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Fotovoltaico: serve uno sforzo straordinario, specie su potenziamento e semplificazione

where Rimini when Mer, 14/11/2018 who roberto

Le strategie del fotovoltaico italiano al 2030 presentate da Althesys in un convegno di Key Energy a Rimini

A settembre, con impianti per 20 fotovoltaico.jpgGW di potenza, il sole ha assicurato l’8% della produzione elettrica nazionale. Il punto è stato fatto al Key Energy di Rimini, nel corso del convegno “Il fotovoltaico italiano verso il 2030. Scenari per il rinnovamento e per i nuovi impianti”.
 
Nel mese di settembre, con 2,35 miliardi di chilowattora prodotti (+14,4% rispetto a un anno fa), il fotovoltaico ha coperto l’8% della produzione elettrica nazionale con impianti della potenza di circa 20 GW. Il parco italiano conta oggi 815.000 impianti, i quali ogni anno possono produrre circa 25 miliardi di chilowattora. Tuttavia, con la fine del Conto Energia si è registrata una frenata nella posa di nuovi pannelli solari e nel quadriennio 2014-18 l’installato si è attestato ormai attorno ai 400 MW annui, appena sufficienti a sostituire la capacità produttiva che si perde con l’invecchiamento dei pannelli.
 
Con i nuovi obiettivi della Ue, che prevedono di raggiungere il 32% di energia rinnovabile al 2030, l’Italia dovrà rivedere al rialzo il target previsto dalla Strategia Energetica Nazionale SEN 2017 (28%), e le rinnovabili dovranno fornire il 62% dell’energia elettrica contro il 55% dell’impegno attuale. In questo scenario, il fotovoltaico dovrebbe collocarsi sui 68 GW contro i 19,7 GW del 2017, arrivando a produrre 80 miliardi di chilowattora l’anno. Questo mentre impianti per complessivi 19 GW termineranno gli incentivi tra il 2029 e il 2035.
 
Sono alcuni dei dati emersi nel corso del convegno “Il fotovoltaico italiano verso il 2030. Scenari per il rinnovamento e per i nuovi impianti”, organizzato da Althesys, che si è svolto a Ecomondo.
 
Secondo le analisi discusse durante l’evento, l’età media degli impianti fotovoltaici italiani è compresa tra gli 8-10 anni. Le installazioni di dimensioni maggiori (utility scale di potenza superiore a 0,8 MW) costituiscono lo 0,8% in numero ma ben il 44% della capacità totale e il 50% della produzione.
 
Si comincia ora a sentire l’effetto dell’età dei pannelli, con una perdita media di produzione dell’1,6% all’anno. Per gli impianti entrati in esercizio prima del 2011, quando le tecnologie costruttive dei pannelli erano differenti, la riduzione media annua è del 2,2%, molto superiore al calo fisiologico (0,5% per monocristallino). Il decadimento reale rilevato è superiore a quello teorico a causa di difetti e scarsa qualità di alcuni componenti, per inadeguatezze nella progettazione, costruzione, gestione o nel monitoraggio degli impianti. La nuova potenza (circa 400 MW/a) è appena sufficiente a sostituire quella che si perde con l’età: senza interventi di promozione degli investimenti, al 2030 la “perdita” totale potrebbe arrivare a 5 GW, pari al 25% circa della potenza esistente al 2018.
 
“Per avvicinarsi agli obiettivi al 2030 serve uno sforzo straordinario” - dice Alessandro Marangoni, CEO di Althesys – “sia per preservare e usare meglio l’esistente che per realizzare nuovi impianti. Per fare interventi di revamping e repowering servono una semplificazione dei procedimenti autorizzativi, regole chiare per mantenimento degli incentivi sulle potenze originarie, modifiche alle normative e autorizzazioni locali per l’uso delle aree asservite e un coordinamento per adeguare la rete per ricevere la potenza incrementale”.
 
“Il calo dei costi della tecnologia e i nuovi scenari di prezzo sul mercato elettrico potranno aiutare la crescita delle nuove installazioni” - aggiunge Marangoni - “ma servono anche strumenti di policy efficaci. Bisogna creare le condizioni perché i PPA decollino e si valutino adeguatamente le potenzialità dell’autoconsumo e la disponibilità di aree. Il decreto 2018-20 in fieri è una buona notizia, ma bisogna già guardare oltre.”

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