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Il Consiglio dei Ministri annulla l’autorizzazione per gli impianti fotovoltaici a terra nella Tuscia

where Roma when Mer, 24/06/2020 who roberto

Gli impianti coinvolti dovevano sorgere nei comuni di Tuscania e Montalto di Castro

Il Consiglio dei Ministri accoglieno-fotovoltaico.jpg l’opposizione del MiBACT alla realizzazione di due impianti fotovoltaici a terra in provincia di Viterbo: il primo in località Pian di Vico nel Comune di Tuscania e il secondo in località Campomoro e Canino nel Comune di Montalto di Castro. Lo rende noto Italia Nostra, che parla di “una grande vittoria dell’ampio fronte ambientalista che ha affiancato il MiBACT in questa vertenza che si opponeva allo scempio della Tuscia prospettato dalle autorizzazioni concesse dalla Regione Lazio”. 
 
L’Associazione esprime soddisfazione per una decisione governativa che finalmente limita la speculazione energetica nella Tuscia, area che è stata presa di mira per la realizzazione di altri 13 impianti fotovoltaici a terra per un totale di 2.100 ettari, tra i quali si segnalano quelli previsti in località Poggio della Ginestra a Tuscania, Casalone a Tarquinia e Castel d’Asso a Viterbo.  Gli impianti bocciati dal Consiglio dei Ministri avrebbero prodotto un vero e proprio disastro ambientale e cancellato sotto una coltre di pannelli solari oltre 250 ettari di campagna e boschi in aree di grande pregio paesistico e naturalistico. Il progetto era stato autorizzato, nonostante il parere contrario espresso dalla Soprintendenza ABAP di Roma, Viterbo ed Etruria meridionale nell’ambito della VIA. Parere contrario era anche stato espresso dagli uffici regionali della DG Pianificazione territoriale, Paesistica e Urbanistica. Nonostante ciò, la Regione Lazio, DG Politiche ambientali e Ciclo dei rifiuti (Area Valutazione di impatto ambientale) ha ritenuto di emanare il provvedimento conclusivo positivo della procedura di VIA, poi automaticamente sospeso senza limiti di tempo dal MiBACT in attesa del pronunciamento definitivo del Consiglio dei Ministri.
 
Stupisce - conclude Italia Nostra -  la “schizofrenia” degli uffici della Regione Lazio, cui va riconosciuto in generale di aver provveduto con il proprio Piano Territoriale Paesistico Regionale a bloccare la realizzazione di impianti fotovoltaici a terra su suolo agricolo, di valore e di continuità e previsto la possibilità solo sulle serre e sulle pensiline, ma di aver rilasciato le autorizzazioni contestate senza alcuna seria e adeguata analisi preventiva sugli impatti paesaggistici e socio-economici.

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