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Irex, a marzo rinnovabili più resilienti degli altri settori

where Milano when Gio, 16/04/2020 who roberto

L’indice IREX delle small-midcap pure renewablequotate su Borsa Italiana ha subito gli effetti della diffusione del COVID-19. Il mese si è chiuso con un -10,1%

di Alessandro Marangoni*

L’emergenza sanitaria ormai globale ha sconvoltoirexindicimensile2020-03.jpg gli scenari economici ed energetici in tutto il mondo. Si assiste in molti Paesi alla chiusura delle attività economiche non essenziali, limitando al minimo gli spostamenti per contenere il contagio. Sebbene sia difficile stimare gli impatti economici della pandemia, il calo del Pil sarà molto consistente in tutti i Paesi, con conseguenze gravi sull’occupazione e sulla tenuta sociale.
 
A marzo, l’ISTAT, segnala il drastico calo del clima di fiducia di famiglie e imprese. Il mese di febbraio mostrava però un discreto aumento dell’export extra-UE (+6,4% tendenziale), tranne che verso la Cina (-21,6%), e una variazione positiva delle vendite al dettaglio (+0,9% congiunturale), legata anche aicomportamenti di spesa delle famiglie dopo il 21 del mese (inizio allarme COVID-19), come mostra il dato sui beni alimentari (+1,2%).
 
I consumi elettrici hanno inizialmente risentito poco del virus con un calo molto contenuto e, addirittura, una crescita rispetto al 2019 nella decima settimana dell’anno (2-8 marzo per il 2020). Successivamente sono però crollati, fino a oltre il -20% nella tredicesima e quattordicesima settimana (23 marzo-5 aprile). La causa è il DPCM che obbliga alla sospensione le attività di 2,2 milioni di imprese (il 49% del totale, il 65% nel caso delle imprese esportatrici), con un’occupazione di 7,4 milioni di addetti (44,3%) di cui 4,9 milioni di dipendenti (il 42,1%).

Si può, tuttavia, guardare con ottimismo a chi ha iniziato la lotta al superamento del virus prima dell’Italia. In Cina i dati macroeconomici, che rilevano ancora solo in parte gli effetti della pandemia, nel primo bimestre dell’anno, segnano un calo congiunturale del 13,5% della produzione industriale e del 20,5% delle vendite al dettaglio. Le prospettive economiche però sono in miglioramento grazie alla progressiva uscita dal lockdown. Nei due scenari proposti dall’ISTAT, uno in cui la chiusura delle attività riguarderebbe solo i mesi di marzo e aprile e l’altro in cui si estenderebbe fino a giugno, la riduzione dei consumi sarebbe pari al 4,1% e al 9,9% su base annua. La riduzione dei consumi determinerebbe una contrazione del valore aggiunto dell’1,9% nel primo scenario e del 4,5% nel secondo. La caduta del PIL, secondo altri istituti, potrebbe essere molto più pronunciata. Si va dal -6% di Confindustria al -15% paventato da Unicredit.
 
Ad ogni modo, per contrastare gli effetti del virus sull’economia, le banche centrali sono intervenute con misure straordinarie e ripetute. L’obiettivo è il sostegno della domanda e l’iniezione di liquidità nel sistema. Parallelamente, molti Stati hanno annunciato provvedimenti fiscali di sostegno per i redditi e per le attività produttive.  Nell’area euro, lo stimolo fiscale sta avvenendo principalmente a livello nazionale e la BCE offre copertura monetaria allo sforzo degli Stati con programmi di acquisto dei titoli pubblici. La Commissione Europea, negli ultimi giorni, ha proposto l’attivazione di un fondo contro la disoccupazione per finanziare gli schemi di protezione dei posti di lavoro.
 
