torna alla home
Visitaci anche su:

Notiziario ambiente energia on-line dal 1999

Borse in flessione, ma l’indice IREX limita le perdite (-4,8%)

where Milano when Mer, 19/12/2018 who roberto

Nella prima metà del mese l’Irex ha accusato le perdite più gravi, seguendo il trend degli altri titoli e toccando valori ben al di sotto dei minimi toccati a fine maggio, per poi, però, stabilizzarsi

di Alessandro Marangoni*
 
L’economia mondiale continua a muoversi in un contesto positivo, segnato però dalla politicairex-indici-2018-11.jpg protezionistica degli Stati Uniti, che ha iniziato a pesare sul commercio internazionale. La crescita, proseguirà il prossimo anno, ma sarà meno equilibrata e, soprattutto, potrebbe ridursi per molti Paesi rispetto al secondo semestre 2017.
 
Nel breve periodo, i dazi sulle importazioni cinesi avranno effetti negativi sulla stessa economia statunitense, sostenuta, però, dallo stimolo fiscale voluto dal governo. Più pesante il riflesso sulla crescita cinese e delle altre economie asiatiche, che dovranno trovare nuovi sbocchi per le proprie merci. L’area Euro e il Regno Unito stanno già soffrendo, con rallentamenti dell’export, che aggiungono un’ulteriore difficoltà nella redazione delle rispettive leggi di bilancio. Tra le economie in via di sviluppo, gli esportatori di energia godono di una congiuntura positiva grazie al sostegno dei prezzi petroliferi, ma per molti Paesi le prospettive peggiorano sotto la minaccia di sfavorevoli condizioni finanziare, tensioni geopolitiche e alti costi energetici.
 
I maggiori rischi sono legati all’elevata incertezza politica. Le conseguenze potrebbero portare a manovre restrittive sul piano fiscale. I mercati finanziari rimangono, almeno per il momento, accessibili. Tuttavia, la Federal Reserve ha già dato segnali per un ritocco a rialzo dei tassi, da realizzare in diverse tappe nei prossimi mesi. La Banca Centrale Europea, invece, dopo l’annuncio dello scorso giugno di estendere il suo programma di acquisti fino alla fine dell’anno, per quanto dimezzati, dovrebbe mantenere i tassi fermi per tutto il primo semestre 2019.
Il mercato petrolifero, seppur in media mensile abbia fatto registrare i valori più alti dell’anno, in ottobre ha visto calare i corsi dei due principali marker fino ai livelli di fine agosto. Il Brent ha chiuso a 75 $/b, con una variazione negativa del 10%, ed il WTI è diminuito dell’11%, portandosi a quota 65 $/b.
 
L’embargo verso l’Iran, scattato in novembre, ha alimentato il picco di inizio mese oltre gli 85 $/b per il Brent ed i 75 $/b per il WTI. Poi l’inversione di tendenza, dovuta alla solidità dimostrata dall’offerta e dalle scorte americane, che è riuscita a riportare il mercato a condizioni di relativa normalità, nonostante le tensioni geopolitiche in corso. In prospettiva, occorrerà verificare la tenuta del mercato alla luce delle sanzioni verso Teheran, dalle quali, peraltro, sono esclusi, almeno inizialmente, i principali Paesi con cui intrattiene affari, tra cui l'Italia.
 
Le Borse mondiali sono in forte contrazione. Ottobre è stato un mese di brusco calo e le aspettative degli operatori sono tutt’altro che rosee, visto che il rallentamento della crescita in atto potrebbe preludere all’inversione del ciclo economico positivo che, per gli Stati Uniti, dura ormai da 10 anni. Sotto queste condizioni, il FTSE All Share ha ceduto l’8,1% e non molto meglio sono andate le altre Borse europee. L’indice DAX 30 in Germania ha fatto registrare un -6,5%, il CAC 40 francese un -7,3%, mentre l’IBEX  35 spagnolo ha limitato le perdite al 5,3%.
 
Il comparto petrolifero italiano è riuscito nella non facile impresa di cedere solo il 3,4% (indice FTSE Oil&Gas), nonostante le tensioni internazionali ed il netto calo dei corsi. Su questo ha inciso l’esenzione dell’Italia dalle sanzioni all’Iran, che consente di gestire al meglio la transizione verso altri fornitori per il nostro Paese, che è il primo partner europeo dell’Iran in questo campo. D’altra parte, la configurazione raggiunta dal comparto nazionale della raffinazione garantisce la flessibilità necessaria alla scadenza dell’esenzione.
Insieme al FTSE Oil&Gas, anche l’indice IREX delle small-mid cap pure renewable quotate su Borsa Italiana mostra una migliore performance rispetto all’indice generale, chiudendo comunque in negativo a -4,8%. Nella prima metà del mese l’Irex  ha accusato le perdite più gravi, seguendo il trend degli altri titoli e toccando valori ben al di sotto dei minimi toccati a fine maggio, per poi, però, stabilizzarsi.
 
Nell’ultimo mese hanno subito pesanti perdite Agatos (-31,0%), Innovatec (-20,1%), Terni Energia (-15,3%), Gruppo Green Power (-14,6%) e EEMS (-14,0%). L'assemblea degli azionisti di Agatos del 3 ottobre ha approvato un aumento di capitale e l’emissione di un nuovo prestito obbligazionario, a cui gli investitori hanno aderito, confermando la fiducia nella strategia di sviluppo dell’azienda. Innovatec ha incassato l’archiviazione del procedimento penale per malversazione ai danni dello Stato che ha coinvolto la controllata Volteo Energie. Il CdA di Terni Energia ha approvato il piano di risanamento e rilancio dell’azienda, che prevede l’alienazione degli asset, la fusione per incorporazione di Softeco, il riscadenzamento del debito e la prosecuzione delle trattative con i principali creditori.
Il titolo Enertronica è stato sospeso dalle negoziazioni il giorno 24 settembre 2018 in seguito allo stop dato alla semestrale 2018, a causa delle variazioni del portafoglio ordini comunicato al mercato. La data di approvazione della semestrale è stata fissata per il 15 novembre.
Chiude in positivo solo Renergetica (+6,2%), grazie ai risultati di crescita del valore della produzione nel primo semestre 2018 ed alle possibilità di sviluppo di nuovi mercati, in particolare quelli del sud e nord America, che si sono presentate nella seconda parte dell’anno.
 
*Alessandro Marangoni è amministratore delegato di Althesys, la società di consulenza che cura l’indice Irex

immagini
irex-novembre
leggi anche: