Studio, l’impatto delle stoviglie usa-e-getta è inferiore a quelle compostabili
È quanto emerge dallo studio di Life Cycle Assessment (LCA) comparativo di stoviglie per uso alimentare, pubblicato da Pro.mo - Gruppo Produttori Stoviglie Monouso in Plastica
L’impatto ambientale delle stoviglie usa-e-getta di plastica, in genere polipropilene (pp) e polistirene (ps), è mediamente inferiore a quello delle compostabili in acido polilattico (pla) e polpa di cellulosa. È quanto emerge dallo studio di analisi del ciclo di vita (life cycle assessment, Lca) comparativo di stoviglie per uso alimentare, pubblicato da Pro.mo - Gruppo Produttori Stoviglie Monouso in Plastica.
L’analisi è stata applicata a due tipologie di stoviglie: ai piatti (usa-e-getta di pp e ps, compostabili di pla e polpa di cellulosa e piatti riutilizzabili in porcellana) e ai bicchieri (monouso, cartoncino laminato e riutilizzabili in vetro) prendendo in considerazione diversi scenari di fine vita. L’impatto ambientale dei prodotti realizzati in materiale plastico tradizionale (pp e ps) presentano valori mediamente inferiori a quelli realizzati in biopolimeri che nello studio sono rappresentati dal pla.
Uno studio importante - “Per originalità e completezza dell’analisi, per la molteplicità degli scenari considerati, per l’impegno nel verificare la qualità dei dati, la sensibilità e l’incertezza dei risultati, questo studio - ha sottolineato Marco Omboni, Presidente di Pro.mo - ha un “peso” scientifico elevato: un peso riconosciuto e positivamente valutato dalla stessa SGS, società leader nel mondo per i servizi di certificazione che ha curato l’asseverazione a norma ISO 14044”. “Crediamo che questo studio possa offrire numerosi spunti anche al decisore politico e a chi si occupa di tematiche ambientali nella pubblica amministrazione, e prestarsi ad essere punto di partenza di ulteriori approfondimenti e valutazioni, per i quali lo strumento dell’Lca resta il più efficace”.
Le tradizionali sono le migliori - Lo studio conferma che le stoviglie “tradizionali” di vetro e porcellana hanno prestazioni ambientali nel complesso superiori; ma anche questa affermazione si presta a qualche distinguo una volta approfondito lo studio completo. L’analisi di categorie di impatto ambientale aggiuntive mostra infatti che in alcune di queste le stoviglie riutilizzabili sono meno performanti di alcune tipologie di stoviglie monouso, tra cui quelle in plastica tradizionale. Risulta chiaro che la scelta tra stoviglie “tradizionali” multiuso e stoviglie monouso, almeno nell’ambito della ristorazione collettiva e fuori casa, è fatta in funzione anche di altre variabili quali l’accessibilità al lavaggio, la funzionalità, il costo, la sicurezza e igiene.
La misurazione e valutazione di queste variabili esula evidentemente dallo studio, ma esse giocano spesso a favore dell’opzione usa-e-getta, e concorrono alla realizzazione della sostenibilità globale di prodotto di cui le aziende, gli utilizzatori, i consumatori e tutti gli altri “stakeholders” devono tener conto.
Nessuno può metterle al bando per motivi ambientali - “La conclusione più importante dello studio - conclude Omboni - è che non emergono considerazioni legate all’impatto ambientale che possano avvalorare la messa al bando di nessuna delle tipologie di prodotto prese in considerazione: tantomeno delle stoviglie monouso”.
Il Rapporto completo e l’executive summary dello studio: www.pro-mo.it