Le Borse europee, già ai minimi ad inizio di marzo, hanno dovuto affrontare un giovedì nero il 12 marzo, dopo la comunicazione delle decisioni della Bce per contrastare la pandemia. L’indice Stoxx 600, è arrivato, nel pomeriggio, a perdere il 10,5%, segnando il maggior calo della storia delle Borse europee, superiore anche a quelli segnati nel 2008 in occasione del fallimento di Lehman Brothers. L’indice Ftse Mib ha chiuso la giornata in calo del 16,9%, maggiore ribasso in una sola seduta dalla nascita dell’indice (1998). Anche Wall Street è affondata. Il Dow Jones ha perso il 10%, il Nasdaq l’8,3% e l’8,6% è toccato allo S&P 500.

Dopo aver toccato il fondo, fortunatamente, gli indici borsistici si sono pian piano rialzati, pur non mostrando segni di vero e proprio “rimbalzo”. Le Borse europee, così, hanno chiuso il mese con perdite molto più corpose di febbraio. L’indice spagnolo Ibex è risultato il più colpito, con una variazione del -22,9%. A seguire il Cac francese, che ha ceduto il 17,8% e poi il Dax tedesco, arretrato del 16,1%. In Italia l’indice FTSE All share chiude marzo con un netto -21,0% dopo il -6,3% di febbraio. Meglio è andata per il comparto petrolifero italiano, visto che l’indice FTSE Oil&Gas ha ceduto, nel mese, solo il 15,3%. Le quotazioni del greggio si posizionano in una nuova dimensione. Il crollo dell’ultimo mese porta, infatti, il Brent a 22,7 $/b, con una variazione rispetto a fine febbraio del -55,0%. Il WTI si spinge fino a 20,2 $/b, con una variazione simile, pari a -55,3%.
 
L’indice IREX delle small-midcap pure renewable quotate su Borsa Italiana ha subito gli effetti della diffusione del COVID-19 sull’andamento dell’economia globale. Dopo la forte crescita di gennaio (+19,3%) e il ridimensionamento della crescita dello scorso febbraio (+1,6%), a marzo si è ribaltato il trend. Il mese si è chiuso con un -10,1%, registrando giovedì 12 marzo una perdita del 30%.
 
Il Gruppo Green Power (+4,5%), Renergetica (+3,5%) e Innovatec (0,0%) sono le uniche società che, nonostante tutto, hanno mostrato andamenti crescenti. Particolarmente attivo il mercato estero, dove Renergetica ha siglato un contratto con AlamoCement Company per lo sviluppo di un impianto fotovoltaico da 10 MW in un sito industriale della società in Texas. Falck Renewables (-11,1%) ha acquistato EnergíaEólica de Castilla S.L., società titolare del parco eolico di Carrecastro (10 MW), e ha perfezionato l’accordo con Eni per la creazione di una piattaforma per lo sviluppo di progetti da fonte rinnovabile negli Stati Uniti.
 
AlgoWatt, la “greentech company” nata il mese scorso con la fusione tra SoftecoSismat e TerniEnergia, ha presentato il nuovo modello di business: la società si occuperà per il 90% di progettazione e sviluppo software, prodotti e soluzioni per i settori energy, utility, mobilità, mentre il restante 10% sarà dedicato alle attività O&M di impianti di energia rinnovabile. Tra i worst performer si segnala Elettronica Santerno (-29%), Seri Industrial (-34,3%) e Agatos (-39,6%). Quest’ultima ha comunicato la creazione di una società, insieme ad una ESCo e ad un imprenditore agricolo lombardo, per lo sviluppo di un impianto di biometano da biomasse agricole basato sull’innovativo processo BIOSIP AGRI, brevettato da Agatos.
 
La pubblicazione dei risultati economico-finanziari relativi all’esercizio 2019 vede per varie società, tra le quali Falck Renewables, Innovatec, Renergetica e Alerion, una crescita dei ricavi e della produzione di energia elettrica. Tuttavia, nonostante le positive performance economiche e finanziarie registrate l’anno precedente, le società dell’indice sono state fortemente influenzate dalla situazione di emergenza generale, con possibili ritardi e riduzioni delle attività commerciali ed operative future.
 
*Alessandro Marangoni è amministratore delegato di Althesys, la società di consulenza che cura l’indice Irex

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