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Biometano, al via la campagna di Legambiente

where Milano when Gio, 19/06/2025 who roberto

L’obiettivo è favorire l’educazione e la sensibilizzazione sulla tecnologia della digestione anaerobica della materia organica.

È partita la campagna “Fattore biometano” fattore-biometano.jpgcon cui Legambiente intende sviluppare attività informative rivolte ai territori su un processo che, applicato a deiezioni zootecniche e scarti agroalimentari, ne permette il recupero e la valorizzazione per produrre energia sotto forma di gas metano, e fertilizzanti da reimpiegare nelle colture agrarie. L’obiettivo della campagna è favorire l’educazione e la sensibilizzazione sulla tecnologia della digestione anaerobica della materia organica e sulla filiera di produzione di biometano, fornendo strumenti e informazioni ai cittadini attraverso incontri pubblici ed eventi di formazione nelle scuole primarie e secondarie.
 
La Lombardia ha investito di più
Nel panorama italiano, la Lombardia è sicuramente la regione che più ha investito sulla digestione anaerobica in campo agricolo, e ha un territorio rurale costellato da centinaia di impianti per produrre biogas: questo prodotto, composto in gran parte da metano e CO2, non può essere immesso nelle reti gas e deve essere impiegato, direttamente nell’impianto, per produrre energia elettrica. La produzione di biometano è un aggiornamento del medesimo processo, che permette di raffinare il gas ottenendo metano a un grado di purezza idoneo alla commercializzazione. Per questo la conversione a biometano non consentirà, nel breve termine, di produrre più energia rinnovabile di quella prodotta attualmente in Lombardia, ma di produrla in una forma diversa: non più come elettricità ma come combustibile da impiegare in sostituzione del gas fossile, una risorsa rinnovabile e strategica in particolare per quei settori cosiddetti hard to abate (dov’è cioè più difficile diminuire le emissioni climalteranti), per i quali con le tecnologie attuali è più lenta la transizione all’elettrico, in particolare in alcuni processi industriali e nel trasporto delle merci.
“Saremo al fianco delle imprese che intendono sviluppare impianti di biometano ‘fatto bene’”, spiega Barbara Meggetto, presidente di Legambiente Lombardia. “Soprattutto per ciò che riguarda la pianificazione della risorsa di alimentazione: non possiamo permetterci nuovi impianti che poi per funzionare hanno bisogno di importare scarti organici da altre regioni, o di coltivare campi agricoli per ‘nutrire’ i digestori anziché per ottenere foraggi e cibo: occorre imparare dagli errori fatti nella fase pionieristica del biogas, affinché la nuova generazione di impianti destinati a produrre biometano si sviluppi bene e senza distorsioni, per contribuire al Green Deal nella nostra regione”.
 
I 7 criteri

A seguire i sette criteri per un “biometano fatto bene” secondo Legambiente:
1) Dieta sostenibile degli impianti: il biometano va prodotto utilizzando scarti agroalimentari, deiezioni animali, residui agricoli e sottoprodotti. No assoluto alle coltivazioni dedicate e all’intensificazione zootecnica.
2) Localizzazione coerente con il territorio: gli impianti devono sorgere dove esiste disponibilità di materia prima in loco, in stretto rapporto con le aziende agricole del territorio, entro un raggio massimo di 20-50 km.
3) Partecipazione e trasparenza: ogni impianto deve essere progettato con la comunità locale, garantendo informazione, controllo pubblico e percorsi educativi e partecipativi.
4) Gestione efficiente e controllata: l’impianto deve prevenire odori e perdite, adottare tecnologie avanzate e garantire la tracciabilità e la certificazione del biometano prodotto, come previsto dalla normativa.
5) Digestato gestito in modo agronomicamente sostenibile: il sottoprodotto solido e liquido dell’impianto va restituito ai suoli in modo controllato e utile, evitando dispersioni e impatti negativi, migliorando la fertilità dei terreni.
6) Recupero di CO2 e azoto: l’upgrading del biometano deve includere l’estrazione della CO2 per usi industriali e del contenuto azotato per la produzione di fertilizzanti naturali.
7) Innovazione e tecnologie migliori (Bat): ogni impianto deve investire costantemente in ricerca e innovazione, adottando le migliori tecnologie disponibili per minimizzare gli impatti ambientali.
 
Per saperne di più https://www.legambientelombardia.it/...

immagini
fattore-biometano