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Le interviste di e-gazette. Di Cosimo (EBS): le nostre aziende a fianco delle zone colpite da Vaia e dall’emergenza bostrico

where Milano when Lun, 06/12/2021 who roberto

Il presidente dell’Associazione Energia da Biomasse Solide parla del ruolo dei principali produttori dopo la tempesta che abbatté migliaia di alberi

La produzione energetica da biomasseantoniodicosimo1.jpg solide offre importanti benefici ambientali in termini di riduzione delle emissioni di CO2, garantendo altresì stabilità e continuità della rete elettrica. Grazie a questi impianti è possibile una migliore gestione delle biomasse residuali, altrimenti destinate allo smaltimento in discarica, con importanti ricadute economiche per i territori. È il lavoro svolto ogni giorno dalle aziende di EBS, l’Associazione Energia da Biomasse Solide, che nasce per volontà dei principali produttori di energia elettrica da biomasse solide. Raggruppa 19 operatori e 22 impianti collocati su tutto il territorio nazionale. Abbiamo fatto qualche domanda al suo presidente Antonio Di Cosimo (nella foto).
 
Domanda: La tempesta Vaia ha causato danni enormi, e il permanere sul terreno di legname in decomposizione desta allarme da parte di numerosi associazioni per la difesa dell’ambiente. Quale potrebbe essere il contributo degli operatori del vostro settore alla bonifica del territorio devastato?

Risposta: In seguito all’emergenza gli impianti a biomasse EBS, in particolar modo quelli situati nel Nord Italia, ma non solo, si sono attivati da subito nell’organizzazione logistica a supporto delle aziende boschive, per ritirare tutta quella parte di biomassa legnosa non impiegabile per altri utilizzi, che ancora viene progressivamente asportata dalle aree boschive colpite dalla tempesta. L’approvvigionamento degli impianti EBS ha avuto in questi tre anni un’attenzione particolare alla gestione forestale svolta nelle aree interessate da tale problema, in continuità e coerenza con il consolidato rapporto con le locali filiere boschive, ma concentrando gli sforzi e mettendo in campo accordi di ritiro e supporto logistico (ditte attrezzate, mezzi di trasporto dedicati indirizzati verso le aree di maggior bisogno).

Domanda: Cos’è cambiato, in questi anni?

Inizialmente la biomassa legnosa era costituita da ramaglia fresca e piante rotte/fratturate da schianti della tempesta; ora, invece, per far fronte quanto prima alla necessità di delimitare le aree di espansione del bostrico, la biomassa legnosa raccolta con il proseguo dei lavori di esbosco è costituita anche da piante intere per lo più degradate il cui legname non trova collocazione commerciale in altri settori (costruzioni, segherie, ecc..).

Domanda: È stato fatto un calcolo - anche puramente teorico - di quanta energia sarebbe ricavabile dall'enorme quantità di biomassa disponibile?

Risposta: Sicuramente la biomassa da destinare a valorizzazione energetica, disponibile in questo momento, è in grado di soddisfare una buona parte della capacità produttiva già installata, che attualmente a livello regionale è di circa 50 MWe e a livello nazionale è pari a oltre 420 MWe per una produzione elettrica annua superiore ai 3.000 GWh. è importante che questi materiali vengano correttamente canalizzati e completamente impiegati, perché rappresentano un involontario e inaspettato “anticipo” rispetto alla produzione stazionaria del bosco e quindi una specifica visione di medio termine, anche per il sostentamento delle ditte locali del settore, deve essere considerata.
 
Domanda: Quanto è importante, dal punto di vista economico, la destinazione energetica?

Risposta: Occorre considerare il problema degli alti costi di asportazione dal bosco, in quanto il legname che se ne ricava è il più delle volte a “valore di costo macchiatico negativo” (le spese per portarlo fuori dal bosco superano il valore di mercato anche per l’utilizzo primario): anche in questo caso sottolineiamo l’importanza della destinazione energetica del materiale ritratto, che consente una mitigazione dei necessari costi di intervento, in particolare nel caso dei materiali attaccati dal bostrico, e comunque il risparmio di costi di smaltimento di matrici già “contagiate”.
 
Domanda: Data la disponibilità temporanea, per quanto grande, di materiale per alimentare le vostre centrali, avrebbe senso installare uno o più (piccoli) impianti localizzati in quell'area per ridurre i costi di movimentazione e trasporto (con conseguenti emissioni) a lunga distanza?

Risposta: Considerato che in Italia solo una quota ridotta dell’accrescimento annuo dei materiali legnosi viene raccolto e utilizzato, ribadiamo che le zone colpite prima da Vaia e ora dall’emergenza bostrico sono strutturalmente parte delle aree di provenienza della biomassa per i nostri impianti e che la logistica è stata in questi anni fortemente ottimizzata e risulta già decisamente efficiente. Avrebbe poco senso installare uno o più piccoli impianti nell’area, in quanto gli iter burocratici, progettuali e di costruzione, hanno tempi lunghi e la nuova capacità produttiva installata rischierebbe di trovarsi in attività quando l’emergenza è ormai finita. La biomassa legnosa rimasta ancora in bosco è talmente difficile da ritrarre e comunque così degradata che nessun intervento per asportarla avrebbe ormai senso economico e utilità socio-ambientale.

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