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Via libera al più grande parco eolico galleggiante italiano. Cosa sappiamo

where Barletta when Mer, 11/06/2025 who roberto

Barium Bay parteciperà alle aste del Fer2. Dispone di 74 generatori per una potenza di 1.110 MW. Le società proponenti e gli investitori internazionali. I vantaggi ma anche i rilievi del comune di Barletta sull’opera.
di Roberto Bonafini

Il più grande parco eolico galileo-hope.jpggalleggiante sarà realizzato in Puglia. Barium Bay, la wind floating farm offshore situata lungo il tratto di mare fra Bari e il nord di Barletta, ha infatti ottenuto il decreto di Valutazione di impatto ambientale positivo dal ministero dell'Ambiente e della Sicurezza energetica. Il rilascio della Via, evidenzia la nota, segue i pareri positivi espressi dal ministero dell'Ambiente e da quello della Cultura. Questo consente al progetto di partecipare alla procedura d'asta prevista dal decreto Fer 2 che destina 3.800 MW all'eolico offshore.
 
L’impianto
Il progetto prevede la realizzazione di un “Parco Eolico Offshore” flottante. I principali componenti dell’impianto sono: 74 aerogeneratori (le colonne con le pale), ciascuno della potenza di 15 MWp, per una potenza complessiva installata di 1.110 MWp, installati su torri in acciaio con fondazioni galleggianti semisommergibili. Il parco è collegato con un cavo marino 380 kV per una lunghezza complessiva di 57 km con la terra ferma a sud di Barletta. Barium Bay dista oltre 45 chilometri dalla costa ed è stato concepito con due stazioni elettriche a mare a fondazione fissa. L’utilizzo di questo tipo di tecnologia con fondazioni galleggianti – stando ai proponenti - consente di realizzare questi impianti a grande distanza dalla costa, conseguendo i seguenti obiettivi: un minore impatto in fase di realizzazione con attività meno invasive sia sui fondali che sulla fauna marina; minore impatto visivo: già a 8 miglia di distanza (circa 15 km) gli aerogeneratori appaiono appena percepibili; nessun impatto su posidonia e coralligeni: nelle aree più prossime alla costa sono presenti estesi posidonieti e coralligeni, che non verranno intaccati; benefici alla pesca locale: l’impianto produce due tipologie di benefici alla pesca locale, protegge le aree più prossime alla costa dalla pesca a strascico e dà luogo alla formazione di un’area marina protetta «di fatto» con effetti benefici sul ripopolamento ittico.
 
Chi c’è dietro
L’azienda proponente è Barium Bay s.r.l., una società di scopo costituita da Galileo, piattaforma paneuropea per lo sviluppo delle energie rinnovabili, e Gruppo Hope, società attiva nella progettazione di impianti rinnovabili e di idrogeno verde. Si tratta di una joint venture con la quale le due società hanno già avviato la procedura di impatto ambientale di un altro parco offshore, sempre in Puglia, al largo del tratto di costa compreso tra Brindisi e Lecce, denominato Lupiae Maris. Dietro a Galileo ci sono Ingmar Wilhelm, business developer e imprenditore nel campo delle rinnovabili e della transizione energetica, e l’investment manager internazionale Morrison & Co., che hanno creato la piattaforma Galileo nel febbraio 2020. Galileo è una società con una visione a lungo termine del mercato dell'energia che ha raccolto un sostegno finanziario iniziale, pari a 220 milioni di euro, da quattro importanti investitori istituzionali: Infratil Limited, Commonwealth Superannuation Corporation (CSC), New Zealand Superannuation Fund (NZ Super Fund) e Morrison & Co Growth Infrastructure Fund (MGIF). Gruppo Hope è una nuova azienda, con base operativa a Bari, in Puglia: la sua attività principale è l’integrazione della filiera rinnovabile con la produzione d’idrogeno verde, driver ritenuto indispensabile per l’incremento della penetrazione delle fonti rinnovabili nel mercato elettrico. L’attuale pipeline in sviluppo da parte del Gruppo Hope supera già i quattro gigawatt di potenza ed è costituita da impianti onshore e offshore eolici nonché fotovoltaici con particolare riferimento agli impianti su cave dismesse e agrivoltaici. Alle due tecnologie più tradizionali del mondo FER si unisce anche la produzione di biocarburanti tramite processi di digestione anaerobica grazie a sottoprodotti agricoli e animali, nei quali i manager del gruppo vantano una consolidata esperienza.
 
Le osservazioni
Non sono mancate per questo progetto alcune osservazioni giunte in questo caso dall’ufficio lavori pubblici del comune di Barletta che chiede di approfondire una serie di punti chiedendo di prendere in considerazione la possibilità di ipotesi alternative. Tra esse il fatto che il cavidotto attraversa un’area sottoposta a sequestro giudiziale dove sono presenti rifiuti urbani accumulati nel tempo, così come l’attraversamento di un tratto del centro abitato già sottoposto ai vincoli del piano regolatore. Stessa sorte anche per una sottostazione elettrica “ricadente nel perimetro abitato”. Quanto poi a due elettrodotti aerei che passano su terreni agricoli tra Barletta e Andria, essi pregiudicherebbero ogni uso alternativo del territorio. Infine il comune fa riferimento anche alle misure compensative previste che sono state giudicate troppo “generiche” a beneficio di aree non coinvolte.

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