lo studio - determinando un peggioramento delle condizioni per le imprese che si occupano della raccolta: per la carta selettiva (proveniente esclusivamente da imballaggi) il contributo è cresciuto del 3% a fronte di un costo aumentato del 39%; 3% in più anche per la carta congiunta (imballaggi mescolati a giornali ecc.) rispetto a un +39% dei costi; +12% il contributo per la plastica, il cui costo è aumentato del 23%; +4% il contributo per il vetro, la cui raccolta costa il 35% in più”.
Le differenze che si riscontrano nei costi della raccolta differenziata degli imballaggi “sono determinate da diverse variabili: la dimensione dei comuni serviti (il costo a tonnellata è minimo in quelli più piccoli e massimo nelle grandi città), la quantità di rifiuti pro-capite (meno rifiuti a testa si producono, più alto è il costo), il modello organizzativo (internalizzazione, esternalizzazione), le modalità di raccolta (stradale, porta a porta)”.
Il sistema di raccolta porta a porta “è cresciuto fino quasi e uguagliare quello stradale". In particolare, “è diventato quello di gran lunga più importante per la carta selettiva (91% contro 9%) ed è sopra la media anche per la plastica e il vetro (rispettivamente 54 e 55% contro 45 e 44%: in ambedue i casi i centri di raccolta contribuiscono con un residuale 1%), mentre per la carta congiunta si ferma al 44% contro il 56% della raccolta stradale".
Il porta a porta, ricorda l’analisi dei costi, “consente d’intercettare una quota di rifiuti d’imballaggio (31%) del 60% più elevata rispetto alla raccolta stradale (12%). I costi sono però sensibilmente più elevati: mentre la raccolta stradale dei rifiuti d’imballaggio costa mediamente 142 euro a tonnellata, quella porta a porta sale a 245 euro a tonnellata”.
Le imprese che hanno partecipato allo studio raccolgono oltre 8 milioni di tonnellate di rifiuti urbani (27% del totale dei rifiuti urbani prodotti in Italia). In particolare, raccolgono il 27% dei rifiuti differenziati, il 23% del totale degli imballaggi e praticano la raccolta differenziata (47%) in misura superiore alla media nazionale (40%).
Il campione è rappresentativo della realtà nazionale sia per incidenza delle diverse frazioni oggetto dello studio (acciaio, alluminio, carta e cartone, plastica, vetro, legno) sia per area geografica (Nord, Centro, Sud e Isole), così come per tipologia di centri serviti (grandi città, comuni medi, comuni piccoli), dimensione aziendale (grande, media, piccola) e organizzazione (monoutility, multiutility).
I dati raccolti (organizzazione e gestione del servizio, modelli di raccolta, risorse umane e tecniche, vari parametri di costo) sono stati analizzati ed elaborati allo scopo di comprendere i modelli di raccolta e di quantificare i costi per le diverse frazioni merceologiche.
L’edizione 2013 dello studio realizzato da Bain & Company per Federambiente (la prima edizione fu pubblicata nel 2009) “consiste non solo in un aggiornamento dei dati” ma anche in una “puntuale e articolata analisi delle diverse modalità di raccolta che consente di costruire un sistema di costi rigoroso e attendibile che si offre come base di confronto e d’elaborazione di strategie di politica industriale sia per le imprese sia per i decisori politici”.
 

 

 
 

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