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Suntech rischia la bancarotta. La città di Wuxi medita il salvataggio

where Pechino (Cina) when Mar, 26/03/2013 who roberto

Il primo produttore al mondo non è riuscito a ripagare debiti per 2 miliardi, ma chiede al governo locale di salvarlo. Numerosi i precedenti: Ldk, Trina Solar e Yingli. Per Pechino, però, “basta finanziamenti a pioggia”

Suntech, il colosso cinese dei pannelli solari con 2 miliardi di dollari di debiti sul groppone, ha annunciato la bancarotta della sua filiale principale, quella di Wuxi. La situazione della società non è comunque un fulmine a ciel sereno.
Come hanno sostenuto in tanti (specie in Europa), negli ultimi anni, in particolare nel periodo tra il 2008 e il 2012, la strategia commerciale della Suntech stava producendo sotto prezzo, con profitti bassissimi, per conquistare quanto più mercato possibile e affossare la concorrenza. Così, però, ha prodotto e distribuito molto più di quanto effettivamente vendesse e di quanto il mercato potesse assorbire.
La società, quotata alla borsa di New York dal 2005, oggi dà lavoro a oltre 17mila persone, potrebbe essere salvata se Pechino e la finanzia governativa decidessero di intervenire, come già accaduto in passato con Ldk, salvata lo scorso luglio dall'autorità locale di Xinyu (Jiangxi) con uno stanziamento da 440 milioni di yuan (55 milioni di euro). Oggi il colosso  sta concordando un analogo sostegno finanziario con il governo di Wuxi, la città del Jiangsu dove ha il proprio quartier generale.
Secondo dati raccolti da Bloomberg, la China Development Bank avrebbe, tra l’altro, già foraggiato con 43,2 miliardi di dollari numerosi colossi come la stessa Suntech, Ldk, Trina Solar, Yingli Green Energy, Hanwha SolarOne e Jinko Solar. Suntech è il primo gigante dell’energia solare cinese che potrebbe cadere dopo la guerra dei prezzi scatenata dal Paese asiatico, che ha costretto aziende come la tedesca Solon a depositare i libri in tribunale.
Ma dopo l’ennesimo segnale di fallimento, anche il governo centrale cinese potrebbe presto decidere di cambiare rotta: anche se Meng Xiangan, vicepresidente della Renewable Energy Society di Pechino ha dichiarato che “gli incentivi verranno offerti finché il costo di produzione di energia solare non sarà equivalente a quello degli impianti alimentati a carbone”, il governo potrebbe però cambiare il criterio di distribuzione che fino ad oggi è stato sostanzialmente “a pioggia”.
La crisi del mercato globale potrebbe però portare a una strategia diversa, cioè di  sussidiare le imprese produttrici in base all'energia effettivamente prodotta. Oggi sono già attivi sussidi da 5,5 yuan (70 centesimi) per watt prodotto, che vanno soprattutto alle grandi aziende. Gradualmente, il sistema  potrebbe essere esteso ai produttori più piccoli.

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