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Ciao ciao petrolio - Reportage su Masdar, la città delle mille e una energia (rinnovabile)

where Abu Dhabi (Emirati arabi) when Lun, 20/07/2009 who matteo

È stato appena inaugurato l'immenso impianto fotovoltaico che alimenterà la città-oasi nell'Emirato di Abu Dhabi. Madinat Masdar, tutta ecocompatibile, a zero impatto ambientale, ospiterà 50mila persone. Non solo nababbi: i primi abitanti arrivano a settembre e sono studenti del Masdar institute of science and technology. Abbiamo intervistato Matteo Chiesa, un loro docente italo-norvegese

di Matteo Cislaghi

Il sole picchia fortissimo ad Abu Dhabi. E da qualche giorno spalma la sua potenza sul più grande impianto fotovoltaico di tutto il Medio Oriente. Costituito da 87.777 pannelli solari in film sottile e silicone cristallino, è stato inaugurato lo scorso giugno.
Lo sceicco Mohammad bin Zayed Al Nahyan, presidente della Abu Dhabi Future energy company (AdFec), ne è molto orgoglioso. E questo è normale. Più bizzarro è che questo impianto da record sia spuntato proprio nel bel mezzo della terra del petrolio e dei petrolieri. Com'è noto, gli Emirati arabi gestiscono oggi il 9% delle riserve di "oil" al mondo e quello di Abu Dhabi controlla oltre il 90% dei pozzi. Eppure, nonostante questi grandi numeri "fossili", gli sceicchi di questa regione puntano con forza sulle energie rinnovabili. Tanto che proprio qui sta sorgendo Madinat Masdar (in arabo "sorgente"), la città delle mille e una notte dell'energia "green".
Il progetto è stato avviato nel 2006 dalla compagnia energetica Masdar e ha un valore di 22 miliardi di dollari. Già da quest'anno una parte della città - che sarà completata entro il 2016 - è abitabile. Progettata dal celebre studio di architettura inglese guidato da Norman Foster, la città-verde conterà solo su energie rinnovabili, con un'economia a zero-carbonio e un impianto ecologico a zero-rifiuti. Coprirà un perimetro di sei chilometri quadrati all'interno del quale ci si muoverà esclusivamente con 2.500 navette che non produrranno emissioni ed effettueranno 150mila itinerari al giorno. L'energia sufficiente a mantenerla sarà garantita da impianti fotovoltaici, eolici e termali che faranno risparmiare, nei prossimi 25 anni, oltre due miliardi di dollari di petrolio.
La città ospiterà almeno 50mila persone, 1.500 imprese e l'avveniristico Masdar institute of science an technology. I suoi spazi, i suoi giardini e i suoi edifici hi-tech sorgeranno una trentina di chilometri a est della capitale, vicino all'aeroporto internazionale di Abu dhabi.
Masdar è anche una "sfida" alla cugina Dubai. Mentre quest'ultima è la città dell'edilizia, il gran ballo dell'oro e del cemento che mira a generare investimenti immobiliari e turismo di lusso e super lusso, Masdar nasce invece da un'idea sostenibile al 100%: costruire la città perfetta: con un po' di fantasia, si può dire che gli sceicchi abbiano fatto loro l'idea della città ideale figlia del Rinascimento italiano. A impatto zero per tutti i suoi abitanti. Nababbi, ma non solo. 
Un italo-norvegese nel deserto - "I primi abitanti della città-rinnovabile saranno gli studenti e i docenti del Masdar institute of science and technology, polo universitario realizzato in collaborazione con il Massachusetts institute of technology di Boston e dedicato esclusivamente allo studio e alla ricerca nel campo delle energie rinnovabili", spiega infatti a e-gazette Matteo Chiesa. Trentacinque anni, padre italiano, moglie estone e passaporto norvegese, Chiesa presso l'istituto è assistant professor. "L'inaugurazione delle nostre aule e abitazioni a Masdar city è fissata per il prossimo mese di settembre e completeremo il trasferimento entro gennaio 2010, alla fine del primo semestre accademico. Poi si stabilirà qui anche la maggior parte dei dipendenti delle aziende con sede in città - approfondisce Chiesa. - Questo per evitare che facendo la spola con Abu Dhabi i lavoratori producano inquinamento".
Quel senso di colpa - Insomma, Masdar non è solo un investimento tecnologico, energetico e immobiliare pensato da (e per) emiri col pallino dell'ecosostenibilità. Semmai sottende un sottile senso di colpa, se è vero che gli Emirati sono dei colossali inquinatori: da qui decolla, per svolazzare riscaldando l'atmosfera, il doppio della CO2 emessa dagli Stati Uniti.
