torna alla home
Visitaci anche su:

Notiziario ambiente energia on-line dal 1999

​Spalma-incentivi, la commissione Bilancio parla di rischio-contenziosi, tutti lo vogliono cambiare. Come finirà?

where Roma when Lun, 21/07/2014 who michele

Da un lato operatori e fondi internazionali sul piede di guerra che puntano a ricorsi milionari. Dall’altra il Governo che ha appreso dalla Commissione Bilancio del Senato del rischio di “sottovalutazione” sui danni derivanti dai contenziosi. E intanto numerosi emendamenti di tutte le forze politiche chiedono cambiamenti senza però offrire una soluzione definitiva

Riuscirà il Governo a modificare il testo dello Spalma-incentivi ed evitare la valanga di ricorsi provenienti dai fondi internazionali che hanno il dente avvelenato? La domanda si fa sempre più urgente dopo che la Commissione Bilancio del Senato ha parlato di “sottovalutazione” dei rischi di contenzioso, anche per la dubbia applicabilità della garanzia della Cassa depositi e prestiti prevista per i finanziamenti “compensativi” agli operatori.  Intanto, almeno un centinaio di investitori hanno già avviato la prima fase della procedura arbitrale prevista dal Trattato internazionale della Carta dell’Energia.
Lo spalma-incentivi come definito dal testo del decreto 91, oltre a contraddire i principi della Costituzione italiana in materia di retroattività e di tutela dell’affidamento, sembrerebbe infatti infrangere il citato Trattato internazionale, violandone l'articolo 10 (che garantisce il principio del giusto ed equo trattamento e tutela gli investitori da repentini e inattesi cambiamenti delle condizioni sulla base delle quali gli investimenti sono stati effettuati) nonché l’articolo 13 (che mira a proteggere gli investitori da un’espropriazione da parte di uno degli Stati contraenti).
È difficile, dunque, che a questo punto anche a fronte di una serie di emendamenti presentati, le cose vengano lasciate così come sono state previste. L’incognita sul cosa fare tuttavia rimane: le soluzioni alternative da adottare conservano anch’esse dei margini di impraticabilità. Ad esempio la nota proposta, giunta da Confinfìdustria e caldeggiata da alcune associazioni, di utilizzare un bond emesso dal Gse - come soggetto privato - per raffreddare la componente A3 si infrange oggi contro il muro del Tesoro secondo il quale un’emissione di questo tipo, considerato di competenza pubblica, passerebbe gioco forza attraverso le forche caudine del debito pubblico.
Tra le altre ipotesi in ballo emerge anche la proposta - che potrebbe scatenare ulteriori barricate - di applicare l'addizionale Irpef del 5,5% della cosiddetta Robin Tax anche a tutte le aziende delle rinnovabili che abbiano un volume di ricavi superiore a 300 mila euro e di un reddito imponibile superiore a 30.000 euro. Ma altri emendamenti chiedono invece direttamente la più improbabile soppressione tout court dello spalma-incentivi.
Comunque sia, dopo le votazioni in Commissione il provvedimento dovrebbe approdare in aula a partire dal 21 luglio, anche se il calendario definitivo potrebbe cambiare visto che l'assemblea sarà impegnata con il più rilevante, almeno per il premier Renzi, Ddl di riforma costituzionale.
 
 

immagini
Ingresso dell'Aula commissione bilancio del Senato italiano
leggi anche: