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A tutto compost. Rapporto Cic, ecco i numeri del riciclo organico

where Roma when Mar, 07/10/2025 who roberto

I 363 impianti hanno trattato 8,7 milioni di tonnellate di rifiuti organici e hanno prodotto 2 milioni di tonnellate di compost. I dati del nuovo rapporto associativo Cic, che contiene un quadro aggiornato dello stato del riciclo della frazione organica in Italia. Peggiora la qualità raccolta.

Nel 2023 la  frazione organica biowaste-cic.jpgdei rifiuti urbani, il cosiddetto umido cioè scarti alimentari come frutta o verdura raccolta in modo differenziato ammonta a 5,5 milioni di tonnellate, con una media nazionale pro capite di 126,6 kg/abitante, ma con forti differenze tra le regioni. Il risultato – apprendiamo da AdnKronos – è in crescita leggera rispetto all'anno precedente, spinto anche dall'ampliamento della popolazione che partecipa attivamente alla raccolta differenziata di questa frazione. Sono i dati contenuti nel nuovo rapporto associativo Cic, presentato all'interno del volume Organic Biorecycling - Suoli fertili dalle nostre città, che contiene un quadro aggiornato dello stato del riciclo della frazione organica in Italia (al 2023, secondo dati Ispra).
 
Numeri del sistema
Il sistema impiantistico nazionale conta 363 impianti operativi per il riciclo dei rifiuti organici (in crescita di 7 unità rispetto all'anno precedente), che hanno trattato complessivamente 8,7 milioni di tonnellate di rifiuti a matrice organica, generando circa 2 milioni di tonnellate di compost, valore stabile rispetto all'anno precedente.
In parallelo, dagli stessi flussi di rifiuti sono stati prodotti 475 milioni di metri cubi di biogas, la cui valorizzazione ha portato alla produzione di 470 GWh di energia elettrica e 80 GWh di energia termica, la produzione di 201 milioni di metri cubi di biometano, destinato principalmente ai trasporti e all'autotrazione, e oltre 160 milioni di metri cubi di anidride carbonica, parte della quale trattata e commercializzata come gas tecnico, anche all'interno dell'industria alimentare.
 
La qualità peggiora
Le quasi 1.600 indagini merceologiche effettuate nel 2023, a cui corrispondono altrettanti comuni e gestori, hanno permesso di stimare una purezza merceologica media a livello italiano del 93,6%, a cui corrisponde quindi un valore di materiale non compatibile (Mnc) pari al 6,4% del materiale conferito (con previsioni del 6,6% nel 2024). Questo dato conferma il peggioramento progressivo della qualità merceologica rilevato dal 2019 - in cui il valore medio era vicino al 95% - con una tendenza che nel 2023 mostra 1 campione su 6 incapace di raggiungere il 90% di purezza merceologica. 
"L'aumento della quantità e della qualità della raccolta dell'umido rappresentano quindi oggi una leva decisiva per raggiungere l'obiettivo europeo del 65% di riciclo dei rifiuti urbani entro il 2035: una sfida ambiziosa che richiede non solo investimenti e innovazione, ma anche linee guida condivise, obiettivi vincolanti e un quadro economico sostenibile", fa notare il Cic che con il nuovo volume vuole richiamare l'attenzione sulla "necessità di introdurre obiettivi specifici e strategici per il riciclo organico, così da riportare al centro della discussione il valore della trasformazione dei rifiuti organici in fertilizzante naturale. Se per biogas e biometano non mancano incentivi e strumenti di sostegno, è soprattutto sulla produzione e valorizzazione del compost che occorre rafforzare le politiche di supporto".
 
Un vademecum
Forte di un'esperienza venticinquennale nello svolgimento di indagini merceologiche volte a individuare le impurità presenti nei rifiuti organici, il Cic ha messo a punto anche un vademecum, sotto forma di lista positiva di scarti organici, destinato ai cittadini, per una corretta raccolta differenziata della frazione umida.

immagini
biowaste-cic