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Utilitalia: con l’emendamento al Ddl concorrenza si rischia uno stop all’economia circolare

where Roma when Mar, 10/05/2022 who roberto

Secondo la federazione delle utility, la proposta di emendamento potrebbe intralciare lo sviluppo dell’economia circolare, imponendo l’obbligo del ricorso al mercato per le attività di recupero e smaltimento

L’emendamento al Ddl concorrenza commissione-industria-senato.png(A.S.2469), all’esame della Commissione Industria del Senato determinerebbe il blocco dello sviluppo dell’economia circolare in Italia e lascerebbe il settore in ritardo rispetto a un suo pieno sviluppo industriale, in grado di coniugare efficienza ed elevati standard di servizio per gli utenti. Si esprime così Utilitalia in una nota.

L’emendamento e le conseguenze
La proposta di emendamento in esame nel concreto persegue la disintegrazione del ciclo integrato di gestione dei rifiuti, rendendo obbligatorio il ricorso al mercato per le attività di recupero e smaltimento, che non possono più essere svolte direttamente dal gestore del servizio di raccolta in un’ottica di ottimizzazione dell’attività e di integrazione della filiera. Per Utilitalia, se la gestione unitaria della filiera del rifiuto pone in capo a un unico soggetto gestore l’obbligo di garantire la continuità, la sicurezza e l'efficienza dell'intero ciclo, al contrario il ricorso obbligato al mercato nelle fasi successive alla raccolta introduce forzatamente nel processo un soggetto terzo senza, però, attribuirgli alcuna responsabilità in merito al raggiungimento di tali obiettivi, con minori garanzie di qualità.

I perché dei no al mercato
La transizione all’economia circolare, evidenzia la Federazione, non è assolutamente correlata in modo automatico all’azione del mercato. I fattori essenziali, invece, sono l’infrastrutturazione, l’integrazione industriale e l’efficienza della gestione, l’unica in grado di individuare modalità per farsi carico di valorizzare tutti i rifiuti prodotti, anche quelli ignorati dalle dinamiche competitive, e non solo di quelli maggiormente appetibili per il mercato. Il modello di gestione come delineato dall’emendamento è quello che oggi nel Centro-Sud dell’Italia ha contribuito a una frammentazione gestionale, con costi più alti e servizi inferiori per cittadini ed ambiente, altresì dipendente da impianti del Nord o dell’estero, mentre affidamenti integrati per un periodo congruo sono le uniche e più adeguate modalità volte a supportare gli sviluppi necessari per il settore ed il paese.

Le richieste
Utilitalia chiede quindi al Governo di dare parere negativo a tale proposta, che si pone peraltro in contrasto con gli indirizzi del Programma nazionale di gestione dei rifiuti volti a dotare il paese di un sistema impiantistico nel rispetto dell’autosufficienza dei territori (regioni e macroregioni) e del principio di prossimità, mantenendo la formulazione del testo uscito dal Consiglio dei Ministri che prevede che ARERA si occupi della definizione di adeguati standard tecnici e qualitativi per lo svolgimento dell'attività di smaltimento e di recupero, e verifichi il rispetto dei livelli minimi di qualità del servizio e di copertura dei costi efficienti.

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