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Renewable Energy Report del Polimi: così nel 2024 la crescita si consolida

where Milano when Gio, 05/06/2025 who roberto

Il fotovoltaico si conferma “locomotiva” in un mercato che cambia: se cala il numero di nuovi impianti, cresce la taglia media. Il Nord, Lombardia in testa, mantiene il primato ma rallenta nelle regioni più industrializzate, mentre Sud e le isole sono in solida crescita (boom del Lazio).  L’eolico recupera ma resta secondario. I dati dell’Energy&Strategy della School of Management del Politecnico di Milano.

Dopo il record di installazioni renewable-energy-pikrepo-free.jpgdel 2023, il settore delle rinnovabili si assesta su volumi elevati, registrando un aumento complessivo del 16% rispetto all’anno precedente: per la seconda volta consecutiva, infatti, nel solo fotovoltaico le nuove installazioni superano i 5 GW, portando la potenza totale annuale a 6.027 MW (+15%). Sono alcune delle evidenze emerse dal Renewable Energy Report 2025, redatto dall’Energy&Strategy della School of Management del Politecnico di Milano e presentato la scorsa settimana.
Dal rapporto emerge che anche l’eolico segna un’inversione di tendenza, con 612 MW (+26%) di nuova potenza dopo la contrazione del 2023, pur rimanendo marginale nel mix italiano, sia per volumi installati che per diffusione geografica, contrariamente a Germania, Spagna e Francia.
Tuttavia, l’Italia è ancora lontana da una traiettoria di crescita compatibile con l’obiettivo al 2030 di raddoppiare la capacità totale installata (dai 50 GW attuali a 107 GW), ottenibile solo aggiungendo ogni anno il 40% in più rispetto ai volumi attuali.
Lo studio analizza anche in dettaglio la situazione geografica: il Nord mantiene il primato di installazioni e di capacità fotovoltaica, ma mostra un generale rallentamento rispetto al 2023, in particolare nelle regioni più industrializzate; il Lazio si distingue per un balzo in avanti di quasi 1.000 MW e anche il Sud e le Isole registrano una solida crescita, seppur su una base di partenza inferiore.
L’eolico invece mantiene una netta concentrazione al Sud e nelle Isole, mentre il Nord si caratterizza per un sostanziale immobilismo.
 
Le installazioni
Stando alle analisi contenute nel rapporto, il fotovoltaico conferma il ruolo di “locomotiva”, con 6.027 MW di potenza installata nel 2024 (+795 MW rispetto al 2023 e +3.545 MW rispetto al 2022) che superano in valore assoluto il precedente record del 2023, anche se dal punto di vista percentuale si tratta “solo” di un +15% contro il +111% del 2023 sul 2022.
Parallelamente, il numero di nuovi impianti installati nel 2024, pur diminuendo rispetto al 2023 (281.981 contro 373.929), rimane ben al di sopra dei valori del 2022 (205.806) ed è bilanciato da un fattore fondamentale, l'aumento della potenza media per impianto.
Nel 2024 la maggior parte della potenza installata (2.584 MW, pari al 43%) proviene dalla fascia superiore ai 1.000 kW, che nel 2023 aveva contribuito solo con 1.157 MW (22%). Si tratta di impianti di tipo industriale o commerciale, che tendono a generare molta più energia rispetto agli impianti residenziali: in questo contesto, il numero inferiore di impianti installati nel 2024 non è dunque un segno di rallentamento ma piuttosto il risultato di politiche incentivanti e di un ambiente normativo che favorisce le grandi installazioni, con un mercato che si sta spostando verso la realizzazione di impianti su larga scala.
L’eolico, invece, dopo la contrazione del 2023 rimbalza nel 2024 - 612 MW di potenza installata, 125 MW in più (+26%) rispetto al 2023 - senza però colmare il divario dimensionale col solare. L’incremento è dovuto per il 95% ai 61 nuovi impianti di fascia superiore a 1 MW, ma anche il numero totale di installazioni recenti risale leggermente, passando da 82 a 84 unità, pur rimanendo ben al di sotto delle 208 del 2022.
 
Confronti
Analizzando il parco rinnovabile installato nelle principali nazioni europee, se in Italia l’eolico si ferma al 26% della capacità rinnovabile, in Germania arriva al 42% e in Francia e Spagna al 50%. Inoltre, è evidente come in Italia sia diverso il peso degli impianti di piccola taglia (il 21% contro il 17% tedesco, il 10% francese e il 3% spagnolo) e come quelli di grandi dimensioni siano ancora poco diffusi rispetto a Francia e Spagna (19% contro 24% e 42%). Analizzando poi le previsioni di nuova capacità installata da qui al 2030, estratte dai Pnrr dei principali paesi europei, emerge con ancora più evidenza il ruolo del solare: in Italia, il fotovoltaico copre il 74% della crescita attesa, mentre in Germania e Francia si assesta attorno al 60% e in Spagna al 55%. In altre parole, per l’Italia la transizione energetica punterà sempre di più sul solare, a differenza degli altri tre Paesi in cui l’eolico continuerà a mantenere un ruolo proporzionalmente maggiore.

L’andamento regionale
Ma come sono distribuite le nuove installazioni di rinnovabili? Nel 2024, il Lazio conquista il primato per la maggiore espansione fotovoltaica, grazie a un balzo in avanti di quasi 1000 MW (dai 322 MW del 2023 a 1256 MW). Al contempo, la Lombardia, pur fermandosi a 767 MW (in lieve calo rispetto ai 907 MW dell’anno precedente), rimane la regione con la maggiore capacità fotovoltaica complessiva installata in Italia.
Il Nord, dunque, mantiene il primato in termini di numero di installazioni, ma mostra un generale rallentamento rispetto al 2023, con particolari riduzioni nelle regioni più industrializzate: Veneto, Piemonte, Friuli-Venezia Giulia ed Emilia-Romagna, infatti, continuano a fornire un contributo significativo, ma tranne il Friuli (che cresce, +75 MW) tutte le altre regioni evidenziano un calo nelle nuove installazioni. Il Veneto, in particolare, passa dai 680 MW del 2023 ai 483 MW del 2024; più contenute invece le riduzioni di Piemonte ed Emilia-Romagna (rispettivamente -84 MW e -63 MW).
Il Sud e le isole, al contrario, si mostrano in solida crescita, seppur su una base di partenza inferiore rispetto al Nord: aumentano Sicilia (da 422 a 505 MW), Sardegna (da 204 a 324 MW), Campania (da 217 a 258 MW), Puglia (da 243 a 287 MW) e Molise (da 19 a 48 MW). Stabili o in lieve calo le altre regioni.
Tutto ciò suggerisce una graduale espansione nelle aree meno sviluppate, mentre al Nord potrebbero essere necessarie nuove strategie per mantenere i livelli di crescita. Quanto all’eolico, il 2024 ripropone in gran parte la tradizionale “geografia” degli impianti, con una netta concentrazione al Sud e nelle isole maggiori.
Il Nord è caratterizzato da un sostanziale immobilismo: regioni come Piemonte, Valle d’Aosta, Lombardia, Trentino-Alto Adige, Veneto ed Emilia-Romagna non registrano al- cuna nuova potenza installata; fa eccezione la Liguria, con +10 MW. Procedendo verso il Centro, Toscana e Marche aggiungono entrambe 1 MW, mantenendosi in linea con l’anno precedente, mentre Lazio e Abruzzo migliorano leggermente i dati del 2023 portandosi, rispettivamente, a 2 MW e 4 MW di nuove installazioni.
Il Sud offre il quadro più articolato. In Basilicata e Sardegna si registra il calo più drastico rispetto al 2023: la potenza installata scende da 29 a 11 MW nella prima e da 73 a 23 MW nella seconda. All’estremo opposto, la Campania vede un notevole incremento (da 117 a 218 MW) e si conferma fra i motori principali del settore, così come la Puglia (da 110 a 131 MW) e la Sicilia, già su livelli elevati (da 148 a 166 MW), mentre la Calabria addirittura quadruplica la capacità aggiuntiva, arrivando a 45 MW.
 
I commenti
“Il problema non è più tanto tecnologico o economico, quanto autorizzativo e infrastrutturale - commenta Davide Chiaroni, vicedirettore di Energy&Strategy e responsabile dell’Osservatorio sulle rinnovabili. - A fine 2024 risultavano oltre 161 GW di richieste in attesa, ma tempi lunghi e colli di bottiglia sulla rete stanno rallentando l’effettiva messa a terra dei progetti. Il mercato però si sta ridefinendo: il numero di impianti installati è in calo mentre la taglia media è in crescita, segno di una sempre maggiore focalizzazione su progetti di scala industriale o commerciale. Gli impianti con potenza superiore a 1 MW hanno contribuito per oltre il 43% alla nuova potenza fotovoltaica, quasi il doppio rispetto all’anno precedente, riflettendo un contesto normativo e finanziario che favorisce la realizzazione di impianti di taglia medio-grande”.
“In questo quadro, le rinnovabili restano il pilastro della strategia climatica, ma il contesto politico e regolatorio appare oggi più fluido e meno coeso - conferma Vittorio Chiesa, direttore di Energy&Strategy. - Il dibattito sul clean industrial deal punta anche su tecnologie non-FER, mentre in Italia è tornata centrale la discussione sul nucleare, segno che lo spazio politico delle rinnovabili non è più scontato. In più, sul piano normativo l’assenza del decreto FER X definitivo alimenta incertezza sugli orizzonti post-2025. Serve quindi una nuova fase di politica industriale e istituzionale, capace di semplificare e armonizzare le procedure autorizzative, accompagnare gli operatori con strumenti chiari, stabili e proporzionati, coordinare efficacemente le azioni tra Stato, Regioni e operatori di rete. Solo così sarà possibile trasformare l’interesse del mercato in nuova capacità installata e avvicinarsi agli obiettivi di transizione e sicurezza energetica”.
 
Per scaricare il report e le presentazioni:  https://www.energystrategy.it/download/1047079/?tmstv=1748254829&mtm_campaign=download_RER25

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