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Legambiente, in Lombardia l’idroelettrico si fa sempre più piccolo

where Lecco when Mer, 12/12/2018 who roberto

Dossier di Legambiente: diminuiscono le taglie degli impianti e le produzioni energetiche, ma crescono gli impatti ambientali delle captazioni

Tutti i fiumi e i torrenti dell’arco alpinoimpianti-mini-idro.jpg, dal Friuli Venezia-Giulia alla Liguria, passando per la Lombardia, sono sistematicamente captati a più riprese lungo tutto il percorso e, quindi, deprivati della maggior parte della propria acqua, con gravi danni ambientali e paesaggistici. L’allarme è stato lanciato a un incontro promosso da Legambiente sull’impatto provocato dall’idroelettrico.
 
Se, nel corso del secolo scorso, ciò è avvenuto con la realizzazione di opere gigantesche, dighe, condotte e centrali che ancora oggi producono una quota importante dell’energia elettrica in Lombardia, da anni ormai le nuove realizzazioni si rivolgono al reticolo idrico minore, o ai tratti di pianura dei corsi d’acqua.
 
Il numero di domande per la realizzazione di nuove derivazioni e impianti idroelettrici (mini e micro idroelettrico) è cresciuto continuamente, in particolare nelle regioni alpine e appenniniche, con migliaia di richieste in fase di valutazione a fronte di migliaia di centraline già realizzate. Nella sola Lombardia, a giugno 2018, risultano attivi 705 piccoli impianti sotto i 3000 Kw, senza considerare le centinaia di richieste attualmente in fase di valutazione.
 
“Abbiamo seguito e sostenuto attivamente l'impegno dei comitati e degli alpigiani a difesa dei corsi d’acqua dalle nuove captazioni - sostiene Costanza Panella, presidente del circolo Legambiente Lario Orientale -. Ci siamo così convinti che non si tratti di un conflitto tra due obiettivi ambientali, tra produzione di energia rinnovabile e salvaguardia dello stato ecologico dei corsi d'acqua e del paesaggio, ma di un’opposizione a investimenti divenuti insostenibili sia ambientalmente che  economicamente, nonostante gli incentivi che, a fronte delle scarse prestazioni riscontrate in termini di produzione energetica, appaiono poco giustificabili, e sarebbe meglio venissero concentrati su altre fonti rinnovabili che esprimono un potenziale molto maggiore”.
 
“Consideriamo grave una condotta dei concessionari idroelettrici che non garantiscono nemmeno il rilascio del deflusso minimo vitale, ovvero della condizione minima, e spesso insufficiente, che viene imposta in sede di rilascio dalla concessione, proprio per impedire la morte del corso d’acqua - denuncia Damiano Di Simine, responsabile scientifico di Legambiente Lombardia -. Così come noi abbiamo rilevato portate al di sotto di quelle autorizzate, vorremmo che ci fosse un impegno da parte delle istituzioni pubbliche a svolgere attività capillari di controllo e sanzionamento, che impediscano indebite rapine di risorse naturali”.

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impianto-idroelettrico