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Togni (Anev): “Siamo a metà del percorso di sfruttamento dell’eolico nazionale”

where Roma when Mar, 27/11/2012 who roberto

L'obiettivo del governo  è di arrivare a 12.500 MW al 2020, anche se il potenziale si aggira intorno a 16.500 MW

“Per ora siamo ora più o meno a metà del percorso di sfruttamento dell'energia eolica nazionale”. A disegnare il quadro dello stato dell'arte è il presidente dell'Associazione nazionale energia del vento (Anev), Simone Togni, che parla di leadership italiana nella ricerca, nei materiali e nella sperimentazione immaginando, “a meno di salti tecnologici enormi'', lo sviluppo dell'eolico in mare come prossimo passo.
In Italia sono presenti circa 300 impianti di energia eolica, per una potenza installata pari a 7.315 MW: più o meno la metà del potenziale di energia dal vento a cui il nostro Paese potrebbe puntare, ovvero 16.500 MW.
La produzione complessiva è di 11,8 TWh, pari al 3,5% del consumo elettrico e al 5% della produzione elettrica. “L'obiettivo del governo - aggiunge - è di arrivare a 12.500 MW al 2020, anche se il potenziale si aggira intorno a 16.500 MW”.
“La situazione attuale in Italia e nel mondo - osserva il presidente di Anev - ci mostra una tecnologia ben strutturata e consolidata con generatori eolici efficienti. A livello mondiale la potenza installata è pari a 255.000 MW”.
L'innovazione principale degli impianti eolici riguarda “lo sfruttamento delle cosiddette aree marginali, cioè quei siti inizialmente scartati a causa di un'orografia complessa o perché sono presenti situazioni di vento molto particolari”. L'energia eolica - rileva ancora Togni - “non ha infatti bisogno di vento fortissimo, quanto di vento costante. Oggi le turbine consentono di sfruttare anche questi siti, producendo energia elettrica in modo efficiente”. Inoltre, “l'Italia è leader mondiale nello sviluppo dei criteri aerodinamici per la struttura delle pale”, che in un certo senso riescono a 'raccogliere' più vento.
Per il prossimo futuro, conclude Togni, a fare la differenza saranno “le applicazioni offshore, specie se si mette a punto un sistema di piattaforme flottanti”, tipo quelle petrolifere, “su cui installare l'impianto” che galleggerebbe sull'acqua.

 

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