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Rinnovabili, l’Unione europea trova l’accordo: obiettivo 32% al 2030

where Bruxelles when Ven, 15/06/2018 who roberto

Il documento prevede anche un alleggerimento dei costi per produrre energia da rinnovabili per l'autoconsumo e lo stop all'utilizzo di olio di palma nei biocarburanti dal 2030. Le reazioni

Entro il 2030 le energie rinnovabili rinnovabili_0.jpgdovranno coprire il 32%, dall’attuale 20%, dei consumi energetici nell'Unione europea. E' uno dei risultati dell'accordo raggiunto la scorsa notte tra le istituzioni europee sulla nuova direttiva rinnovabili, che aggiorna il quadro normativo Ue al 2030.  dal 2030. 

L'accordo prevede anche un alleggerimento dei costi per i cittadini e i gruppi di cittadini che vogliono produrre energia da rinnovabili per l'autoconsumo e lo stop all'utilizzo di olio di palma nei biocarburanti
I nuovi obiettivi sono il frutto dell’intesa firmata da Parlamento, Commissione e Consiglio europeo, in cui è stato dato il via libera a due delle otto proposte legislative del pacchetto Energia pulita per tutti che era stato adottato dalla Commissione europea il 30 novembre 2016. Un mese fa era stato adottato il primo elemento del pacchetto, la direttiva sul rendimento energetico nell'edilizia.
 
L’accordo non si limita a recepire quello che sta avvenendo nel mercato dell’energia, ma vuole anche andare incontro a un altro fenomeno: l’autoproduzione di energia fotovoltaica, grazie ai piccoli impianti domestici, con i sistemi di accumulo e reti locali. Oltre a migliorare i regimi di sostegno per le rinnovabili, l’accordo riduce anche le procedure amministrative, definisce un quadro stabile dei regole sull'autoconsumo, aumenta il livello di ambizione dei target per il settore dei trasporti e della refrigerazione.
 
Il provvedimento, si legge in una nota della Commissione, "contribuirà notevolmente alla priorità politica della Commissione espressa dal Presidente Juncker nel 2014 affinché l'Unione europea diventi il numero uno mondiale in rinnovabili".  L'accordo "consentirà all'Europa di mantenere il suo ruolo di guida nella lotta contro il cambiamento climatico, nella transizione energetica pulita e nel raggiungimento degli obiettivi fissati dall'Accordo di Parigi", prosegue la nota.
 
Le reazioni -  Per Cooordinamento FREE e ANEV il risultato finale raggiunto del 32% per le rinnovabili “significherà per l’Italia qualcosa in più in termini percentuali, al quale va aggiunto il target, più timido, del 14% nei trasporti”. Tali numeri rappresentano “un cambiamento rispetto al passato e segnano un cambio di rotta significativo nelle politiche comunitarie.” “Significativo” per le due associazioni anche il risultato ottenuto con l’esclusione dell’applicazione degli oneri di rete per gli impianti fino a 25 kW in autoconsumo, battaglia che FREE e ANEV conducono da anni, che “dovrebbe consentire un ulteriore utile sviluppo degli impianti di piccola taglia nell’ottica di un sempre maggiore sviluppo della generazione distribuita, necessaria al raggiungimento degli obiettivi europei.” “Preoccupa”, viceversa, il mancato accordo su un parallelo adeguamento anche dell’incremento dell’efficienza energetica che, agendo sui consumi finali, agevola il conseguimento dei nuovi, più impegnativi target per le rinnovabili.
L'accordo fra Parlamento europeo e governi europei sull'obiettivo del 32% di rinnovabili al 2030, secondo il consulente energia di Greenpeace, Sebastian Mang, "riconosce per la prima volta il diritto dei cittadini di partecipare alla rivoluzione energetica in Europa e abbatte alcune grandi barriere che frenano la lotta al cambiamento climatico. L'obiettivo di crescita delle rinnovabili fissato al 32 per cento è però troppo basso - aggiunge Mang -, e permette alle grandi compagnie energetiche di restare ancorate ai combustibili fossili o a tecnologie rivelatesi false soluzioni".
Per Greenpeace "l'obiettivo di crescita minima per l'energia rinnovabile al 32% entro il 2030 è inadeguato per prevenire gli effetti dannosi del cambiamento climatico. L'accordo raggiunto ieri consentirà inoltre ai Paesi e alle imprese di continuare a classificare come rinnovabili alcune bioenergie non sostenibili, spianando la strada all'abbattimento di altri alberi e alla deforestazione di foreste pluviali per la produzione di biocarburante".
“Le indicazioni che giungono dall’Europa sono assolutamente chiare ed inequivocabili”, afferma Simone Mori, Presidente di Elettricità Futura, “e dimostrano l’impegno delle istituzioni comunitarie nella costruzione di un’economia decarbonizzata. Il percorso di transizione energetica non è reversibile e ora auspichiamo che i governi nazionali creino fin da subito le condizioni ottimali per permetterci di centrare gli obiettivi”.

“Come sistema di imprese . continua Mori - siamo pronti ad affrontare la sfida e auspichiamo una rapida emanazione del nuovo Decreto FER, che permetterà al settore di riprendere gli investimenti e di iniziare subito il percorso verso il 2030”.
 

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