torna alla home
Visitaci anche su:

Notiziario ambiente energia on-line dal 1999

​De Vincenti shock sul teleriscaldamento: “In aree non metanizzate (montane) è competitivo solo per l’elevato prezzo del gasolio”

where Milano when Lun, 26/05/2014 who michele

Preoccupazione da parte del presidente Fiper Walter Righini: così si mette a rischio lo sviluppo del teleriscaldamento a biomassa

È polemica per le parole del viceministro dello Sviluppo Economico, Claudio De Vincenti, sul teleriscaldamento abbinato all'utilizzo delle biomasse. De Vincenti ha detto a Milano nel corso di un convegno organizzato da AIRU (Associazione Italiana Riscaldamento Urbano) che  il teleriscaldamento in aree non metanizzate montane sarebbe competitivo solo per l'elevato prezzo del gasolio.
Le dichiarazioni del viceministro hanno suscitato forte preoccupazione riguardo lo sviluppo del teleriscaldamento e in particolare quello abbinato all’impiego delle biomasse.
Sulla questione il presidente Fiper, Walter Righini, ha detto che ”il problema sulla qualificazione del servizio risale al 2008 quando si sono aperti i primi contenziosi tra gestori di impianti e i Comuni; il MISE avrebbe potuto predisporre la legge quadro già nel 2011 in concomitanza con l’emanazione del decreto attuativo sulla gestione della modalità di funzionamento del fondo di garanzia a favore della realizzazione delle reti, decreto peraltro mai pubblicato. Invece ha sempre temporeggiato, in attesa degli esiti dell’indagine conoscitiva dell’Antitrust, pubblicata lo scorso 7 marzo 2014: peccato che poi non abbia recepito le indicazioni dell’Antitrust, nonostante il lavoro di indagine e accurata analisi svolto dall’Autorità stessa durato circa 2 anni”.
Ma la cosa che preoccupa di più la Fiper è la motivazione addotta dal viceministro riguardo l’art. 10 comma 16 punto e) dello schema di Decreto sull’efficienza energetica che giustifica incomprensibilmente la determinazione delle tariffe per il teleriscaldamento in zone non metanizzate (aree montane) in quanto il servizio risulta competitivo solo se raffrontato all’elevato prezzo del gasolio sostituito.
A riguardo sottolinea ancora Righini  “che il viceministro non conosce la realtà del teleriscaldamento delle aree non metanizzate in particolare nelle zone montane; mettere in discussione la competitività del teleriscaldamento a biomassa, confermata dalla stessa indagine conoscitiva dell’Antitrust, significa non valutare le esternalità positive che questi impianti producono sul territorio attraverso l’approvvigionamento di biomassa dalla gestione dei boschi e dalla manutenzione del territorio. L’impressione purtroppo è che il viceministro consideri competitivo il teleriscaldamento solo se il combustibile impiegato è il metano”.
Nel corso dell’incontro dal titolo “il teleriscaldamento: nuove regole per lo sviluppo”  Alessandro Noce, Direttore della Direzione Energia dell’Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato (AGCM) ha presentato una serie di dati da cui emerge una realtà eterogenea concorrenziale, “che necessita di una legge di settore che definisca chiaramente la natura del servizio”. Il prof. Francesco Gullì dell’Università Bocconi si è spinto oltre evidenziando le incongruenze della posizione dell’Autorità che richiama la regolamentazione del settore perché “è uno dei segmenti con i quali si raggiungeranno gli obiettivi di efficienza energetica e quindi non può essere lasciato alla concorrenza”.
 

 
 

immagini
Vice ministro Sviluppo Economico - Mise
leggi anche: