Tonno in scatola. Un comparto più sostenibile, materia prima utilizzata al 100%
Le parti del pesce non destinate all'inscatolamento sono utilizzate in processi di economia circolare, riducendo gli sprechi e valorizzando le risorse marine. La scatoletta diventa un simbolo di riciclabilità infinita; nel 2024, avviati al riciclo circa 409mila tonnellate di imballaggi in acciaio.
È presente sulle tavole di 6 italiani su 10 almeno una volta alla settimana (59.9%) e oltre 3 italiani su 10 (34,8%) ne hanno incrementato il consumo negli ultimi 2-3 anni. Stiamo parlando del tonno in scatola, sinonimo di storia, tradizione mediterranea ed eredità culturale nonché leader di un comparto strategico del Made in Italy. Il settore delle conserve ittiche fa scuola nel mondo, e quello del tonno in scatola, che guida produzione e consumo, si conferma come uno dei settori più virtuosi dell'industria alimentare italiana. L'Italia è il secondo produttore europeo dopo la Spagna e al secondo posto per il consumo, sempre dopo la Spagna.
Economia circolare
L'industria delle conserve ittiche è costantemente impegnata a razionalizzare i processi produttivi e rendere più efficiente l'impiego delle risorse, dei residui di lavorazione e dell'energia. Con un limitato impiego di acqua ed energia e il riutilizzo dei residui di lavorazione, il tonno in scatola diventa un esempio di circular economy. Grazie all'upcycling e ai processi innovativi, selezionata la porzione di pesce da iscatolare (41-43% del totale), il resto del tonno pescato (carne rossa, pelle, scheletro, testa, ecc.) può essere destinato a diverse applicazioni, riducendo gli sprechi e valorizzando le risorse marine. Sono diversi gli istituti di ricerca, le startup e le aziende che stanno lavorando, in fase sperimentale, a progetti che valorizzano il tesoro nutrizionale insito nei residui di lavorazione del tonno. Tra le destinazioni oggetto di attenzione, val la pena menzionare la produzione di farina e olio di pesce (per alimentazione animale e acquacoltura), cosmetici e nutraceutici (collagene e omega-3 impiegati nella produzione di cosmetici e integratori alimentari), bioplastiche e materiali innovativi (come alternative sostenibili alla plastica tradizionale), fertilizzanti e bioenergia.
Italiani virtuosi nel riciclo
Il ruolo della filiera nella circular economy non termina con il recupero degli scarti del pesce ma anche la scatoletta diventa un simbolo di riciclabilità infinita. Le scatolette di tonno sono fatte di materiali – alluminio, acciaio o vetro - riciclabili al 100% all'infinito senza perdere le intrinseche qualità. Gli imballaggi sono una delle voci più impattanti sulla sostenibilità dei prodotti alimentari preconfezionati. Una premessa che fa onore: l'Italia è il Paese più virtuoso nel riciclo in Europa, con un riciclo, nel 2024, di circa 409mila tonnellate di imballaggi in acciaio, corrispondenti al 77,8% dell'immesso al consumo (dati Ricrea). Mentre per il vetro, secondo un recente studio presentato da Assovetro, nel 2024 è stato stimato un tasso di riciclo dell'81,9%.