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Fotovoltaico – Europa e Cina trovano l’accordo sui dazi antidumping. L’annuncio di De Gucht

where Bruxelles (Belgio) when Gio, 29/08/2013 who roberto

Il commissario europeo per il Commercio ha parlato di intesa sulla base di un non meglio specificato “prezzo minimo”. Protesta il comitato Ifi: “Europa più debole”

È dunque fumata bianca per la guerra dei dazi antidumping sui moduli fotovoltaici, che ha visto opposte Europa e Cina. Il Commissario europeo per il Commercio Karel De Gucht ha annunciato che l’Unione Europea e il governo di Pechino hanno trovato una soluzione amichevole. De Gucht ha sottolineato che l’accordo sia stato raggiunto sulla base di un non meglio specificato “prezzo minimo” per le importazioni (fonti Ue citate da Qualenergia parlano di un prezzo di 74 centesimi di dollaro, ossia 56 cent per watt), che potrà riparare i danni causati dal dumping praticato dalle aziende cinesi e ridare stabilità al mercato solare europeo con un “livello di prezzi sostenibile”.
Durante le scorse settimane, l’Unione Europea ha insistito per avere un prezzo minimo di 55 centesimi di euro per watt per i moduli fotovoltaici e per una quota annuale del 60 per cento della domanda europea destinata ai produttori cinesi. All’inizio di giugno, la Commissione Europea ha imposto dazi provvisori su wafer, celle solari e moduli fotovoltaici importati dalla Cina. Le due parti avevano tempo fino al 6 agosto per evitare l’introduzione di tariffe del 47,6 per cento sui prodotti solari cinesi.
Duro il Comitato Ifi sulla soluzione del negoziato. Per il presidente Cremonesi “chiunque intenderà operare commercialmente con l’Europa saprà che c’è un Europa negozialmente più debole, che accetterà anche compromessi in aperta violazione delle proprie norme, principi, regolamenti.” Sotto accusa da parte di IFI anche il ruolo nella vicenda della Commissione, che da soggetto tecnico, quale dovrebbe avere nel condurre un investigazione, assume un ruolo politico interessandosi maggiormente - sotto la pressione di alcuni paesi, come la Germania -  “più a mettere a posto la propria posizione di bilancia commerciale nei confronti della Cina, piuttosto che difendere un principio sacrosanto del diritto, internazionale e comunitario”.
Cremonesi ha poi precisato che “il raggiungimento dell’accordo non è di per sé né un fatto positivo, né negativo. Deve conseguire un solo unico obiettivo: rimuovere il pregiudizio e il danno provocato dal dumping cinese. Ma deve anche rimuovere le cause che lo hanno generato, quali sussidi illegali alle imprese produttrici

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