torna alla home
Visitaci anche su:

Notiziario ambiente energia on-line dal 1999

Aste deserte, il quarto bando FER1 assegna solo un quarto della potenza

where Milano when Mer, 03/02/2021 who roberto

Per ANIE Rinnovabili la burocrazia ostacola la decarbonizzazione del settore elettrico. Pinori: “Stante questi risultati, l’obiettivo del phase-out del carbone diventa una chimera”

Su 1.882 MW disponibili nel quarto bandopannelli-solari-pioggia.jpg indetto dal GSE nel settembre scorso solo il 25% è stato aggiudicato. Lo segnala ANIE Rinnovabili, che parla di mancati investimenti privati stimabili tra i 550 e gli 850 milioni di euro, considerando i costi specifici per tecnologia indicati nel DM FER.

Trend decrescente
Nella situazione attuale, rileva l’associazione, si registra un trend degli impianti in asta (con potenza > 1 MW) decrescente nell’arco dei quattro bandi previsti al DM FER. L’asta del Gruppo B è andata deserta, quella del Gruppo C ha registrato una percentuale di assegnazione del 15%, mentre quella del Gruppo A del 24% con 279 MW, suddivisi tra fotovoltaico ed eolico rispettivamente con 7% e 93%. Gli impianti a registro, invece, fanno segnare un miglioramento grazie al fatto che il comparto idroelettrico si è aggiudicato completamente i 10 MW del Gruppo B, con una coda di ulteriori 16 MW in posizione non utile e il Gruppo A-2 (fotovoltaico ed amianto) ha assegnato 64 MW sui 351 MW disponibili (nei primi tre bandi la media di aggiudicazione è stata di 16 MW). Il registro del Gruppo A non viene saturato nonostante la forte crescita degli impianti fotovoltaici di piccola taglia (<500), che beneficiano di iter autorizzativi di gran lunga più semplici rispetto agli impianti di taglia tra 500 e 999 kW.
 
Assegnazione Gruppo A con fotovoltaico ed eolico
I dati evidenziano poi come sia residuale il contributo degli impianti eolici di taglia di poco inferiore a 1 MW rispetto a quelli fotovoltaici, nonostante il forte interesse di operatori di mercato che, pur volendo investire, incontrano i medesimi ostacoli autorizzativi che limitano l’accesso dei parchi eolici alle aste. In considerazione di ciò, ANIE Rinnovabili chiede un intervento urgente per risolvere il problema autorizzativo e per dare una prospettiva di investimento alle imprese, che vada al di là dell’ottobre 2021, per non vedere vanificate le attività imprenditoriali e di sviluppo del settore e per dare contributo al condiviso e atteso processo di “Transizione Green.”
 
Il nodo permitting
ANIE Rinnovabili evidenzia inoltre che i processi autorizzativi previsti per le fonti rinnovabili ne pregiudichino fortemente i possibili sviluppi, anche quelli già programmati dal Ministero dello Sviluppo Economico col DM FER. Ad essere colpiti non sono solo gli impianti di grande taglia (> 1 MW), ma anche quelli di taglia media (>0,5 MW). Secondo il presidente Alberto Pinori, “stanti questi risultati, l’obiettivo del phase-out del carbone diventa una chimera.” La grave criticità esistente sul fronte autorizzativo non è stata sanata, come invece era negli intenti del Governo, dal Decreto Semplificazioni degli scorsi mesi; in ragione di ciò, permangono due principali ostacoli allo sviluppo delle fonti rinnovabili. Da un lato l’opposizione aprioristica in nome della tutela dell’ambiente e del paesaggio, che proprio le fonti rinnovabili sono chiamate a tutelare. Al fine di sostenere la tutela dell’ambiente e del paesaggio occorre infatti contrastare l’innalzamento della temperatura globale e scongiurare quegli anomali e sempre più disastrosi eventi climatici, in quanto le emissioni di gas climalteranti sono la principale causa dello stravolgimento ambientale e paesaggistico. In secondo luogo, l’eccessiva burocrazia. Dalle normative nazionali si passa a quelle regionali per giungere a quelle provinciali e comunali: questi percorsi burocratici, disomogenei e molto articolati, sono inefficienti e richiedono ulteriori specifiche competenze per le imprese e conseguentemente ulteriori costi, che si traslano in un aumento del costo degli impianti.
 
Le reazioni
Per Salvatore Bernabei, CEO di Enel Green Power “il piano di investimenti in nuova capacità rinnovabile contribuirà agli obiettivi di decarbonizzazione del Gruppo e del Paese, con la progressiva sostituzione delle fonti tradizionali con quelle a zero emissioni. Si conferma purtroppo il trend delle aste precedenti, con offerta di progetti notevolmente inferiore ai volumi di gara e partecipazione di pochi operatori. Ciò soprattutto a causa della lentezza dei procedimenti autorizzativi, che è un evidente freno alla transizione energetica del Paese”.
 
Arrigoni: riforma degli incentivi

“Il confronto tra i risultati delle aste per gli incentivi FER in Italia e in Spagna è talmente impietoso da risultare addirittura umiliante per il nostro Paese. L’ultimo, ma non certo l’unico, campanello d’allarme sulla strada della transizione energetica, che evidenzia la necessità di una riforma dell’intero sistema degli incentivi, soprattutto degli iter autorizzativi da semplificare, velocizzare e stabilizzare, oltre a sottolineare la mancanza di visione di questo Governo che quando si tratta di affrontare i problemi si tira indietro”. A dirlo è Paolo Arrigoni, responsabile del Dipartimento Energia della Lega.

immagini
pannelli-fv
leggi anche: