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​Studio, raddoppiata l’importanza dell'economia circolare per le aziende

where Milano when Lun, 16/05/2016 who redazione

La ricerca, condotta da GreenBiz Group, ha raccolto le opinioni di dirigenti e leader nell'ambito della sostenibilità sui driver di business e le sfide dell'economia circolare

652696greenbizgrouplogopng.jpgNove dirigenti su dieci responsabili per la sostenibilità intervistati ritengono che nei prossimi due anni l'economia circolare svolgerà un ruolo importante per la loro azienda, quasi raddoppiando il dato emerso due anni fa quando soltanto il 47% riteneva importante questo fattore. Per quanto concerne l'adozione del modello di economia circolare, gli intervistati prevedono che la crescita maggiore si avrà nel settore tecnologico, in particolare in quello dell'elettronica (computer e cellulari), dal momento che i sistemi di raccolta e riutilizzo del prodotto sono più facilmente integrabili in questi modelli di business. Lo studio http://sustainability.ups.com/media/... online, condotto da GreenBiz Group in collaborazione con UPS, raccoglie le opinioni di dirigenti e leader nell'ambito della sostenibilità per offrire una migliore comprensione dei driver di business e delle sfide insite nell'economia circolare.

Una sempre maggiore consapevolezza dell'economia circolare - Quasi tre intervistati su cinque dichiarano che la propria organizzazione sta implementando i principi dell'economia circolare in almeno una delle linee di prodotto o di servizi. Nonostante i principi dell'economia circolare siano largamente integrati nei prodotti e servizi, sono poche le aziende che si impongono come leader. Interface (21%) e Patagonia (16%) sono state le uniche due società che gli intervistati hanno menzionato in maniera spontanea, quando è stato chiesto di indicare le imprese che venivano loro in mente pensando all'economia circolare.

La necessità di un business case rappresenta la maggiore opportunità e il maggiore ostacolo - Se, da un lato, i principi alla base dell'economia circolare e il fatto di prolungare l'uso di risorse e materiali all'infinito sono decisamente promettenti, dall'altro questo fattore non determinerà, da solo, la diffusione dell'economia circolare sul mercato o lo sviluppo su vasta scala. Affinché questo concetto venga condiviso, lo studio suggerisce che le aziende affrontino le sfide esistenti e individuino un migliore business case, nonché generino domanda di mercato attraverso incentivi incentrati sui costi e sulla comodità.

Un business case inadeguato è stato addotto quale ostacolo principale all'implementazione di un'economia circolare efficiente e globale. Tra le altre barriere identificate dagli intervistati vi sono: i costi logistici per ritirare le merci usate (36%); la scarsa comprensione/educazione dei dirigenti (36%); scarsa comprensione/educazione dei consumatori (36%); altri obiettivi aziendali prioritari (30%).
Creare domanda di mercato sarà essenziale a far sì che i principi dell'economia circolare vengano adottati su larga scala. Il 26% degli intervistati ritiene che, a tal fine, il fattore più importante sia avere clienti e consumatori che richiedano prodotti che possano essere recuperati, riciclati o rimessi a nuovo. Il secondo fattore più rilevante è risultato invece legato alla domanda: il 18% degli intervistati ha infatti citato il bisogno di un mercato per i prodotti riutilizzati o i materiali e le risorse recuperati.

Minori costi e comodità sono gli incentivi chiave - Dallo studio emerge che sia le aziende che i consumatori sono motivati dai medesimi fattori: il risparmio in termini di costo e la comodità. Gli intervistati ritengono che, tra i migliori incentivi per garantire la restituzione e il riutilizzo dei prodotti di consumo o dei loro materiali o componenti alla fine del loro utilizzo primario figurino: sconti sotto forma di cash back (56%);  comodità di restituire un prodotto presso un luogo fisico (47%); possibilità di restituire un prodotto con una spedizione prepagata (42%); sconti su un acquisto futuro (40%).

Gli intervistati hanno anche dichiarato che tra i migliori incentivi per garantire la restituzione e il successivo riutilizzo dei prodotti industriali (B2B) o dei loro materiali o componenti alla fine del loro utilizzo primario figurano: il recupero fisico del prodotto da parte del produttore o distributore (59%); un servizio “chiavi in mano” di packaging e ritiro (51%); la rimessa a nuovo e successiva restituzione dei prodotti da parte del produttore per prolungarne l’utilizzo (48%); sconti su un acquisto futuro (38%);  sconti sotto forma di cash back (34%).
Lo studio “2016 UPS & GreenBiz Circular Economy Research Study” presenta i risultati emersi nell'ambito di una survey online condotta nel dicembre 2015 da GreenBiz Group su un campione di 423 intervistati nell'ambito del GreenBiz Intelligence Panel.
 
Lo studio completo lo trovi qui sustainability.ups.com

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