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Il Decreto rinnovabili non-fv inviato alle Regioni. Allarme delle distillerie

where Roma when Lun, 28/09/2015 who michele

I distillatori lanciano l'allarme sul decreto che metterebbe fuori mercato decine di impianti a causa dell’introduzione di un parametro fisso pensato per congelare il calcolo dell'incentivo al prezzo di cessione dell'energia elettrica. Che però è crollato

I distillatori lanciano l'allarme sul decreto rinnovabili, di imminente emanazione, che metterebbe fuori mercato decine di impianti. Le aziende del settore producono infatti 300mila MWh l’anno di energia, grazie alla valorizzazione dei sottoprodotti della antonioemaldi.jpgvinificazione. “Il decreto sulle fonti rinnovabili - spiega Antonio Emaldi, presidente di AssoDistil, l'associazione dei distillatori italiani - rischia di diventare il de profundis per gli impianti di energia da biomasse solide, su cui le distillerie italiane hanno investito ingenti capitali”.

Un futuro bloccato - “Il provvedimento di prossima emanazione da parte del Governo –ricorda - modifica il DM 6 luglio 2012 in materia di energia verde. Ma, invece di rafforzare il settore, blocca di fatto il suo sviluppo futuro, con gravi ripercussioni anche per tutta la filiera vitivinicola. Le distillerie, infatti, ricevono più di un milione di tonnellate di sottoprodotti della vinificazione, che al termine dei processi di trasformazione sono sottoposti a combustione in appositi impianti producendo quasi 300mila MWh di energia verde ogni anno”. “In questo modo - avverte - si è creata una filiera virtuosa di gestione e valorizzazione dei sottoprodotti, che contribuisce alla qualità dell'ambiente attraverso la produzione di elettricità da fonti alternative a petrolio e carbone. Tuttavia, quella vitivinicola non sarebbe l'unica filiera ad essere colpita: ne farebbero le spese tutte le filiere che producono energia da biomassa solida, come quella del legno”.

Il parametro fisso che paralizza il settore - “Se il decreto rinnovabili passasse così com'è - continua Emaldi - il testo del 2012 ha introdotto una disposizione a salvaguardia esclusiva degli impianti a biomasse solide a partire dal 1° gennaio 2016, garantendo a questi ultimi un livello minimo dell'incentivo. All'epoca, si riteneva che i prezzi dell'energia sarebbero cresciuti progressivamente e si è pensato di congelare il calcolo dell'incentivo al prezzo di cessione dell'energia elettrica registrato tre anni fa”. “Il mercato, però, si è evoluto in senso esattamente inverso - sottolinea Emaldi - e i costi dell'energia sono scesi drammaticamente. Quindi, proprio quell'elemento di garanzia che giustificava l'introduzione di un valore fisso rischia oggi di mettere in ginocchio tutto il settore”. “I distillatori chiedono dunque di eliminare dal decreto questo parametro fisso applicando, in sua vece, quello valido per le altre fonti rinnovabili, che prevede un meccanismo autoregolante tra il prezzo dell'energia elettrica attuale e il valore dell'incentivo”.

“A partire da gennaio  - conclude il presidente di AssoDistil - molte distillerie rischieranno la chiusura e centinaia di lavoratori si ritroveranno disoccupati. Inoltre, andranno in fumo centinaia di milioni di euro, investiti per avviare la produzione di energia da biomasse solide”. “Si scriverebbe così la parola fine - precisa Emaldi - ad un segmento importante della nostra produzione di energia verde che, a fronte di forti investimenti, aveva consentito risparmi importanti all'intero sistema-Paese”.

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Presidente di Assodistil
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