Analisi Irex - Rinnovabili ed efficienza alla ricerca del futuro
Pesano i dati negativi nei primi nove mesi delle aziende impegnate nelle energie green. Incertezza anche per le prospettive a breve e medio termine. Crescono però gli investimenti all’estero
di Alessandro Marangoni*
L’andamento dei principali listini europei nelle ultime due settimane è stato influenzato da fattori di segno opposto. I dati macroeconomici cinesi migliori del previsto e le previsioni di uno sblocco positivo della situazione ellenica (Atene infatti avrà due anni in più per raggiungere gli obiettivi di bilancio) si sono tradotti in una ripresa degli indici di Borsa. Tale trend è stato, tuttavia, in parte compensato dal mancato raggiungimento di un’intesa sul bilancio UE 2014-2020.
Nella seconda metà di novembre il FTSE All Share ha dunque guadagnato l’1,4%, il CAC 40 il 3% circa e il DAX il 3,2%. L’andamento altalenante del mercato si è riflesso anche sulle quotazioni delle aziende del settore energetico. Sebbene l’OCSE abbia tagliato le stime sulla crescita del 2013, in particolare per Europa, USA e Giappone, i dati positivi cinesi e quelli USA sugli ordini di beni durevoli hanno permesso all’indice FTSE Oil & Gas di guadagnare negli ultimi quindici giorni circa l'1,9%. I ribassi del prezzo del greggio, d’altra parte, sono stati frenati dalle rinnovate tensioni mediorientali.
In controtendenza, invece, il settore delle rinnovabili. L’indice IREX, infatti, perde ancora terreno, registrando un calo del 3,8% nella seconda metà di novembre. Continuano a pesare i risultati aziendali piuttosto negativi realizzati nei primi nove mesi dell’anno e, soprattutto, le incerte prospettive di crescita a breve e medio periodo. Il settore in Italia ha visto affievolirsi gli investimenti di dimensioni rilevanti (solo Alerion ha recentemente ottenuto un’autorizzazione per realizzare un parco da 56 MW in Basilicata), penalizzato anche dalle recenti normative.
I maggiori investimenti sono sempre più diretti al di fuori dei confini nazionali. EnelGreenPower, per esempio, si è aggiudicata una gara per realizzare un impianto eolico in Messico da 102 MW. In Italia le aziende cercano nuovi segmenti di mercato, come per esempio il fotovoltaico su serra (ErgyCapital ha ottenuto un finanziamento di 9 milioni per realizzare un impianto di questo tipo da 2,6 MW), o il settore della gestione dei rifiuti. Il nuovo piano industriale di Kinexia, infatti, prevede un peso maggiore di quest’area nel portafoglio aziendale, pari al 35% nel 2015. La società ha inoltre annunciato di avere sottoscritto con Todini Finanziaria un accordo strategico per lo sviluppo di iniziative congiunte nel settore della valorizzazione energetica dei residui organici.
Sebbene l’integrazione delle energie rinnovabili nel sistema energetico nazionale e la riduzione del costo delle bollette siano necessità sempre più pressanti, il settore delle FER rischia di restare invischiato nel sistema normativo. Sembra che la strategia del Paese per uscire dalla crisi punti sulla green economy solo di principio, ma all'atto pratico non vi siano chiare azioni di politica industriale. Ad esempio, sebbene la SEN preveda un ruolo chiave dell’efficienza energetica e un ambizioso obiettivo per le rinnovabili, le misure contenute nel piano risultano essere insufficienti per raggiungere gli obiettivi fissati.
*Alessandro Marangoni è amministratore delegato di Althesys, la società di consulenza che cura l’indice Irex