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La Corte di Strasburgo rigetta il ricorso Enel contro la mancata costruzione di una centrale idroelettrica in Albania

where Roma when Lun, 23/06/2014 who redazione

Il contenzioso è da 430 milioni di euro. Enel: “Esaminati solo motivi formali, non di merito”

Punto a favore del gruppo delle energie rinnovabili italo-albanese Albania Beg nel lungo contenzioso da 430 milioni avviato contro il gruppo Enel per la mancata costruzione di una centrale idroelettrica. La Corte europea per i diritti dell'Uomo, secondo quanto ha appreso Radiocor da Strasburgo, ha infatti ritenuto inammissibile il ricorso presentato da Enel ed Enelpower per violazione del diritto all'equo processo e del principio di legalità, con richiesta di condanna della Repubblica di Albania alla riparazione dei danni. Secondo la Corte, che ha respinto il ricorso con un atto del giudice monocratico, i criteri di ammissibilità di cui agli articoli 34 e 35 della Convenzione europea dei diritti dell'uomo non sono stati soddisfatti. Enel, dal canto suo, precisa che la dichiarazione di irricevibilità da parte di Strasburgo è avvenuta per motivi formali, “senza che i giudici abbiano analizzato il merito della questione”.
Alla base del contenzioso tra Enel e Albania Beg Ambient c'è un contratto di collaborazione, mai andato a buon fine, per la costruzione di una centrale a Tirana. La controversia iniziò nel 2000 in Italia con un lodo arbitrale, vinto dal gruppo Enel, tra l'italiana Beg (allora controllante di Albania Beg e ora uscita dalla proprietà) ed Enelpower. Enel ricorda che il procedimento arbitrale “si è concluso nel 2002 con un lodo favorevole per Enelpower, confermato nel 2010 da una pronuncia della Corte di Cassazione, con cui è stata integralmente rigettata la domanda circa il presunto inadempimento di Enelpower riguardo a un accordo per la costruzione di una centrale idroelettrica in Albania. Al lodo italiano è seguito poi un giudizio in Albania, avviato dalla controllata Albania Beg Ambient Shpk, che si è concluso con esito favorevole a quest'ultima”.
Il contenzioso avviato da Albania Beg per concorrenza sleale si è concluso con una sentenza della Cassazione albanese che risale al 7 marzo 2011 e che ha confermato la condanna di Enel, secondo la ricostruzione di Albania Beg, al pagamento di circa 25 milioni per gli atti di concorrenza sleale e 405 milioni per la mancata produzione di energia negli anni 2005-2011. Sulla base di questa sentenza, sempre secondo quanto si apprende, Albania Beg ha recentemente presentato ricorso al tribunale civile dell'Aja per ottenere il sequestro conservativo fino a 440 milioni delle somme possedute da Enel in alcune sue controllate olandesi, come Enel Finance International, Enel Green Power International e Slovenske Electrarne Finance, e presso istituti come Abn Amro, Barclays, o Morgan Stanley. “Per quanto riguarda le iniziative giudiziarie intraprese da Albania BEG Ambient Shpk, Enel S.p.A. ed Enelpower S.p.A. - precisa una posizione ufficiale del gruppo elettrico italiano - contestano sotto ogni profilo la fondatezza delle domande avversarie e stanno attivando ogni iniziativa a tutela dei propri interessi”.
Azioni simili a quella avviata in Olanda sono state intentate da Albania Beg anche a New York e a Parigi, dove i procedimenti sono ancora in corso. L'ultima udienza a New York si è tenuta il 28 maggio scorso dopo che Enel ha chiesto, e ottenuto, che fossero scongelati beni fino a 597,4 milioni di dollari (il corrispondente dei 430 milioni di euro) che il tribunale dello Stato di New York aveva in un primo momento sottoposto a un provvedimento di freezing. Oltralpe, sempre per la stessa vicenda, Enel ha invece subito un sequestro da almeno 1,7 milioni nei confronti della controllata Enel France. Enel conferma che “ad oggi sono in corso di svolgimento procedimenti in Francia, Olanda e New York avviati da Albania BEG Ambient Shpk in relazione alla sentenza albanese” e sottolinea che “in relazione all'ultimo di questi, il giudice ha già revocato un ordine cautelare che era stato emesso in precedenza inaudita altera parte nei confronti di Enel ed Enelpower”.
Oltre al fronte di Strasburgo, dove il ricorso non ha passato l'esame preliminare, Enel ha aperto un altro fronte giudiziario, avviando una causa civile a Roma: il gruppo ha infatti chiesto un risarcimento del danno in misura pari alla somma che Enel ed Enelpower potrebbero essere tenute a corrispondere ad Albania Beg Ambient in caso di esecuzione della sentenza albanese.

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Palazzo di Strasburgo che ospita la Corte Europea di Giustizia
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