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​L’Unione europea si divide sui biocarburanti, slitta l’accordo sui nuovi obiettivi

where Bruxelles (Belgio) when Lun, 16/12/2013 who michele

La nuova norma puntava a limitare la quota di biocarburanti tradizionali provenienti da colture alimentari come mais, colza, olio di palma, rispetto al 10% del target Ue delle rinnovabili nel settore trasporti. L’Italia al centro del gruppo che puntava allo stop

Brusca battuta d’arresto, a Bruxelles, per le nuove norme sulla  limitazione della quota di biocarburanti tradizionali provenienti da colture alimentari come mais, colza, olio di palma, rispetto al 10% del target Ue delle rinnovabili nel settore trasporti per il 2020. A dare lo stop ad un compromesso ritenuto “deludente” è stato il blocco dei Paesi guidato dall’Italia e composto da Belgio, Olanda, Danimarca e Lussemburgo, che punta a incentivare i biocarburanti più avanzati, derivanti da scarti agricoli, rifiuti e alghe. Sullo stesso fronte, ma per motivi opposti, Polonia e Ungheria.
“Riteniamo troppo alta la soglia proposta del 7% per i biocarburanti di prima generazione e la necessità di una quota per i biocarburanti di seconda generazione, per la quale abbiamo proposto il 2,5%” ha spiegato il sottosegretario allo Sviluppo economico, Claudio De Vincenti.
La proposta scontentava sia gli ambientalisti sia la filiera di produzione, che ritiene siano minacciati oltre 200mila posti di lavoro. L’Italia, che ha imprese all’avanguardia in questo settore, promette di portare avanti la battaglia, anche perché l’eco-innovazione nei settori dell’energia e dell’agricoltura saranno centrali per l’Expo 2015.
Il voto non va visto quindi come un passo indietro, ma un passo in avanti verso “obiettivi più ambiziosi”, secondo De Vincenti. L’Italia lavorerà sul dossier insieme alla prossima presidenza di turno della Ue, greca, per arrivare a chiuderlo probabilmente durante la seconda metà del 2014, proprio con la presidenza italiana. 
“Tutti gli Stati membri sono concordi sulla necessità di agire” ha sottolineato il commissario all’energia, Gunther Oettinger, che si è detto “ottimista” sulla futura adozione della nuova normativa, sollecitata soprattutto dagli ambientalisti, secondo i quali la terra che potrebbe essere usata per produrre cibo produce invece carburanti.
 
 

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