Colpa anche dei processi di desalinizzazione dell'acqua sanitaria messa in circolo nelle tubature locali, operazioni che rilasciano molta anidride carbonica.
"La vera sfida del progetto è costruire la città perfetta nell'ambiente più difficile: il deserto - ci racconta il professore al riparo dell'aria condizionata del suo ufficio: fuori la temperatura è di 42 gradi, con una minima di 31. - E poi non dimentichiamo che da queste parti la cultura scientifica a volte incontra ancora barriere e pregiudizi: per noi scienziati la vita non è sempre in discesa". Masdar city vivrà di tecnologie già esistenti "ma che mai prima d'ora sono state messe a fattor comune", riprende Chiesa, che ha fatto ricerca sugli idrocarburi e sui gas al Mit di Boston e ora si occupa dell'efficienza dei semiconduttori per utilizzi energetici.
Venti gradi in meno di Abu Dhabi - Giorno per giorno deve affrontare problemi anche molto pratici come l'umidità e la sabbia che disturbano l'operatività dei pannelli solari. Il prof ci spiega che tutti gli edifici di Masdar saranno direzionati in modo da ricevere il vento che viene dal mare e, grazie al processo di solar cooling, cattureranno calore trasformandolo in energia termica utile per raffreddare. È un modo per essere efficienti: "Con i miei studenti abbiamo calcolato che ad Abu Dhabi d'estate il 70% dell'energia se ne va per alimentare gli impianti dell'aria condizionata che funzionano fino alle 11 della sera", ci dice. Allora l'indispensabile climatizzazione funzionerà con l'energia fotovoltaica, eolica e con pompe che porteranno in superficie il fresco del sottosuolo.
Grazie anche ad ampie vie alberate, si stima che la temperatura media di Masdar sarà anche di venti gradi inferiore a quella di Abu Dhabi city.
Tanti cervelli made in Italy - Matteo è giovane ma da queste parti non fa eccezione. Ahmed Al Jaber, il ceo di tutta la macchina Masdar, di anni ne ha 36. E non è l'unico cervello made in Italy: per esempio, Maurizio La Noce è consulente del governo dell'Emirato attraverso Mubadala oil & gas di cui è chief executive officer; Luca Guala, che lavora per l'azienda d'ingegneria di Cagliari Systematica, è il progettista del sistema robotico di taxi elettrici che si muoveranno in città su magneti sparsi per l'asfalto alla velocità di 40 chilometri orari; mentre ad agosto comincerà i corsi universitari uno studente italiano insieme a compagni di 25 diverse nazionalità.
Obiettivo: esportare tecnologia - Intorno all'oasi si muovono enormi investimenti e interessi economici. Che coinvolgono aziende e utility di tutto il mondo. Partner del progetto sono il Mit - Massachusetts institute of technology - di Boston, General electric, Bp, Royal dutch Shell, Mitsubishi, Rolls-royce, Total, Mitsui, la tedesca Conergy che sta pianificando una centrale solare termodinamica da 40 Mw, e la nostra Fiat.
Masdar ha poi costituito una joint venture in Spagna con Torresol per la costruzione di altri tre impianti di energia solare del valore di 800 milioni di euro. Ha fatto investimenti strategici nel London array, il più grande parco eolico off-shore d'Europa, e in Winwind, azienda finlandese costruttrice di turbine eoliche. Sviluppa film sottile per impianti fotovoltaici a Erfurt, in Germania, attraverso la sua consociata interamente controllata Masdar Pv. Ancora, ha fatto realizzare a Enviromena power systems il più grande impianto fotovoltaico del Medio oriente - citato in apertura - senza l'uso di bitume e polistirene. Tutte aziende che saranno ospitate, insieme a più di 15mila delegati, alla terza conferenza del World future energy summit (Wfes) che si terrà dal 18 al 21 gennaio 2010 ad Abu Dhabi.
In definitiva, la regia della città-oasi sa bene che prima o poi il benessere basato sull'export di materie prime (petrolio) finirà. E partendo da un nucleo d'innovazione come Masdar, sta studiando e facendo alleanze in giro per il mondo per fare proprio il know how delle nuove tecnologie green. Così l'economia dell'Emirato cambierà: da esportatrice di petrolio a esportatrice di tecnologia sostenibile.  

Se cerchi più informazioni su Masdar: www.masdar.ae 

Guarda le immagini del progetto: harperhere.com

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