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Sono oltre 21mila le imprese delle rinnovabili. Lo dice il primo rapporto sulle filiere del futuro

where Rimini when Mer, 29/03/2023 who roberto

Dallo studio sulla geografia produttiva delle rinnovabili in Italia emerge che quasi un terzo delle imprese si concentra in Lombardia, Lazio e Veneto

Gli investimenti nelle rinnovabiligeografia-rinnovabili.jpg hanno raggiunto lo scorso anno il record di 495 miliardi di dollari, ma nei prossimi cinque si prevede che verrà installata una potenza rinnovabile pari a quella degli ultimi venti anni. L’Europa corre con il valore record del 2022 di nuova capacità fotovoltaica di 41,4 GW (47% in più rispetto al record del 2021) e anche l’Italia con 2,5 GW fotovoltaici sta recuperando rispetto alla stasi degli ultimi anni. E allora, chi sono nel nostro Paese gli attori impegnati per vincere la sfida dello sviluppo delle rinnovabili in vista dell’obiettivo della carbon neutrality al 2050? In quali segmenti della filiera si collocano e in quali territori? A queste domande ha risposto il rapporto “Filiere del futuro: rapporto sulla geografia produttiva delle rinnovabili in Italia” promosso e realizzato da Fondazione Symbola e Italian Exhibition Group, in collaborazione con le principali Associazioni di categoria del comparto, e presentato a K.EY di Rimini.
 
L’identikit di una filiera
Il rapporto rappresenta un primo tentativo di identificazione ad ampio raggio delle imprese attive e potenzialmente attive nella filiera. L’approccio, pur portando a numeri significativi, non rileva le imprese individuali e sottostima l’apporto delle imprese di piccole dimensioni. Ambiti che porterebbero a numeri maggiori rispetto a quelli stimati e su cui verranno fatte analisi di dettaglio nelle prossime edizioni. Ad oggi sono 21.378 le imprese che dichiarano attività legate alla filiera delle rinnovabili. Guardando ai territori, quasi un terzo delle imprese si concentra in Lombardia, Lazio e Veneto. Il documento dipinge poi un quadro articolato dal punto di vista settoriale, che pone in risalto i diversi ambiti di intervento delle imprese nella filiera delle rinnovabili, dalla installazione e manutenzione (44,1%), al commercio (14,1%), alla manifattura (11,2%), alla produzione di energia (7,2%), alla consulenza, collaudo e monitoraggio (7,1%).
Lombardia, Lazio, Veneto, Campania ed Emilia-Romagna costituiscono nell’insieme il 53,6% del totale delle imprese individuate. A livello provinciale Roma è prima (1.735 imprese, 8,1% del totale nazionale), con un risultato fortemente condizionato dalle attività di installazione, seguita da Milano (1.510, 7,1%), Napoli (833, 3,9%),Torino (659, 3,1%) e Brescia (542, 2,5%).
Guardando al segmento manifatturiero legato allo sviluppo di prodotti, componenti e macchinari emerge Milano con 116 imprese (4,8% del totale nazionale), seguita da Brescia (108, 4,5%), Vicenza (101, 4,2%), Padova (84, 3,5%) e Treviso (79, 3,3%). Un tessuto di imprese distribuito sul territorio in tutti i segmenti della filiera, dove emergono esperienze di rilievo come la più grande gigafactory d’Europa per la produzione di moduli fotovoltaici (3 GW all’anno) che sarà attiva dal 2024 a Catania. 
 
Le parole dei Realacci
Ermete Realacci, presidente della Fondazione Symbola, ha dichiarato: “Puntare sulle rinnovabili e sull’efficienza fa crescere il Paese, dà forza all’economia, lo rende più libero. C’è un’Italia che eccelle in molti segmenti della nuova economia sostenibile e il nostro Paese dà il meglio di sé quando incrocia i suoi cromosomi antichi, la sua identità con un modo tutto italiano di fare economia: che tiene insieme innovazione e tradizione, coesione sociale, nuove tecnologie e bellezza, capacità di parlare al mondo senza perdere legami con territori e comunità, flessibilità produttiva e competitività. C’è molto da fare ma da qui possiamo partire per affrontare non solo i nostri mali antichi ma il futuro e le sfide che ci pone. Possiamo farlo dentro la missione che si è data l’Europa con il Next Generation EU, per rispondere alle crisi tenendo insieme coesione, transizione verde, digitale. Dobbiamo farlo rafforzando nel mondo un percorso di cooperazione e di pace oggi indebolito. Per costruire insieme, senza lasciare indietro nessuno, senza lasciare solo nessuno, un mondo più sicuro, civile, gentile come è scritto nel Manifesto di Assisi”.

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